Un portafoglio a Taiwan vs la biancheria intima antifurto in Cina

Nei primi di dicembre 2014, in qualità di uno dei personaggi principali del premiato documentario Free China: Il coraggio di credere, co-prodotto da New Tang Dynasty Television (Ntd), sono stata invitata a Taiwan per partecipare alle proiezioni del film in quattro diverse città. Siccome mi sono dovuta spostare nelle differenti città nel giro di tre giorni è stato un programma molto impegnativo.

Le prime due proiezioni a Taipei e a Taichung hanno riscosso decisamente successo. Hanno partecipato centinaia di persone, la maggior parte di loro erano giovani ammiratori di Ben Hedges, presentatore del popolare programma di Ntd, A Laowai’s view of China and Taiwan (L’opinione di uno straniero della Cina e di Taiwan). Il pubblico ha risposto calorosamente al film ed è rimasto alquanto scioccato dall’apprendere in che misura il Partito Comunista Cinese (Pcc) sta perseguitando i praticanti del Falun Gong, una persecuzione che si estende fino all’omicidio con il pretesto di prelevare i loro organi. Dal momento che a Taiwan si erano appena concluse le elezioni locali, con il Partito Nazionalista (Kuomintang) che ha subito una considerevole sconfitta, molti tra gli spettatori hanno posto domande sul Pcc. Alcuni mi hanno gentilmente invitato alle loro università per tenere delle conferenze.

La mattina del 7 dicembre eravamo ancora a Taichung. Secondo il programma, dovevamo prendere il treno ad alta velocità per Tainan per assistere alla proiezione del pomeriggio e quindi proseguire per Kaohsiung per la proiezione serale.

Siamo arrivati a prendere il treno alla stazione ferroviaria con un anticipo di circa mezz’ora. Kevin Lin, praticante taiwanese del Falun Gong che ci accompagnava, ha suggerito di fare nell’attesa gli esercizi meditativi della disciplina.

Siamo usciti dalla sala d’attesa per recarci nella piccola piazza all’esterno. Ho messo il mio bagaglio contro la barriera di cemento accanto a un piccolo giardino. Poi ho visto Kevin prendere il suo nuovo iPhone 6S e metterlo sulla barriera di cemento per riprodurre la musica che accompagna gli esercizi. Dopo ha tirato fuori il portafoglio, le chiavi e tutti gli altri piccoli oggetti dalle tasche, ha posto loro sulla barriera e infine ha chiuso gli occhi per iniziare gli esercizi.

Per lui questo comportamento è stato completamente naturale e spontaneo. Tuttavia, essendo cinese della Cina continentale sono rimasta scioccata: c’erano così tante persone che andavano avanti e indietro per la piazza. Non si è preoccupato che qualcuno potesse prendere il suo portafoglio o il suo nuovo e costoso iPhone?

Ovviamente, Kevin non sapeva niente della mia preoccupazione per i suoi effetti personali. Con gli occhi chiusi e il volto sereno, ha proseguito con gli esercizi. Sembrava che la mia preoccupazione fosse semplicemente fuori luogo.

Dopo che la proiezione all’Università nazionale Sun Yat-Sen di Kaohsiung era terminata, molti tra il pubblico mi hanno rivolto delle domande sul Pcc. Rammentando la mia esperienza della mattinata alla stazione ferroviaria dell’alta velocità non ho potuto fare a meno di condividere un segreto, che prima di quel momento non avevo mai confidato a nessuno, con i circa quattrocento studenti del pubblico.

È successo esattamente trent’anni fa. Nel 1984 venni ammessa all’Università di Pechino, la principale università cinese. Dovevo percorrere migliaia di chilometri in treno dalla mia città natale nella provincia del Sichuan fino a Pechino. Prima di partire, mia madre cucì una piccola tasca nella mia biancheria intima, vi mise dentro del denaro e poi sigillò la tasca con del filo in modo che nessuno potesse prendere i soldi senza prima scucire la chiusura. Mia madre si raccomandò più e più volte di stare attenta e di fare attenzione al denaro che avrebbe dovuto sostenere me per due mesi prima di un’ulteriore spedizione (A quel tempo in Cina, era pratica comune per i genitori sostenere i loro figli mentre frequentavano l’università in quanto non vi era alcuna possibilità per gli studenti di avere delle entrate).

