Serbia e Kosovo normalizzano le relazioni economiche su impulso di Trump

Di Ella Kietlinska

Venerdi 4 settembre Serbia e Kosovo hanno siglato un accordo per la normalizzazione delle relazioni economiche; il tutto nello Studio Ovale di Donald Trump, che ha definito l’evento come un «vero punto di svolta» che aiuterà i due Paesi balcanici a prosperare dopo decenni di guerre e negoziati fallimentari.

Secondo fonti interne al governo statunitense sentite da Reuters, entrambi i Paesi – che in passato erano parte della Jugoslavia – hanno accettato di sospendere i colloqui per la normalizzazione delle relazioni politiche per un anno, in modo da consentire all’accordo economico di gettare le sue fondamenta.

Riporta il Balkan Insight, un affermato sito di informazione sulla situazione della penisola balcanica, che la Serbia ha accettato di porre fine, per un anno, ai tentativi di persuadere gli altri Paesi a non riconoscere il Kosovo; mentre il Kosovo ha acconsentito a sospendere per un anno gli sforzi volti a entrare a fare parte delle organizzazioni internazionali.

Il presidente della Serbia Aleksandar Vučić ha dichiarato ai giornalisti serbi presenti a Washington: «Sono stati colloqui difficili per noi, ma sono molto soddisfatto».
Vučić ha anche sottolineato che l’accordo economico non include il mutuo riconoscimento tra Serbia e Kosovo. Ma ha definito i colloqui come una grande vittoria per la Serbia e un passo avanti verso il rafforzamento dei legami con gli Stati Uniti. Infatti, nonostante ufficialmente la Serbia stia tentando di entrare a far parte dell’Unione Europea, negli ultimi decenni ha stretto importanti legami politici, economici e militari con Russia e Cina.

Da un punto di vista storico, il Parlamento del Kosovo ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia nel 2008, nove anni dopo che la Nato ha condotto una campagna aerea di 78 giorni contro la Serbia stessa, per fermare una sanguinosa repressione rivolta agli albanesi del Kosovo.
Da allora, la maggior parte delle nazioni occidentali ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, ma la Serbia e i suoi alleati (Russia e Cina) non lo hanno fatto.

L’attuale situazione di stallo e la riluttanza della Serbia a riconoscere il Kosovo hanno alimentato le tensioni e impedito la piena stabilizzazione della regione balcanica in seguito alle sanguinose guerre degli anni Novanta.

Rapporti con Israele

Inoltre, Kosovo e Israele hanno annunciato che stabiliranno relazioni diplomatiche, mentre la Serbia si è impegnata a trasferire la sua ambasciata a Gerusalemme entro luglio e ad aprire un ufficio commerciale a Gerusalemme questo mese, secondo Trump. Il trasferimento renderà la Serbia il primo Paese europeo ad avere un’ambasciata a Gerusalemme.

Secondo il Times of Israel, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto con favore l’annuncio e ha confermato che Israele stabilirà relazioni diplomatiche con il Kosovo: «Il Kosovo sarà il primo Paese a maggioranza musulmana ad aprire un’ambasciata a Gerusalemme».

Sempre durante l’incontro a Washington, sia la Serbia che il Kosovo hanno deciso di designare Hezbollah – la nota milizia sciita libanese – come organizzazione terroristica e di mantenere pulite le loro reti di comunicazione 5G escludendo da esse le attrezzature di fornitori non affidabili, secondo quanto scritto dal Balkan Insight.

Dal canto suo, il presidente Trump ha elogiato il presidente Vučić e il primo ministro del Kosovo Avdullah Hoti per la loro coraggiosa scelta di «intraprendere questi colloqui e venire a Washington per finalizzare questi impegni». Trump ha dichiarato che in questo modo hanno reso più sicuri non solo i loro Paesi, ma anche i Balcani e il mondo.

Mentre Vučić ha affermato che «una zona economica unificata, negli interi Balcani occidentali» porterà alla Serbia risultati economici concreti.

Il premier kosovaro Hoti ha invece dichiarato che secondo lui l’accordo rappresenta un «grande passo in avanti» che «potrebbe alla fine condurre al mutuo riconoscimento tra i due Paesi. […] Condividiamo gli stessi valori di libertà, democrazia ed economia di libero mercato», ha aggiunto.

All’evento ha presenziato anche il consigliere statunitense per la Sicurezza Nazionale Robert O’Brien, secondo cui l’accordo economico è «un primo passo» verso il raggiungimento di una soluzione politica. Il consigliere ha spiegato che l’accordo prevede anche l’apertura di nuovi valichi di frontiera, oltre a regolare gli investimenti americani in Serbia e in Kosovo, e a includere disposizioni per il riconoscimento dei titoli di studio e delle patenti del Kosovo in Serbia e viceversa.

Infine, anche il segretario di Stato Mike Pompeo ha emesso un comunicato in sostegno dell’accordo sulla normalizzazione economica e ha confermato il sostegno degli Stati Uniti «ai negoziati in corso tra il Kosovo e la Serbia per una normalizzazione complessiva delle relazioni».

Pompeo ha definito la normalizzazione dei legami e il riconoscimento reciproco tra Kosovo e Israele come «una conquista monumentale», e ha sottolineato che insieme all’impegno della Serbia ad aprire un ufficio commerciale e a trasferire la propria ambasciata a Gerusalemme contribuirà alla pace «tra i nostri partner in Europa e in Medio Oriente».

 

Articolo in inglese: Serbia, Kosovo Agree to Normalize Economic Ties, but Postpone Mutual Recognition

 
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