Zhang Sanfeng, l’incredibile immortale del monte Wudang

Zhang Sanfeng, noto anche come Chang San-Feng, Zhang Junbao o Chang Chun Pa, fu un leggendario taoista della storia cinese. È conosciuto come il fondatore dell’arte marziale Tai Chi e molti credono che avesse raggiunto il Tao e l’immortalità. Varie fonti tracciano la sua vita nella dinastia Song del sud, nella dinastia Yuan e nella dinastia Ming, in un arco temporale di oltre 200 anni. Zhang visse come eremita solitario solo nei suoi ultimi anni e appare in molte leggende in cui si narra delle sue gesta e si racconta dei suoi poteri soprannaturali: per questo è molto complesso stabilire con esattezza le date della sua vita.

Zhang nacque probabilmente nel 1247. Si dice che all’età di cinque anni avesse iniziato a perdere la vista a causa di una rara malattia agli occhi. Un monaco sacerdote taoista rivelò ai preoccupati genitori che il bambino era dotato di straordinarie qualità innate per la coltivazione taoista, ma che erano ostacolate da uno spirito maligno. Il taoista promise di prendere Zhang come discepolo e di insegnargli le tecniche taoiste per curare i suoi occhi e, una volta guarito, di farlo tornare dai suoi genitori. Padre e madre furono d’accordo.

Zhang lasciò la sua casa e diventò un discepolo taoista. Aveva molto talento nell’apprendimento e molto rapidamente acquisì gli insegnamenti classici del Taoismo. Nei mesi successivi, guarì completamente dal suo problema alla vista, ma prima di tornare a casa trascorse altri sette anni a coltivare il taoismo.

Diventato adulto, Zhang superò l’esame di servizio civile e gli fu affidato un incarico di governo. Dopo la morte dei genitori si dimise dall’incarico seguendo la tradizione del rito del lutto. Si dice che durante questo periodo avesse incontrato un taoista in visita e che la conversazione tra i due avesse portato grandi cambiamenti nella vita di Zhang. Allora, smise completamente di perseguire la fama mondana e la ricchezza, e che si dedicò a viaggiare per la Cina nella speranza di trovare un maestro taoista che gli insegnasse a raggiungere l’illuminazione.

Secondo un racconto, alla fine Zhang incontrò un maestro taoista e ricevette da lui gli insegnamenti essenziali per la coltivazione interiore, dopo aver trascorso decenni a cercarli. Nei primi anni della dinastia Ming, Zhang si recò sul monte Wudang (conosciuto anche come monte Wutang) e, insieme a dei suoi discepoli, costruì alcune semplici capanne di paglia per la meditazione. Si crede che fosse proprio sul monte Wudang, quando raggiunse il Tao e divenne un immortale.

La storia imperiale della dinastia Ming ci ha raccontato che Zhang vestiva con una semplice tunica taoista, sia in estate che in inverno, e che a volte evitava il cibo per mesi. Si racconta che potesse recitare i canoni classici o le pergamene dopo averle lette solo una volta, e viene descritto come un eremita taoista spensierato e divertente in grado di muoversi a piedi per lunghe distanza in un solo giorno (addirittura oltre 500 km).

Abbandonato poi il monte Wudang e visitati molti templi in Cina, si dice che un giorno sia morto, ma che il giorno del suo funerale sia poi tornato in vita. La leggenda racconta che tornò a vivere sul monte Wudang e che lasciò dietro di se molte storie sui suoi poteri magici.

Poiché la sua fama cresceva e per tutto il Paese si diffondevano storie magiche sulla sua vita, l’imperatore Chengzu della dinastia Ming inviò dei messaggeri per invitarlo nella capitale, ma tutti i tentativi furono vani.

Per onorare Zhang vennero costruiti grandi templi in suo nome sotto il comando dell’imperatore Chengzu (1423-1404). Oltre 300 mila soldati furono coinvolti in questo enorme progetto. Nel 1459 fu canonizzato dall’imperatore Yingzong e il monte Wudang divenne uno dei centri più influenti per lo studio del Taoismo. Oggi quei magnifici edifici, circondati dalla natura rigogliosa del monte Wutang, sono entrati a far parte del patrimonio mondiale Unesco delle Nazioni Unite.

Zhang Sanfeng è conosciuto come il fondatore del Tai Chi, la popolare arte marziale della Cina meridionale. La scuola di arti marziali taoista Wudang ha lo stesso prestigio dalla scuola di arti marziali buddista Shaolin, la più prestigiosa pratica fondata presumibilmente da Bodhidharma nel nord della Cina.

La scuola Wudang sottolinea l’importanza della forza interiore e promuove la ‘filosofia dell’immobilità che vince il movimento’ e della ‘morbidezza che vince la durezza’, il che riflette gli insegnamenti taoisti sulla calma e sull’armonia con la natura.

L’insegnamento di Zhang mostra che egli reputava più importante distinguere il bene dal male, piuttosto che concentrarsi sui nomi degli insegnamenti, come il confucianesimo, il buddismo e il taoismo. Osservò che tutti quegli insegnamenti esistono per aiutare le persone a vivere una vita di moralità e coltivazione, e che la gente non si allontanerebbe dal loro percorso verso l’immortalità, se desse importanza alla compassione, alla lealtà, alla pietà filiale, all’onestà e alla tolleranza, indipendentemente dal proprio stato sociale o dall’età.

Gli insegnamenti di Zhang non furono documentati in forma scritta durante la sua vita, ma solo trasmessi oralmente ai suoi discepoli. Nel 1723, alcuni dei suoi insegnamenti vennero raccolti da un ricercatore in un libro sul taoismo, ma molti altri sfortunatamente sono andati persi.

L’arte marziale del Tai Chi, nonostante porti ancora quel nome, si è sviluppata in diversi stili e ha perso gran parte degli insegnamenti originali. Oggi è ampiamente diffusa e conosciuta in tutto il mondo, ma serve soprattutto come tattica di difesa e comprende esercizi per migliorare la salute. Si è persa quindi la parte di coltivazione taoista che serve a ottenere il Tao, ha perso cioè il suo vero scopo.

 

 

 

 
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