Dopo 36 ore insonni su uno scomodo sedile del treno, arrivai sfinita all’Università di Pechino. Il campus pullulava di tutti i tipi di persone. Ogni facoltà aveva uno stand dove gli studenti più anziani registravano le matricole. Un tranquillo studente del secondo anno venne ‘incaricato’ di aiutarmi. Mi portò al Grand Auditorium, dove c’era ‘una fermata’ per portare a termine la pratica dell’iscrizione e dell’acquisto dei buoni pasto.

Il mio assistente mi disse che i buoni pasto servivano per pranzare nelle mense universitarie. Dal momento che i buoni pasto non venivano venduti tutti i giorni, era meglio acquistarne a sufficienza per almeno un mese. Così si mise da una parte ad attendere che acquistassi i miei voucher prima di portarmi in altre aree del campus.

Mi guardai intorno per vedere se c’era un bagno all’interno dell’auditorium. Essendo una timida ragazza di 17 anni, era decisamente troppo imbarazzante per me dire a un giovane sconosciuto che non potevo tirare fuori i miei soldi perché era nascosti nelle mie mutande.

Cominciai a sudare freddo lungo la schiena. Non ho mai dimenticato l’estremo imbarazzo che ho provato in quel momento.

Anni dopo, ho scoperto che nei negozi e su internet veniva venduto un particolare tipo di biancheria intima. Aveva una semplice tasca con la cerniera nella parte anteriore per consentire alle persone di tenerci dentro i soldi. Dopo che il denaro veniva collocato all’interno si poteva chiudere la cerniera in modo da creare un luogo sufficientemente sicuro anche se, nonostante l’accesso ai soldi fosse più pratico, rimaneva sempre la necessità di dover trovare un bagno per prenderli. Comunque, rispetto alla ‘chiusura’ fatta da mia madre con il filo era un metodo molto più ‘avanzato’ che consentiva l’utilizzo della tasca più volte. Noi cinesi siamo molto saggi!

Quindi, queste mutande con la tasca chiusa da una cerniera venivano ampiamente commercializzate con il nome generico di ‘biancheria intima a prova di furto’.

Riuscite a immaginare quanti ladri ci sono in Cina?

Sono passati trent’anni da quando mia madre nascose il denaro dentro la mia biancheria intima. Oggigiorno, camminando nella Cina di questi tempi, si potrebbe perdere ben altro che il solo denaro.

Secondo quanto riferito dai media della Cina continentale, la sera del 24 agosto 2013 è stato rapito un bambino di sei anni di nome Bingbing nella contea Fenxi della provincia dello Shanxi. Quando è stato poi ritrovato non aveva più le sue cornee. I resti dei suoi due bulbi oculari erano stati lasciati per terra. Quando Bingbing si è svegliato in ospedale, la sua prima frase è stata: «Perché è così buio?» Il povero bambino non comprendeva che i suoi occhi erano stati rubati!

Il 27 agosto 2013 Yuqi Lui, scolaro del secondo anno della scuola elementare Qiming di Chenzhou nella provincia dell’Hunan, è scomparso. I suoi compagni di classe hanno detto di aver visto due uomini mentre lo portavano via. La sua famiglia ha disperatamente cercato il bambino fino a che l’8 settembre è stato ritrovato il suo cadavere abbandonato all’interno di un bagno pubblico di un distributore di benzina. Il suo petto era stato svuotato; i suoi organi erano stati prelevati.

Nel febbraio 2012 il signor Su, dopo essere stato inconsapevolmente per quattro giorni in una stanza d’albergo a Dongguan, un sobborgo facente parte della megalopoli di Shenzhen nel Sud della Cina, si è svegliato con un forte dolore addominale. Dopo un esame in ospedale ha appreso che uno dei suoi reni era stato rimosso.

Nel 2004 la 18enne Gao Jing della città di Yan’an nella provincia dello Shaanxi, si è sottoposta a una operazione per rimuovere la milza presso il Ganquan County Hospital. Otto anni più tardi, nel 2012, a seguito di un esame fisico le è stato comunicato che non aveva il rene sinistro. La famiglia di Gao ha portato la ragazza al Centro di perizia giudiziaria Lantu per esaminarla. Il risultato: «Il collegamento tra la scomparsa del rene di Gao Jing e l’intervento chirurgico al Ganquan County Hospital non era da escludere». Questo potrebbe significare che durante lo svolgimento dell’intervento per la rimozione della milza di Gao, il medico aveva anche eseguito un lavoro ‘extra’ rimuovendo il suo rene.

