Trump e i Paesi arabi trovano la quadra: via Hamas e niente annessioni israeliane

di Redazione ETI/Epoch Israele
29 Settembre 2025 11:14 Aggiornato: 29 Settembre 2025 14:51

Il quotidiano qatariota Al-Arabi Al-Jadeed ha pubblicato questa mattina i dettagli delle modifiche introdotte dai Paesi arabi nel piano americano per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, durante il loro ultimo incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a New York, martedì scorso. A lavorare alle modifiche sarebbero stati Egitto, Qatar, Arabia Saudita e Giordania, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Indonesia e Pakistan.

I cambiamenti, sempre per Al-Arabi Al-Jadeed, prevederebbero un ritiro graduale e completo di Israele dalla Striscia di Gaza e il dispiegamento di forze internazionali ai confini, anziché all’interno, della Striscia come invece prevede il piano americano. Queste forza militare dovrebbe essere composta principalmente da elementi arabi, e concentrarsi appunto sui confini della Striscia, stando a distanza dalla popolazione della Striscia di Gaza. I cambiamenti arabi includerebbero anche l’istituzione di un governo palestinese “tecnico” nella Striscia di Gaza, anziché di un governo internazionale, pur mantenendo i legami con l’Autorità Nazionale Palestinese.

In precedenza era stata discussa un’iniziativa analoga per Gaza, guidata dall’ex primo ministro britannico Tony Blair e appoggiata dal consigliere di Trump Jared Kushner e dall’inviato speciale statunitense per il Medio Oriente, Steve Witkoff, in base alla quale Blair avrebbe ricoperto il ruolo di governatore ad interim di Gaza.
Secondo la versione riveduta ottenuta da Al-Arabi Al-Jadeed, nella Striscia di Gaza verrà invece istituito un consiglio di supervisione internazionale, che non avrà poteri governativi diretti come precedentemente proposto, ma fungerà solo da organo di supervisione, mentre la gestione sarà interamente palestinese.

Quanto a Hamas, è stato chiarito che non avrà alcun ruolo nella gestione della Striscia dopo la fine della guerra. Le modifiche arabe suggeriscono che l’organizzazione terroristica «deponga le armi», mentre la versione precedente parlava di «disarmamento», suggerendo quindi il disarmo forzato dei miliziani.

Al-Arabi Al-Jadeed ha anche scritto che Hamas non ha ancora ricevuto alcuna proposta per porre fine alla guerra, fatto confermato anche da Hamas stessa. In una dichiarazione pubblicata ieri sul suo canale Telegram, Hamas ha infatti dichiarato di non aver ricevuto alcuna nuova proposta relativa a un cessate il fuoco a Gaza e che i colloqui sono stati sospesi dopo il fallito attacco israeliano alla delegazione della sua dirigenza, il 9 settembre a Doha. Hamas ha aggiunto di essere pronta a esaminare qualsiasi proposta proveniente dai mediatori in modo positivo e responsabile, preservando al contempo i diritti nazionali del popolo palestinese.

Le fonti confermano inoltre quanto già pubblicamente dichiarato dal presidente americano: Trump ha promesso ai leader arabi e musulmani, che ha incontrato a New York, che non ci sarà alcuna annessione israeliana né della Cisgiordania né della Striscia di Gaza. Si prevede che Trump presenti oggi la versione definitiva della proposta, dopo aver recepito le richieste arabe e sentito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

 


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