Altra fumata nera nelle trattative Russia–Ucraina

di Redazione ETI/Andrew Thornebrooke
2 Giugno 2025 19:46 Aggiornato: 3 Giugno 2025 8:26

Le delegazioni di Ucraina e Russia hanno concluso il secondo giro di negoziati per un cessate il fuoco in Turchia dopo solo un’ora di colloqui. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato il 2 giugno che le fazioni stanno preparando un nuovo scambio di prigionieri, la delegazione ucraina ha consegnato a Mosca un elenco di bambini ucraini deportati in Russia di cui Kiev chiede il rimpatrio.

Il precedente giro di colloqui diretti, tenutosi a maggio, aveva già portato a uno scambio reciproco di mille prigionieri. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, prima dell’inizio dei negoziati, aveva sottolineato che l’obiettivo dell’incontro era valutare le condizioni poste dalle due parti per il cessate il fuoco, favorire ulteriori scambi di prigionieri e discutere della possibilità di un incontro tra i presidenti di Russia e Ucraina.

A guidare i negoziati per Kiev è stato il ministro della Difesa Rustem Umerov, mentre la delegazione del Cremlino era capeggiata da Vladimir Medinsky, assistente di Putin. Le aspettative erano già in partenza basse. «Noi insistiamo per una cessazione completa e incondizionata delle ostilità, ora», ha poi dichiarato Umerov in una conferenza stampa al termine dell’incontro. Il ministro ha ribadito che l’Ucraina aveva comunicato le proprie condizioni alla Russia con diversi giorni di anticipo, ma senza ricevere alcuna proposta da Mosca fino al giorno stesso dei negoziati. Kiev, ha proseguito, si prenderà ora una settimana per esaminare le richieste russe. Umerov ha inoltre sottolineato che veri negoziati di pace potranno avvenire solo a livello di capi di Stato, accogliendo con favore il coinvolgimento di leader stranieri, a partire dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

I brevi colloqui di Istanbul sono giunti poco dopo una serie di attacchi con droni ucraini contro basi aeree russe. Secondo Kiev, questi attacchi avrebbero distrutto o danneggiato una parte significativa della flotta di bombardieri nucleari strategici russi. Parlando lunedì, Zelensky ha espresso la convinzione che la Russia sarebbe più propensa a negoziare se subisse ulteriori perdite di questo tipo: «La Russia deve comprendere il peso delle sue perdite: è questo  che la spingerà alla diplomazia». Questo attacco su vasta scala ha colpito obiettivi in diversi fusi orari, inclusa una base aerea a oltre quattromila chilometri dall’Ucraina, utilizzando droni commerciali di contrabbando lanciati da camion posizionati vicino alle basi.

Domenica, la Russia ha risposto lanciando 472 droni sul territorio ucraino, colpendo anche obiettivi civili, in un chiaro tentativo di sopraffare le difese aeree di Kiev, già sotto pressione. Questa escalation segue il continuo rifiuto di Mosca di accettare le richieste del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per un cessate il fuoco immediato quale condizione di partenza per i negoziati. Mentre Zelensky ha accolto la proposta di Trump, Putin ha avanzato una serie di richieste in continua “evoluzione”, rifiutandosi di impegnarsi per un cessate il fuoco. Tra le richieste di Putin, la cessione da parte dell’Ucraina di quattro territori orientali – Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia – che Putin ha dichiarato di aver annesso nel 2022, ma che la Russia non controlla ancora completamente. È nelle regioni di Donetsk e Luhansk che, nel 2014, gruppi di separatisti sostenuti da Mosca si sono ribellati al governo ucraino, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia. Quella rivolta, è stata la miccia che ha fatto poi esplodere una brutale guerriglia protrattasi fino all’invasione della Russia nel 2022.

Il temporeggiamento di Mosca sulla proposta di cessate il fuoco avanzata da Washington ha suscitato aspre critiche dall’amministrazione Trump. Il vice presidente degli Stati Uniti JD Vance, il mese scorso, ha dichiarato ai leader della difesa europei che Putin «sta chiedendo troppo». Vance ha aggiunto che Washington continuerà a presentare richieste a entrambe le fazioni, aspettandosi che Mosca e Kiev le rispettino. Ma in caso gli Stati Uniti ritengano che una delle due parti stia agendo in malafede e non sia realmente disposta a fermare la guerra, ha precisato Vance, Washington potrebbe abbandonare i negoziati, lasciando che la guerra segua il suo corso.


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