Il valore di Twitter e Facebook crolla di 51 miliardi di dollari dopo lo stop a Trump

Di Isabel van Brugen

I giganti dei social Facebook e Twitter tremano: 51,2 i miliardi di dollari in meno (complessivi) sul loro valore di mercato, nelle ultime due sedute di borsa; e secondo Buiness Insider, l’evento è direttamente collegato alla messa al bando del presidente Donald Trump da parte delle due piattaforme.

Le grandi aziende tecnologiche e alcuni esponenti politici sostengono che Trump abbia incitato le violenze scoppiate nel Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio, quando l’irruzione dei manifestanti ha interrotto i dibattiti in corso alla Camera a al Senato: i parlamentari sono stati costretti a rifugiarsi sul posto mentre la polizia e la sicurezza cercavano di riprendere il controllo dell’edificio.

Dal canto suo, Trump ha utilizzato Twitter dopo lo scoppio delle violenze per invitare i manifestanti a «tornare a casa in pace». Mentre il giorno successivo ha denunciato i disordini come un «atroce attacco» che «ha profanato la sede della democrazia americana». Al momento non è ancora chiaro chi abbia istigato l’irruzione in Campidoglio.

In seguito all’incidente, Twitter ha dapprima imposto restrizioni su un video postato dal presidente, dopodiché ha sospeso temporaneamente il suo account; un’azione imitata a stretto giro anche da Facebook. Due giorni dopo, Twitter ha sospeso permanentemente l’account di Trump dichiarando che i suoi ultimi due post avevano violato le politiche del social.

Contemporaneamente, un grande numero di account ‘pro-Trump’ sono stati cancellati sia da Twitter che da Facebook.

Inoltre, mentre un gran numero di utenti tentava di ‘fuggire’ su Parler e altri social media alternativi, Google e Apple hanno rimosso l’app di Parler dai propri app store, e Amazon Web Services ha sospeso lunedì i servizi di web hosting che forniva all’azienda, mettendo di fatto Parler offline. Il Ceo dell’azienda ha risposto avviando una causa legale attualmente in corso.

Più recentemente, YouTube, di proprietà di Google, ha rimosso nuovi contenuti dall’account di Trump e ha sospeso il suo canale per almeno una settimana, affermando che il canale ha violato le sue politiche sull’ «incitamento alla violenza».

In una dichiarazione rilasciata da un portavoce di Youtube all’edizione americana di Epoch Times, l’azienda ha dichiarato: «Dopo un attento esame, e alla luce delle preoccupazioni circa l’attuale potenziale di violenza, abbiamo rimosso il nuovo contenuto caricato sul canale di Donald J. Trump ed emesso una sospensione per aver violato le nostre politiche di incitamento alla violenza».

«Di conseguenza, in conformità con il nostro consolidato sistema di sospensioni, al canale è ora impedito di caricare nuovi video o livestream per un periodo minimo di sette giorni, che può essere prolungato. Stiamo inoltre disabilitando a tempo indeterminato i commenti sotto i video del canale; abbiamo intrapreso azioni simili in passato per altri casi che riguardavano la sicurezza».

Ad ogni modo, Google non ha specificato sotto quali aspetti l’ultimo video caricato da Trump avrebbe violato le sue politiche.

Da parte sua, il presidente ha dichiarato che aziende come Google, Twitter e Facebook falliranno proprio a causa della loro censura: le Big Tech «stanno facendo una cosa orribile al nostro Paese. […] E credo che si rivelerà un errore catastrofico per loro».

 

Articolo in inglese: Twitter, Facebook: $51 Billion Combined Market Value Erased Since Trump Ban

 
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