Strage Bardo: il ragazzo arrestato in Italia ha un alibi

Secondo l’intelligence nordafricana, Abdelmajid Touil era a Tunisi il giorno della strage, ma sorgono dubbi, dato che una docente e dei registri di classe sosterrebbero che il giovane – durante il periodo dell’attentato – partecipava a lezioni per stranieri in una scuola di Trezzano.

Il 22enne marocchino, che era arrivato in Italia il 17 febbraio su un barcone con altri immigrati, è stato arrestato martedì sera nel milanese con l’accusa di essere coinvolto nell’attentato al Museo del Bardo di Tunisi, in cui sono morte 24 persone, tra cui quattro italiani.

L’uomo è stato trovato a Gaggiano (Milano) nella casa in cui vive con i parenti, ed è stato sequestrato del materiale informatico e telefonico, che verrà analizzato dalla Digos e dai carabinieri.

Digos e Ros avevano catturato il giovane – ricercato a livello internazionale dalle autorità tunisine – con l’accusa di essere uno dei diretti responsabili dell’attacco. Successivamente alla cattura l’accusa è stata modificata ad un semplice aiuto logistico. Comunque sia, in Italia il ragazzo è indagato per terrorismo internazionale.

Oltre all’incertezza dei servizi segreti tunisini, i dubbi vengono alimentati dalle testimonianze dirette delle persone che lo conoscono. In primis la madre, che davanti alle telecamere, dice che «da quando mio figlio è entrato in Italia a febbraio non è mai andato in Tunisia, è stato qui a casa, e andava a scuola di italiano il lunedì e il giovedì».

Il 22enne, arrivato lo scorso febbraio a Torre Salsa vicino a Porto Empedocle, è sotto indagine anche da investigatori tunisini, che insieme alle autorità, ritengono che il giovane sia tornato in Nordafrica per poi rientrare a Tunisi nei giorni dell’attentato.

Le ipotesi quindi vanno in due direzioni opposte, dato che fino ad ora «tra quella data ed il 19 maggio non sono emerse evidenze della sua presenza sul territorio nazionale», ha detto oggi 21 maggio il ministro Angelino Alfano alla Camera.

Anche per i vicini di casa della madre di Touil, il ragazzo era a Milano in quei giorni: «Nei giorni dell’attentato era qui – dice una donna all’Ansa –  La madre ha fatto tanti sacrifici per lui. Sta cercando lavoro». Tutto ciò però non esclude un coinvolgimento esterno del marocchino.

Venerdì 22 si terrà la prima udienza davanti ai magistrati della quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano, che si occuperà della richiesta di estradizione. Argomento delicato da trattare per i giudici, per il fatto che in Tunisia vige ancora la pena di morte e non c’è ancora una prova evidente del suo coinvolgimento.

 
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