Tragedia Bruscella a Modugno, Cgil: prevenzione ostacolata dai tagli

BARI —  Sarebbe stata causata dall’esplosione di un furgone che trasportava fuochi d’artificio la tragedia che il 24 luglio ha colpito un’azienda di fuochi a Modugno, Bari, portando a 7 vittime e alcuni feriti.

L’enorme colonna di fumo derivante dalla completa distruzione della ditta Bruscella ha messo in allarme la popolazione, con rischi di ulteriori esplosioni ed incendi sventati da artificieri e vigili del fuoco.

Tra le vittime due indiani e un albanese.

Feriti anche i titolari dell’azienda, tra cui Michele Bruscella, che presenta ustioni sull’85 per cento del corpo, due suoi fratelli, Antonio e Vincenzo, pressocché illesi, e la sorella Angela, anche lei illesa. Il marito di Angela, invece, figura tra le vittime.

A Bari le aziende di fuochi d’artificio sono per lo più piccole e a conduzione familiare, spiega Giuseppe Gesmundo, segretario provinciale della Cgil. Piccole aziende tradizionali, con metodi di lavorazione tramandati in famiglia e senza appartenenze ai sindacati.

«Ovviamente non ho la certezza di attestare che ci fossero problemi di sicurezza», dice il segretario Cgil, ma «il tema vero è come e se il sistema della prevenzione funziona».

«Gli enti preposti – spiega – hanno gravi difficoltà legate ai tagli e alle spending review».

Un altro problema tipico di queste aziende è l’assunzione precaria e anche temporanea dei lavoratori per coprire la produzione dei periodi di picco.

Giovedì 30 la Cgil terrà una manifestazione sotto l’ispettorato del lavoro di Bari, chiedendo di «mettere in piedi un sistema di prevenzione serio», specialmente per quanto riguarda le piccole e piccolissime aziende.

Nel 1959 la stessa ditta aveva subito un incidente simile che aveva coinvolto anche i precedenti titolari.

 
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