Le autorità cinesi non segnalano le nuove infezioni a Wuhan

Di Nicole Hao

Secondo il regime cinese, dal 18 marzo non si sono verificate nuove infezioni. Di conseguenza, le autorità stanno allentando le restrizioni ai viaggi e invitando la gente a tornare al lavoro. Tuttavia, una serie di documenti governativi ottenuti da Epoch Times, evidenziano che a Wuhan (epicentro dell’epidemia) la situazione è molto peggiore di quanto riportato ufficialmente.

I documenti includono quattro relazioni della Commissione sanitaria municipale di Wuhan, che riportano le statistiche sui risultati dei test diagnostici effettuati in città il 14 marzo. Ne risulta il dato di 91 pazienti infetti. Tuttavia, nella stessa data, la Commissione sanitaria nazionale cinese aveva segnalato pubblicamente solo quattro casi.

Nel frattempo, il 19 marzo, in due complessi residenziali di Wuhan sono stati pubblicati degli avvisi per i residenti, che segnalavano la presenza di persone risultate positive al virus del Pcc. Questo conferma che il regime cinese sta nascondendo la vera portata dell’epidemia.

Rapporti interni

Uno screenshot che mostra una parte del database della Commissione sanitaria di Wuhan, con nomi e numeri identificativi cancellati. (Fornito a The Epoch Times)

Nei documenti si legge che il 14 marzo nella città, 43 enti di analisi del virus (32 ospedali e 11 laboratori) hanno prelevato diversi campioni.

Nel database sono registrati i dettagli di ogni test, compresi i nomi (che sono stati cancellati), il numero d’identificazione, l’età, il sesso, quando e dove sono stati raccolti i campioni, il numero di volte che la persona è stata sottoposta a test, quale agenzia ha testato il campione e l’ultimo risultato del test (positivo o negativo).

In città, il 14 marzo sono stati analizzati un totale di 16 mila 234 campioni, in maggioranza prelevati il 13 marzo. Tra questi, 373 sono risultati positivi, dei quali 91 sono risultati positivi per la prima volta. A Wuhan i campioni sono stati prelevati solo mediante un tampone per la gola.

Ad esempio, il campione denominato WX2023027216 appartiene a un uomo di 53 anni in isolamento in un centro di quarantena nel distretto di Dongxihu. Il suo campione è stato prelevato il 13 marzo e testato presso il Laboratorio Clinico Adicon di Wuhan il 14 marzo. Si è trattato del primo test di questa persona, ed è risultato positivo al virus.

Tra i campioni positivi, 51 provenivano dai centri di stazionamento che hanno preso il posto degli ‘ospedali d’emergenza’, da campo, allestiti all’interno di stadi, centri fieristici e grandi palestre, che sono stati chiusi quando le autorità hanno dichiarato che non erano più necessari. Queste nuove strutture sono ora utilizzate per isolare i pazienti che si sono ripresi, o sono sotto osservazione dopo essere stati dimessi dagli ospedali, poiché alcuni di loro hanno in seguito avuto una ricaduta.

Ad esempio, il campione 20S6338599 appartiene a un uomo di 44 anni che soggiornava presso la stazione di relè di Changjiang Xincheng. Questa struttura ha una capacità di 1.260 posti letto e si trova nel distretto di Jiang’an.

Dati falsi

Anche se dal 18 marzo la Cina non ha segnalato nuovi casi nel Paese, nei centri residenziali locali si racconta una storia diversa. Il 20 marzo, i residenti del distretto di Qiaokou a Wuhan, hanno postato le foto di un avviso emesso dal comitato di quartiere di Hanjiadun Street che dichiarava: «Ieri sera [il 19 marzo, ndr], nel complesso residenziale di Lishuikangcheng sono stati segnalati nuovi casi infetti», e in un altro sempre del 19 marzo: «Un residente dell’edificio 12 di Lishuikangcheng è risultato positivo».

Il comitato di quartiere di Meigui Xiyuan, nel distretto di Hanyang, sempre a Wuhan, ha pubblicato un avviso ai residenti il 20 marzo, in cui afferma che il 19 marzo è stata diagnosticata la presenza del virus a due colleghi residenti dell’Unità 116.

Operatori sanitari ancora necessari

Sebbene i media statali cinesi abbiano riferito che 3.675 medici hanno lasciato Wuhan dopo essere stati inviati in città per aiutare a curare il gran numero di pazienti, il 19 marzo il quotidiano statale Guang Ming Daily ha riportato che 453 medici e infermieri della provincia di Zhejiang, sono stati invitati a sostenere immediatamente il Wuhan Union Hospital.

Secondo la Commissione sanitaria nazionale cinese, fino all’8 marzo, 42.600 medici e infermieri erano stati inviati a Wuhan e in altre città dell’Hubei a curare i pazienti affetti dal virus del Pcc.

 

Articolo in inglese: Chinese Authorities Underreporting New Infections in Epicenter of Wuhan: Leaked Documents

 
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