Non è stato difficile convincere i membri della Nato ad aumentare la spesa per la difesa fino al 5 per cento del Pil, a causa della crescente minaccia rappresentata dalla Russia. Lo ha dichiarato Mark Rutte, segretario generale della Nato, in un’intervista al quotidiano The Guardian, in cui ha sottolineato che tutti i 32 Paesi dell’Alleanza hanno accettato l’impegno perché «c’è troppo in gioco» dopo l’invasione russa dell’Ucraina. L’accordo prevede un aumento della spesa militare fino al 3,5 per cento del Pil, con un ulteriore 1,5 per cento destinato a investimenti in sicurezza più ampia, come cybersicurezza e intelligence. «La situazione riguardante la sicurezza è cambiata così tanto. Quando arriva la chiamata [in caso di attacco a un membro della Nato] bisogna essere pronti a contribuire all’impegno collettivo, come si è promesso, ed è meglio avere tutto pronto», ha detto Rutte, avvertendo che Mosca potrebbe essere in grado di colpire membri della Nato entro tre-cinque anni. «La Russia è la minaccia più significativa e diretta», ha aggiunto, spiegando che il Paese produce già quattro volte più munizioni dell’intera Nato nonostante abbia un’economia molto più piccola.

Mark Rutte. Credits: Reuters
Rutte: la minaccia russa ha convinto i membri ad aumentare la spesa per la difesa
24 Giugno 2025 13:23 Aggiornato: 24 Giugno 2025 14:24