Il G7 conferma: siamo dalla parte di Israele

di Redazione ETI
17 Giugno 2025 16:46 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

In una dichiarazione congiunta rilasciata il 16 giugno 2025, i leader del G7 hanno ribadito il loro pieno sostegno alla sicurezza di Israele, identificando l’Iran come la principale causa di instabilità nel Medio Oriente. I capi di Stato e di governo di Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Francia, Italia, Germania e Canada, Paese ospitante, hanno inoltre esortato a una riduzione delle tensioni nella regione.

«L’Iran rappresenta la principale fonte di instabilità regionale e di terrorismo. Siamo stati sempre chiari: l’Iran non potrà mai possedere un’arma nucleare», hanno affermato i leader nel comunicato. Hanno chiesto una «soluzione alla crisi iraniana» e un’ampia «de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, inclusa una tregua a Gaza». Il presidente degli Stati Uniti, ha autorizzato la pubblicazione della dichiarazione senza aver visionato la versione definitiva, dopo aver delegato ai collaboratori il compito di esprimere determinate posizioni.

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmaeil Baqaei, ha duramente criticato il comunicato del G7, definendolo impregnato di «retorica unilaterale» e accusandolo di ignorare «l’aperta aggressione di Israele contro l’Iran». In un messaggio pubblicato su X, Baqaei ha dichiarato: «I leader del G7 devono chiamare le cose con il loro nome. Israele ha compiuto attacchi illegali contro le nostre infrastrutture nucleari pacifiche». Ha poi aggiunto: «La via per la stabilità regionale passa attraverso la cessazione immediata dell’aggressione di Israele e la sua responsabilità per le violazioni del diritto internazionale. Il G7 deve abbandonare la sua retorica parziale e affrontare la vera fonte dell’escalation: l’aggressione di Israele».

Il comunicato del G7 è stato reso pubblico mentre Trump lasciava improvvisamente il vertice. «Il presidente Trump ha avuto una giornata straordinaria al G7, firmando anche un importante accordo commerciale con il Regno Unito e il primo ministro Keir Starmer. Molto è stato realizzato, ma a causa degli sviluppi in Medio Oriente, il presidente partirà stasera dopo la cena con i capi di Stato», ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, in un messaggio su X. Dopo aver posato per la tradizionale foto di gruppo al vertice, Trump ha commentato: «Probabilmente voi vedete quello che vedo io, e devo rientrare il prima possibile». Successivamente, Trump ha smentito il presidente francese Emmanuel Macron, che aveva attribuito la partenza anticipata di Trump a una proposta statunitense di tregua tra Israele e Iran. «C’è un’offerta per un incontro e un dialogo. È stata avanzata una proposta, in particolare per ottenere una tregua e avviare discussioni più ampie», aveva dichiarato Macron ai giornalisti. Ma via Truth, il presidente americano ha smentito Macron: «Lui non ha idea del motivo per cui io stia tornando a Washington, ma non ha certo a che fare con una tregua. È qualcosa di molto più importante».

A bordo dell’Air Force One, durante il ritorno dal vertice, Donald Trump ha poi puntualizzato di non essere alla ricerca di un semplice cessate il fuoco, ma che il suo obiettivo è di porre una «fine definitiva» alla questione nucleare iraniana, e che Teheran che deve «rinunciare completamente» alle armi atomiche. Trump ha anche suggerito la possibilità di inviare il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, o l’inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, per incontrare funzionari iraniani. Ma commentando l’andamento delle operazioni militari, il capo della Casa Bianca ha escluso un rallentamento degli attacchi israeliani contro l’Iran, e in un successivo post su Truth ha scritto: «Non ho contattato in alcun modo l’Iran per dei “colloqui di pace”. Si tratta di altre notizie false e totalmente inventate. Se vogliono parlare, sanno come raggiungermi» e ancora: «Avrebbero dovuto accettare l’accordo che era sul tavolo: avrebbe salvato molte vite».


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