Il ruolo della dieta nel dolore cronico

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Spesso la dieta è associata al controllo del peso, ma le scelte alimentari possono influire direttamente sui livelli di dolore, anche in chi non è in sovrappeso. Una ricerca pubblicata su Nutrition Research rivela che ciò che si mangia gioca un ruolo cruciale nel dolore cronico e nell’infiammazione, indipendentemente dal peso corporeo. Anche con un fisico nella norma, una dieta poco sana può alimentare dolori articolari, rigidità e fastidi.
Uno studio condotto dall’Università dell’Australia Meridionale su oltre 650 adulti, ha evidenziato una chiara connessione tra qualità della dieta e intensità del dolore. Chi segue un’alimentazione ricca di verdure, frutta, cereali integrali, proteine magre e latticini riferisce dolori cronici nettamente inferiori rispetto a chi privilegia cibi processati. Questi risultati restano validi anche considerando peso, percentuale di grasso corporeo e circonferenza della vita.
Per chi convive con dolori persistenti, l’idea che la dieta possa fare la differenza potrebbe sembrare semplicistica. Ma diversi meccanismi biologici spiegano il legame tra scelte alimentari scorrette e dolore cronico. Alimenti ricchi di zuccheri raffinati, alcol e cibi processati stimolano il rilascio di citochine pro-infiammatorie — molecole che aumentano la sensibilità al dolore e la rigidità articolare — che aggravano condizioni come artrite, fibromialgia e dolori mestruali. Una dieta squilibrata amplifica lo stress ossidativo, danneggiando le cellule e favorendo infiammazione e dolore, mentre cibi ricchi di antiossidanti, come frutti di bosco, verdure a foglia verde e noci, contrastano questi effetti dannosi.
I carboidrati raffinati causano picchi e rapidi cali di zucchero nel sangue, oltre a generare stress metabolico che, nel tempo, innesca infiammazione sistemica e peggiora osteoartrite e dolori muscolari. Inoltre, un’alimentazione ricca di cibi processati altera la flora intestinale, aumentando la permeabilità intestinale che permette a composti infiammatori di entrare nel sangue e contribuire a dolori diffusi. Infine, i cibi processati spesso mancano di nutrienti essenziali come magnesio, omega-3 e vitamina D, fondamentali per ridurre l’infiammazione e mantenere articolazioni e muscoli in salute.
Adottare semplici cambiamenti alimentari può aiutare a gestire il dolore. Consumare verdure a foglia verde, frutti di bosco, curcuma, zenzero e alimenti ricchi di omega-3, come salmone e semi di lino, riduce l’infiammazione. Limitare pane bianco, pasta, dolci e bevande zuccherate contrasta i danni epatici, l’infiammazione e lo stress ossidativo. Moderare quanto più possibile l’alcol e privilegiare l’idratazione, protegge la salute intestinale e riduce l’infiammazione. Infine, identificare alimenti che scatenano infiammazione, come latticini, cereali, glutine o solanacee — attraverso una dieta di eliminazione — consente di personalizzare l’alimentazione.
Molti attribuiscono dolori articolari e rigidità all’invecchiamento e li considerano inevitabili. La ricerca dimostra, però, che le scelte alimentari influenzano significativamente i livelli di dolore, a prescindere dalla corporatura. Per chi soffre di fastidi frequenti, rigidità o dolori articolari, esaminare la propria alimentazione può essere un passo decisivo. Poche modifiche mirate possono migliorare notevolmente il benessere. Cambiare dieta rappresenta un modo naturale per gestire il dolore, con benefici tangibili per il corpo.
Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.
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