I siti iraniani colpiti dagli attacchi israeliani

di Redazione ETI/Andrew Thornebrooke
14 Giugno 2025 8:55 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

Il 13 giugno, Israele ha effettuato diverse ondate di raid aerei sull’Iran, colpendo il programma nucleare del regime islamista, siti militari strategici e alcune aree residenziali. Gli attacchi hanno provocato la morte di numerosi alti comandanti militari e scienziati nucleari iraniani, con l’obiettivo di impedire a Teheran di dotarsi di un’arma nucleare, come dichiarato dalle autorità israeliane.

Nel corso di un discorso tenuto venerdì sera, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito la ricerca iraniana di un’arma nucleare «un pericolo chiaro e imminente per la sopravvivenza stessa di Israele». Teheran ha smentito l’intenzione di sviluppare armi nucleari e Amir Saeid, ambasciatore iraniano presso l’Onu, ha affermato che le 78 vittime e i 320 feriti dell’attacco sono perlopiù civili.

L’operazione israeliana, denominata «Leone in ascesa» dalle Forze armate israeliane, aveva come obiettivo la decapitazione del programma nucleare iraniano e la neutralizzazione delle capacità militari correlate, come i missili balistici più avanzati. Sebbene l’entità complessiva dell’offensiva non sia ancora del tutto chiara, sono stati confermati diversi obiettivi strategici colpiti durante i raid. Di seguito i principali bersagli.

IMPIANTO NUCLEARE DI NATANZ

Natanz rappresenta il fulcro dell’infrastruttura nucleare iraniana ed è il centro principale per l’arricchimento dell’uranio. Il complesso è situato in profondità sottoterra ed è protetto da spesse mura di cemento armato, concepite per resistere ad attacchi missilistici. L’impianto consente di arricchire l’uranio fino a circa il 60% di purezza, una soglia vicina al 90% necessaria per la costruzione di armi nucleari.

Secondo un rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, l’Iran dispone di quantità sufficienti per realizzare circa sei ordigni nucleari. Natanz svolge anche attività di ricerca e sviluppo su centrifughe avanzate, perciò qualsiasi danno all’impianto rallenta i tempi di produzione di un’arma nucleare. I raid hanno distrutto l’impianto pilota di arricchimento.

TEHERAN

Diversi siti nella capitale sono stati colpiti, tra cui una base di difesa aerea, un edificio di rilievo che ospita sia attività commerciali sia residenziali, e i quartieri di Azgol e Farmanieh. Durante gli attacchi si ritiene siano stati uccisi alcuni membri delle forze armate iraniane e scienziati nucleari.
Tra le vittime confermate figurano generali e ufficiali di alto rango.

BASE AEREA DI TABRIZ

Situata vicino a un aeroporto civile internazionale e circondata da silos missilistici protetti, la base di Tabriz costituisce un nodo strategico per l’aeronautica iraniana. Ospita elicotteri e caccia ed è collegata a basi missilistiche. Nei silos sono custodite tutte le varianti dei missili Shahab, a corto e medio raggio, basati su modelli nordcoreani.

Le Forze di Difesa israeliane hanno dichiarato di aver distrutto o reso inoperativi diversi impianti dell’aeronautica iraniana, nonché sistemi di difesa aerea, droni e lanciamissili.

BASE AEREA DI HAMADAN

Questa base ospita i reparti di caccia F-4 e F-7 dell’aeronautica iraniana. Negli ultimi anni ha ospitato anche forze aeree straniere, tra cui bombardieri russi impiegati nelle operazioni in Siria.
La struttura comprende depositi missilistici, hangar sotterranei e sistemi di lancio terra-aria. Nelle vicinanze si trova la stazione radar di Subashi, nodo cruciale nella rete di difesa aerea occidentale iraniana, realizzata oltre cinquant’anni fa nell’ambito di un programma di assistenza militare statunitense.

BASE MILITARE DI PIRANSHAHR

Situata nei pressi del confine con l’Iraq, la base funge da centro operativo per l’esercito iraniano. Le sue guarnigioni nella provincia dell’Azerbaigian Occidentale si occupano principalmente di sicurezza regionale e controllo delle frontiere, ma hanno anche un ruolo indiretto nella strategia iraniana verso Israele. Da qui la forza Quds, specializzata in guerre non convenzionali, ha coordinato in passato il trasferimento di equipaggiamenti e personale verso gruppi proxy in Siria e Libano.

STRUTTURA SOTTERRANEA DI KERMANSHAH

Questa base sotterranea era un nodo centrale nell’infrastruttura missilistica iraniana, costituita da decine di piccoli impianti collegati da tunnel e bunker. Ospitava missili balistici a corto e medio raggio, e anche sistemi più avanzati.

Vi erano inoltre depositi di munizioni e un deposito carburante per l’aeronautica, alcuni bunker potevano ospitare piattaforme mobili lanciamissili per il Missile Shower System, un sistema automatizzato per il lancio rapido di salve di missili balistici a medio raggio.

 


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