Totti e Spalletti, questione di feeling

Da quando Spalletti è arrivato a Roma molte cose sono cambiate. E tra tutti gli stravolgimenti effettuati rispetto all’era Garcia, anche la gestione di Totti è cambiata da parte dell’allenatore toscano. Principalmente, se per il francese Totti era ancora intoccabile, per Spalletti non lo è più, e sembra già aver assunto un ruolo secondario in squadra.

Tutto è iniziato (o finito) nella gara di andata con il Real, dove probabilmente Totti aveva in mente di giocare se non da titolare, almeno un tempo e anche qualcosina di più. Insomma, come succedeva con Garcia, pensava di poter continuare a svolgere un ruolo di primo piano e di guidare la sua squadra alla conquista dei quarti. Ma Spalletti lo ha spiazzato, impiegandolo solo negli ultimi 3 minuti, proprio dopo il raddoppio dei Blancos.

Che quella scelta Totti non l’avesse digerita si è visto subito dopo il match, nel tunnel all’uscita dell’Olimpico, quando un giornalista ha tentato di avvicinare il Capitano e lui ha risposto all’apparenza avvilito: «che ci fai con me, ormai?». A distanza di qualche giorno poi, nell’intervista esclusiva al Tg1, Totti ha chiarito che si trattava di una semplice battuta alla ‘Francesco Totti’, appunto, e che non voleva lanciare alcuna frecciatina a nessuno. Però, è anche vero che proprio nella stessa intervista ha chiesto «rispetto», poiché evidentemente per un campione come lui giocare gli ultimi 3 minuti in un ottavo di Champions League non è il massimo; soprattutto considerando che, come lui stesso ha dichiarato, si sente ancora in forma e molto bene fisicamente. E questo lo si è potuto constatare durante tutto il 2015.

Alcuni dei gol e delle giocate di Francesco Totti nel 2015.

Quell’intervista tuttavia gli è costata l’esclusione dagli allenamenti e dalla partita contro il Palermo. Molti tifosi giallorossi erano rimasti sorpresi dalle dichiarazioni di Totti, definendole inopportune in un momento in cui la Roma stava riacquistando sicurezza e la mentalità della squadra vincente, grazie al pugno di ferro di Spalletti, che ha tracciato un netto confine tra il momento dello scherzo (un po’ esagerato con Garcia), e quello del duro lavoro. Ma molti tifosi si sono limitati ad ascoltare la versione tagliata dell’intervista mandata in onda dal Tg1 e non quella integrale, finendo per etichettarla come un ‘capriccio’, senza tra l’altro tenere conto del contesto e delle dinamiche psicologiche in gioco, o più semplicemente vedendola come uno sfogo di un grande campione che non riesce ad accettare di dover giocare di meno.

Ma credere che Totti non abbia la testa per capire che vada dato spazio ai giovani, equivarrebbe a mettere in discussione il suo buon senso, oltre che la sua esperienza e maturità come calciatore. E lui questo è stato il primo a dirlo. Totti sente semplicemente di avere ancora più di 3 minuti nelle gambe, e sente di poter dare ancora molto alla Roma, e forse ha dato per scontato che anche il nuovo allenatore la pensasse così.

Spalletti ha preteso invece di ‘parlare con i fatti’: lasciare Totti in panchina, sperando così di fargli capire che nel suo progetto tattico ha un ruolo secondario. Per il gioco di Spalletti serve dinamicità è vero, e Totti evidentemente non ha più la freschezza fisica di un ventenne, anche se riesce a compensare con le sue grandi doti tecniche.

Forse il capitano giallorosso avrebbe preferito, come ha dichiarato nell’intervista incriminata, che molte cose Spalletti gliele «avesse dette in faccia». Forse con questo intendeva dire che si sarebbe aspettato che l’allenatore toscano gli dicesse chiaramente quali erano le sue intenzioni, piuttosto che farglielo capire facendolo entrare a match praticamente già concluso. E proprio per questo Totti ha infatti parlato di «rispetto».

Come ha scritto anche sulla sua bacheca Facebook l’opinionista sportivo e giornalista Antonio Felici: «Spalletti ha tutto il diritto/dovere di trattare, sul piano tecnico/tattico/fisico, Totti come tutti gli altri e, se lo ritiene opportuno, ha anche il diritto di non farlo giocare mai. Ma aveva il sacrosanto dovere di essere chiaro con lui. Se lo ritiene ormai fisicamente arrivato, incapace di dare un contributo apprezzabile alla squadra, glielo doveva dire in faccia. Non lanciare bastonate in conferenza stampa e contemporaneamente tacere in privato».

«Molti fanno finta di dimenticare che in passato questo signore [Totti, ndr] ha convertito ricchi stipendi in azioni del club per aiutare la società in difficoltà economica. Oppure è dovuto scendere in campo per tentare di convincere grandi campioni a venire a Roma, cosa che evidentemente non erano capaci di fare i dirigenti. In 20 e passa anni Totti è stato la faccia della Roma, ha agito da parafulmine in mille situazioni, caricandosi di responsabilità che non erano sue».

Fortunatamente alla fine la questione sembra si sia risolta, almeno apparentemente, e si è capito che si era trattato di una semplice incomprensione: ognuno aveva la propria idea ma non l’ha condivisa apertamente all’altro; e questo lo si può dedurre da quello che Totti stesso ha dichiarato alla Rai, descrivendo il suo rapporto con Spalletti come un «buongiorno e buonasera».

Dunque per adesso è pace fatta, e stando alle ultime voci infatti, Totti, che da poco è diventato papà per la terza volta, potrebbe rinnovare per un altro anno e pensare al posto da dirigente solo successivamente. Ma affinché questo avvenga si dovrà arrivare a un compromesso che accontenti allenatore e Capitano. Un accordo serio e professionale, che si spera non siano gli ultimi tre minuti di partita, ma un degno contributo al gioco che sia all’altezza del finale di carriera di un grande campione.

Uno dei migliori video sulle giocate e i gol di Francesco Totti dal 1992 al 2014

 
Articoli correlati