TikTok di nuovo sotto indagine in Europa

di redazione eti/Dorothy Li
11 Luglio 2025 11:33 Aggiornato: 11 Luglio 2025 13:58

L’ennesima indagine aperta dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati nei confronti di TikTok riporta l’attenzione su una questione che l’Unione Europea non può più permettersi di rinviare: il trasferimento dei dati degli utenti europei verso la Cina. La Commissione ha annunciato il 10 luglio l’avvio di un’inchiesta volta ad accertare se la piattaforma abbia archiviato dati personali su server localizzati in territorio cinese, e ha ordinato la sospensione di ogni trasferimento di dati verso la Cina, a meno che l’azienda non riesca ad adeguare le proprie pratiche alle disposizioni entro sei mesi.
TikTok, di proprietà della società cinese Bytedance, ha stabilito il proprio quartier generale europeo in Irlanda (la sede centrale è a Pechino). Di conseguenza, le autorità irlandesi sono responsabili della vigilanza sull’applicazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati per l’intera Unione.

La nuova indagine giunge a poche settimane dalla sanzione da 530 milioni di euro (pari a circa 620 milioni di dollari) inflitta alla piattaforma al termine di un’istruttoria durata quattro anni. In quel caso, la Commissione irlandese aveva riscontrato la violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati a causa dell’invio di dati degli utenti europei verso la Cina. Secondo quanto riportato da Dublino, la documentazione fornita da TikTok risultava imprecisa. A seguito di consultazioni con le altre autorità garanti degli Stati membri, è stato deciso di avviare una seconda indagine, finalizzata a verificare se TikTok abbia rispettato gli obblighi previsti dal Regolamento nel trasferimento dei dati al di fuori dell’Unione. La piattaforma è stata informata ufficialmente dell’apertura del procedimento all’inizio della settimana.
Nel provvedimento sanzionatorio dello scorso maggio, le autorità irlandesi avevano richiamato l’attenzione sui rischi derivanti dalla normativa cinese, in particolare dalle leggi sul controspionaggio, che impongono alle imprese l’obbligo di fornire dati su richiesta delle autorità nazionali.

TikTok ha già annunciato ricorso contro la precedente decisione, sostenendo di aver adottato le clausole contrattuali standard previste dall’ordinamento europeo per regolamentare i trasferimenti internazionali. Inoltre, ha ricordato che la sanzione si riferisce a un periodo precedente al lancio di Project Clover, un’iniziativa che prevede la costruzione di tre centri dati all’interno dell’Unione Europea e l’introduzione di meccanismi di controllo indipendenti, affidati alla società di cybersicurezza Ncc Group. Ma la credibilità delle rassicurazioni è scarsa. Il valore simbolico dell’apertura di una nuova inchiesta è chiaro: l’Unione Europea vuole ribadire che le regole sul trattamento dei dati personali non sono un principio astratto ma un pilastro giuridico vincolante, da rispettare in modo sostanziale e non solo formale.

 


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