Ragazza muore a Messina, probabile droga letale. Il parere degli esperti

Si chiamava Ilaria Boemi la ragazza che lunedì sera è stata trovata senza vita sulle spiagge di Messina. Mentre si attendono i risultati dell’autopsia che rivelerebbe se quella notte la 16enne abbia assunto alcool e sostanze stupefacenti, il Pm Sebastiano Ardita afferma che l’ipotesi che la causa del decesso sia la droga è piuttosto «concreta».

E non solo, sebbene sia soltanto un’ipotesi investigativa «vi è la possibilità che vi sia della droga letale in circolazione», ha affermato il procuratore aggiunto in conferenza stampa.

Quella che per la sorella maggiore un tempo era la più intima compagna di giochi tutto a un tratto è cambiata: «Crescendo le nostre strade si sono divise e tu non eri più la stessa», dice Samanta Boemi sul suo profilo facebook. E per alcuni i suoi interventi sul Social erano simbolo di un malessere: «Siamo nati per morire con un urlo dentro che nessuno può sentire», questa la frase che riporta le parole di uno dei suoi rapper preferiti.

Cosa dire in questi casi, quando la parola ‘droga’ sembra tutt’altro che lontana, e quando sempre più giovani diventano fulcro di scandali di dipendenza?

La dipendenza «rappresenta la risposta a un disagio», afferma il dottor Gaetano Tizza, psicologo e psicoterapeuta in Sicilia. «Si tratta di un problema legato ai fattori di rischio (facendo l’esempio delle tecnologie, il fatto di avere un telefono che funziona sia per la navigazione sul web che per i social, predispone all’abuso dello strumento stesso). I giovani sono portati ad abusarne perché hanno dei vantaggi: attraverso il Social diventa più semplice godere di certe stimolazioni nell’idealizzare».

Questo poi avviene in misura maggiore o minore, dipende dall’individuo. Chi ha fatto uso di sostanze non necessariamente ne sviluppa una dipendenza. Per questo è importante fare «una distinzione chiara tra uso e abuso. Per quanto riguarda l’uso ci sono fattori di rischio che ti avvicinano ad approcciare la sostanza, ma dall’uso all’abuso bisogna superare dei meccanismi di autocontrollo interno che dovrebbero essere di natura biologica e che dovrebbero appartenere alla capacità di discernere i pericoli».

«Il problema sta nell’essere predisposti a un disagio, vissuto da molti giovani. Così attraverso l’abuso di sostanze si riempiono dei vuoti che i ragazzi non riescono a colmare in altri modi». Un tema delicato, e che nel caso di Ilaria richiama l’attenzione proprio per l’impatto che ha avuto a livello ‘Social’. Se poi si parla di idealizzazione, con alcune foto del suo profilo facebook che richiamano a serie tv come Breaking Bad, fiction americana sullo spaccio di droga, o a film come Requiem for a dream, famoso film sulla dipendenza da eroina, assieme a frasi come «Normale che non mi tocchi io non esisto [tratto da altro testo rap, ndr]», si può pensare che questo sia un caso particolare. Quest’ultime «si chiamano credenze metacognitive – continua il dottor Tizza – Abbiamo una tendenza a fare dell’elaborazioni di tipo esistenziale, e allora in alcuni casi, quando si vive una condizione iniziale di sofferenza, e l’idea che la vita va vissuta in un certo modo, si possono formare tutta una serie di idee che giustificano lo ‘sballo’».

Anche per la Annalisa De Filippo, psicoterapeuta a Milano, questi fenomeni sono «espressione di un malessere e di un desiderio di fuga dalla realtà, un atteggiamento sempre più comune nella società attuale». In questo senso per la dottoressa diventa fondamentale «aiutare i giovani nella ricerca di strategie per affrontare le difficoltà della vita, sostenendoli e ascoltandoli».

Per il dottor Tizza è importante anche lo stile educativo dei genitori, perché quest’ultimi «sono cambiati, e così si vengono a creare tutta una serie di fenomeni, nell’interazione tra genitori e figli, che non sono funzionali alla crescita, ad esempio si diventa troppo permissivi», e così i figli non vengono messi nella condizione di comprendere che il futuro lo si costruisce soprattutto con il sacrificio. Da non dimenticare, poi, che un’altra possibile soluzione al problema della ricerca di piacere tramite droga può essere combattuta cambiando lo stile di vita, affacciandosi ad attività ricreative più salutari, che possano prendere il posto della dipendenza da droga, che in un modo o nell’altro lega il ragazzo o la ragazza alla ricerca di piacere tramite di essa.

 
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