Allarme Fbi: il Pacifico è diventato il corridoio strategico della criminalità internazionale

di redazione eti/Rex Widerstrom
4 Agosto 2025 15:14 Aggiornato: 4 Agosto 2025 15:14

L’espansione dell’influenza del regime comunista cinese e il dilagare della criminalità transnazionale nel Pacifico dominano le preoccupazioni del direttore dell’Fbi, Kash Patel, che ha inaugurato il nuovo ufficio dell’agenzia a Wellington la scorsa settimana. Anche i ministri degli Interni neozelandesi hanno evidenziato la gravità di questa minaccia. L’ambasciata statunitense a Wellington ha precisato che la nuova sede avrà il compito di «indagare e contrastare un’ampia gamma di minacce e attività criminali, tra cui terrorismo, crimini informatici, frodi, criminalità organizzata, riciclaggio di denaro, sfruttamento minorile e minacce di intelligence straniera».

Un recente intervento delle autorità nella regione ha confermato la concretezza di questi pericoli. La gendarmeria della Polinesia Francese ha annunciato il sequestro di una quantità senza precedenti di stupefacenti, per un valore di 331 milioni di euro, a bordo di un veliero intercettato nelle Isole Marchesi, a circa 1.400 chilometri a nord di Tahiti. Dopo aver rimorchiato l’imbarcazione fino a Papeete, capitale tahitiana, un’ispezione accurata ha rivelato oltre 700 chilogrammi di droga nascosti nella struttura della nave: in totale, 1.646,8 chilogrammi di cocaina, 232,4 chilogrammi di metanfetamine, 11 pistole semiautomatiche Glock e 24 caricatori. Il veliero, salpato dal Messico, era diretto in Australia con una tappa intermedia a Tonga. I tre uomini a bordo — un comandante tedesco e due cittadini olandesi — sono stati arrestati, come comunicato il 2 agosto dal procuratore distrettuale di Papeete, Solène Belaouar.

Il capo del servizio doganale della Polinesia Francese, Serge Puccetti, ha chiarito ai media che il carico non era destinato al territorio polinesiano, sottolineando la stretta collaborazione con le forze dell’ordine di Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda. Ribadendo gli allarmi di Patel, Puccetti ha osservato che il Pacifico si è trasformato in un corridoio cruciale per il traffico di narcotici dal Sudamerica verso l’Australia, mercato in rapida espansione, oltre che verso Nuova Zelanda e Asia. Le organizzazioni criminali del Sud-est asiatico, inoltre, sfruttano isole come Papua Nuova Guinea per spedire oppioidi e metanfetamine verso gli Stati Uniti. «Su ciascun vettore di trasporto, che si tratti di aerei, navi, container o persino velieri, manteniamo la massima vigilanza», ha dichiarato Puccetti. Il responsabile della divisione doganale della Nuova Caledonia, Hervé Matho, ha aggiunto: «Il mercato statunitense della cocaina è ormai saturo. Per questo i trafficanti cercano nuovi sbocchi, in Europa e, nella regione del Pacifico, in Australia e Nuova Zelanda».


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