Usain Bolt vs Justin Gatlin: parte la corsa al mondiale

È iniziato il conto alla rovescia: mancano dieci giorni all’avvio dei Mondiali di Atletica 2015, che si disputeranno allo Stadio nazionale di Pechino dal 22 al 30 agosto. Sale anche l’attesa per la gara regina dei 100 metri piani e quella dei 200. Usain Bolt, il re indiscusso nelle due specialità, questa volta trema davanti ai tempi stagionali di Justin Gatlin. I due non corrono insieme dal 2013. Ma chi è il vero favorito? Cerchiamo di capirlo facendo il punto della situazione per entrambi gli atleti:

USAIN BOLT, 28 ANNI, 6 ORI OLIMPICI, 8 ORI AI MONDIALI

Bolt segna il record mondiale di 9″58 nei 100 e 19″19 nei 200 a Berlino nel 2009.

Dopo un 2014 relativamente tranquillo e con pochi impegni, dove nei 100 metri non è riuscito a far meglio di 9”98, il 2015, almeno fino a fine luglio, non era stato un anno proprio esaltante: il meglio che era riuscito a fare nei 100 metri era stato un 10”12 ad aprile sul pistino della spiaggia di Copacabana, un tempo piuttosto alto per un campione come lui. In tutto il 2015 fino ad allora era la prima volta che correva ufficialmente i 100 metri, senza riuscire però a scendere sotto i 10 secondi. Ciò ha spinto molti a chiedersi ‘dov’è finito il Fulmine Bolt?’. In un’intervista al Corriere, Bolt aveva risposto molto sicuro di sé garantendo che nei 200 a Ostrava e poi alla Diamond League di New York avremmo avuto la risposta.

Quella che è arrivata però non è stata delle migliori, infatti il giamaicano a Ostrava non è sceso sotto i 20 secondi (20”13), piazzandosi solo in quindicesima posizione. Ancora peggio è andata la Diamond League a New York il 13 giugno, sulla stessa pista in cui ha fissato il suo primo record del mondo nel 2008 con 9”72. Stavolta nei 200 il cronometro si è fermato a 20”29, tempo che gli ha permesso comunque di vincere, anche se di poco. Tempi nella media dunque, ma lontani da quelli del fulmine di Pechino 2008 (record olimpico nei 200 con 19”30), Berlino 2009 (record mondiali di 9”58 e 19”19), e Londra 2012 (record olimpico con 9”63).

A questo si è aggiunto l’infortunio che non gli ha permesso di partecipare ai meeting della Diamond League di Parigi per i 100 e di Losanna per i 200, rispettivamente il 4 e il 9 luglio.

Per fortuna però, anche se un po’ in ritardo, a fine luglio il vero Bolt ha dato segnali di ripresa. Alla Diamond League di Londra ha registrato per la prima volta quest’anno un tempo sotto i 10 secondi nei 100: per due volte il cronometro ha segnato 9”87. Ora bisogna vedere se questo basterà a Pechino per battere il suo diretto avversario Gatlin, che detiene il miglior tempo del 2015 nei 100 e nei 200.

JUSTIN GATLIN, 33 ANNI, 1 ORO OLIMPICO, 2 ORI AI MONDIALI

Gatlin vince l’oro olimpico ad Atene 2004, con 9″85.

9”74, Registrato lo scorso maggio a Doha, è il miglior tempo di Gatlin, che sta facendo tremare i record di Usain Bolt. 19”57 È il suo miglior tempo nei 200, fatto registrare nell’ultimo giorno dei Trials statunitensi a Eugene; è anche il quinto miglior tempo nella lista mondiale. Ma ciò che è ancora più preoccupante per Bolt è che quest’anno l’americano è sceso ben quattro volte sotto i 9”80 nei 100 metri. Stando a questi dati, il favorito quest’anno sembrerebbe proprio lui.

Gatlin ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Atene 2004 con il tempo di 9”85. Da allora il livello in questa specialità si è elevato di molto; nel 2012 infatti, 6 centesimi in meno sono stati appena sufficienti all’americano per piazzarsi terzo, dietro a Blake e Bolt, che ha fissato il record olimpico.

L’oro olimpico di Atene ha dalla sua la voglia di rivincita, dopo essere stato sospeso in passato per doping per ben due volte, prima perché risultato positivo alle anfetamine, e poi al testosterone. Per questo Gatlin si è beccato una squalifica che lo ha tenuto lontano dalle competizioni per quattro anni. Nel 2010, al ritorno dallo stop, ha vinto i 100 metri in Estonia con 10”24. Da allora ha ricominciato a migliorarsi gradualmente.

A causa di questo suo trascorso però, è stato oggetto di molte critiche, che sotto un certo punto di vista potrebbero sfavorirlo. Per molti neanche dovrebbe più gareggiare, e alcuni mantengono il sospetto nei suoi confronti nel vedere questi tempi stratosferici; ma lui, in un’intervista a sport360 lo scorso maggio, ha detto che preferisce rispondere «con i suoi piedi», ovvero con i fatti: «Un sacco di gente mette in dubbio i miei risultati, sbandierando i miei difetti. Ma ho un lavoro da fare e sono contento di essere tornato».

CONCLUSIONE

Sono due atleti differenti, Bolt è certamente un corridore più longilineo, che ha bisogno di più tempo per accelerare. Gatlin parte più veloce, e se vorrà battere Bolt dovrà mantenere il ritmo iniziale fino alla fine, perché è dopo i 30-40 metri che Bolt recupera e, di solito, non lo ferma più nessuno; è come se il giamaicano partisse con una marcia più lunga inserita; per questo forse nei 200 metri potrebbe essere più avvantaggiato. Questa volta però incontrerà un avversario decisamente all’altezza, che sarà sicuramente in grado di dargli del filo da torcere. I mondiali di Pechino arrivano nel momento in cui da una parte c’è un Bolt leggermente in calo e dall’altra un Gatlin in crescita e desideroso di rimettersi in gioco.

In conclusione, è vero che Gatlin era in passato uno tra gli sprinter più veloci in assoluto, ma oggi il favorito e l’uomo da battere è sempre lui, Bolt. Detiene il record olimpico e mondiale, e non è di certo uno che si fa spaventare facilmente, considerando anche che i tempi che ha fatto registrare a New York e Ostrava potrebbero esser stati falsati dalle cattive condizioni meteorologiche. Finora è stato uno che all’appuntamento decisivo non ha mai sbagliato.

«Nei prossimi sedici mesi avrò solo due obiettivi in testa: il Mondiale di quest’anno, a Pechino in agosto, e i Giochi olimpici di Rio 2016. Non penso ad altro. Voglio difendere i miei ori e i miei record. Voglio scrivere un altro po’ di storia», aveva dichiarato al Corriere.

Immagini di Usain Bolt e di Justin Gatlin concesse da Shutterstock

 
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