Sia Biden che Trump accusati di possedere documenti riservati. E ora?

Di Jack Phillips

Secondo Alan Dershowitz (ex professore di diritto della Harvard, ora in pensione) la scoperta dei documenti riservati trovati in possesso del presidente Joe Biden da quando era vicepresidente vanificano le motivazioni usate per perseguire l’ex presidente Donald Trump.

Ad agosto, la residenza di Trump di Mar-a-Lago è stata perquisita da agenti dell’Fbi poiché i pubblici ministeri sospettavano che vi fossero dei documenti riservati. Ma questa settimana, gli avvocati di Biden hanno rivelato che dei documenti riservati sono stati trovati nella casa dell’attuale presidente nel Delaware e in un ufficio di Washington che aveva utilizzato, cosa che ha portato il procuratore generale Merrick Garland a nominare un procuratore speciale per indagare sulla questione.

In risposta ai due casi, Dershowitz ha dichiarato a Just the News che «non puoi avere due sistemi di giustizia a meno che le accuse contro Trump non superino quello che chiamavo il test di Clinton-Berger. Ora è il test Clinton-Berger-Biden. A meno che la sua condotta non sia molto più eclatante e illegale di ciò di cui sono stati accusati i tre democratici, non si può avere un procedimento penale contro Donald Trump».

Dershowitz ha poi affermato che Biden possedeva questi documenti quando era vicepresidente e, a differenza di Trump, non aveva l’autorità per declassificarli. Dopo il raid dell’Fbi dello scorso anno, Trump ed ex funzionari della Casa Bianca hanno infatti affermato che avevano declassificato una serie di materiali quando era presidente.

«Sappiamo, ad esempio, che i presidenti possono declassificare il materiale quando sono in carica, ma non dopo aver lasciato l’incarico», ha affermato. «Sappiamo che i vicepresidenti non possono declassificare il materiale».

Tuttavia, l’ex professore di diritto e avvocato difensore di alto livello ha affermato che né Trump né Biden dovrebbero essere perseguiti per questi documenti: «Non c’è abbastanza per un procedimento penale contro nessuno dei due. Anche se ci fosse qualche sentore che forse Trump dovrebbe essere perseguito per Mar-a-Lago, non succederà ora. Merrick Garland non vorrà essere percepito come qualcuno che applica la legge in modo diverso per democratici e repubblicani».

Durante uno scambio con un giornalista, a Biden è stato chiesto se sapesse che quei documenti erano nel suo garage. Biden ha risposto affermativamente.

«Quindi i documenti erano in un garage chiuso a chiave?» gli ha chiesto il giornalista di Fox News Peter Doocy. «Sì, così come la mia Corvette», ha risposto Biden, comunicando anche ai giornalisti questa settimana che sta «collaborando pienamente» con il Dipartimento di Giustizia.

La Casa Bianca risponde

La Casa Bianca si è affrettata a rispondere alla rivelazione dei materiali riservati. In una conferenza stampa, l’addetto stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha risposto a numerose domande sui rapporti e sull’annuncio di Garland, a volte faticando a dare risposte coerenti: «Stiamo cercando di farlo secondo le regole; come ho affermato ieri, questo era sotto esame da parte del Dipartimento di Giustizia e il processo è stato il seguente: quando gli avvocati del presidente si sono resi conto che i documenti esistevano … hanno contattato gli archivi e il Dipartimento di Giustizia, giustamente. Questo è quello che dovresti fare, come avvocati, è quello che hanno fatto e hanno collaborato pienamente con il Dipartimento di Giustizia».

Successivamente, Jean-Pierre ha rifiutato di dichiarare se Biden fosse sicuro che non ci fossero più documenti riservati in nessun altro luogo. «Posso solo riferire ciò che ha annunciato il suo team […] questa ricerca è completa, è fiducioso in questo processo».

Annuncio di Garland

Giovedì scorso, Garland ha annunciato la nomina di Robert Hur, un ex procuratore statunitense nominato da Trump nel Maryland, come consulente speciale per indagare sul ritrovamento di quei documenti: «Le circostanze straordinarie qui richiedono la nomina di un procuratore speciale per questa questione». Garland ha aggiunto che Hur valuterà se qualcuno ha violato la legge: «Questa nomina sottolinea per il pubblico l’impegno del Dipartimento per l’indipendenza e la responsabilità in questioni particolarmente delicate, e per prendere decisioni indiscutibilmente guidate solo dai fatti e dalla legge».

Gli avvocati di Biden hanno trovato la prima serie di documenti in un armadio chiuso a chiave negli uffici del Biden Penn Center a Washington il 2 novembre, poco prima delle elezioni di medio termine, ma lo hanno rivelato pubblicamente solo lunedì 9.

Biden non ha comunicato quando gli ultimi documenti sono stati trovati a casa sua, ma solo che la revisione dei suoi avvocati sui potenziali luoghi di archiviazione è stata completata mercoledì 11 sera.

 

Articolo in inglese: Dershowitz: Biden Classified Documents Finding Undermines Trump Prosecution

NEWSLETTER
*Epoch Times Italia*
 
Articoli correlati