Gli esempi sopra riportati mostrano, da un lato, che nella Cina di questi giorni il prelievo su larga scala e approvato dallo Stato degli organi dei praticanti del Falun Gong ancora in vita, si sta protraendo da anni; dall’altro lato, che il ‘furto civile’ si è esteso dal rubare portafogli agli organi umani.

Sono scappata dalla Cina per rifugiarmi in Australia nel 2001, dopo aver subito a Pechino un’inimmaginabile persecuzione perché praticavo il Falun Gong. Mentre mi trovavo in Australia, mi è stato spesso chiesto: «Qual è la differenza più grande tra l’Australia e la Cina?»

La mia risposta è sempre stata: «In Australia, ti puoi fidare di un estraneo che incontri per strada; in Cina, non lo puoi assolutamente fare».

Bene, dopo il mio viaggio a Taiwan, se le persone dovessero chiedermi qual è la più grande differenza tra Taiwan e la Cina continentale, la mia risposta sarebbe: «A Taiwan, puoi lasciare il portafoglio a terra e chiudere gli occhi per meditare mentre nella Cina continentale, è necessario nascondere i soldi nella biancheria intima prima di partire per un viaggio».

Quando parlo delle differenze tra l’Australia e la Cina, le persone fanno un cenno d’intesa. Tuttavia, dubito che gli australiani o i taiwanesi, che non hanno mai sperimentato ciò che significa realmente vivere in Cina, possano comprendere veramente la tragedia del non potersi fidare di un estraneo o di dover nascondere il proprio denaro nelle mutande.

A Taiwan, ogni volta che dopo la proiezione di Free China ho guardato verso il pubblico che applaude, ho sempre voluto dire loro dal profondo del mio cuore: «Care persone di buon cuore di Taiwan, abbiate molta cura di quello che già avete e non lasciatevi ingannare dal Pcc. La ricchezza e il potere sono stati troppo spesso ottenuti attraverso il sacrificio degli interessi della maggioranza del popolo cinese, compromettendo così gravemente il nostro futuro comune. Questo tipo di ‘prosperità’ non potrà mai durare a lungo!»

Ho spesso condiviso un altro pensiero con loro: «Quando nei Paesi occidentali una persona richiede una carta di credito, la banca controllerà certamente la sua reputazione nella storia. È molto strano, tuttavia, che quando conduciamo grandi affari commerciali con il regime del Pcc, spesso non ci preoccupiamo di verificare la sua reputazione nella storia. Se verificassimo anche solo un po’, riscontreremo che il Pcc ha una storia di omicidi, di totale mancanza di rispetto per l’onore, per i principi e persino nel mantenere le proprie promesse o per la legge. Il Pcc ha una lunga e sanguinosa storia in cui è responsabile della morte innaturale di circa ottanta milioni di cinesi; e non ha mai ripagato i suoi debiti. Se giudicassimo le cose secondo gli standard che utilizzano le banche per l’emissione delle carte di credito, potremmo allora mai rilasciare una qualsiasi carta di credito a un regime così brutale come il Pcc?»

Dopo la proiezione di Free China nella città di Taichung, Wang Ming-I, giornalista del People’s News di Taiwan, si è entusiasticamente alzato in piedi e ha detto: «È stato davvero commovente. Mi auguro che il presidente Ma Ying-jeou possa guardare questo film. Se loro sono qui, (se loro possono vedere la realtà di quello che il Pcc è), allora sia il Partito Nazionalista che Taiwan possono essere salvati».

Jennifer Zeng è l’autrice di ‘Witnessing history: One woman’s fight for freedom and Falun Gong’ (La testimonianza di una storia: La lotta di una donna per la libertà e il Falun Gong), ed è presente nel documentario ‘Free China’. Attualmente lavora per New Tang Dynasty Television come reporter. Guarda il trailer del documentario e leggi maggiori informazioni sul sito freechina.ntdtv.org

I punti di vista espressi in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non rispecchiano necessariamente il punto di vista di Epoch Times.

Articolo in inglese: ‘A Taiwanese Wallet vs. Mainland Chinese “Theft-Proof” Underwear

 
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