Quotidiano estone pubblica propaganda del Pcc sullo Xinjiang, ma poi si scusa

Di Frank Yue

Il caporedattore del quotidiano serale Õhtuleht, uno dei giornali più influenti in Estonia, si è scusato apertamente per aver pubblicato e stampato un articolo di propaganda sullo Xinjiang, pervenuto dall’ambasciatore cinese in Estonia, Li Chao.

Il 15 aprile, Õhtuleht ha pubblicato una pagina intera di propaganda del Partito Comunista Cinese (Pcc) nella sua sezione pubblicitaria a pagamento, intesa a confutare le notizie sui campi di concentramento, lavoro forzato e genocidio contro gli uiguri e altri gruppi minoritari nello Xinjiang. Un articolo che ha subito attirato le polemiche dei lettori.

Martin Šmutov, il caporedattore, si è scusato con i lettori del giornale in un’intervista a Err news, ammettendo che la redazione aveva commesso un errore e violato i valori dell’azienda, nell’accettare di pubblicare l’articolo sul giornale. Il caporedattore si è impegnato quindi ad apportare modifiche organizzative per evitare il ripetersi di tali incidenti.

Ma non è la prima volta che le operazioni di influenza del Pcc incontrano battute d’arresto in Estonia. Già nel febbraio di quest’anno, un altro quotidiano estone, Eesti Päevaleht, aveva inserito un articolo simile, sempre dell’ambasciatore Li e sempre sullo Xinjiang, nella sua sezione pubblicitaria. In seguito, il direttore della pubblicità si è scusato, affermando che l’articolo fosse contrario agli standard di contenuto da pubblicare, e che era stato pubblicato a causa di uno «spiacevole errore organizzativo». «Abbiamo dichiarato categoricamente che non pubblicheremo più tali contenuti e narrazioni», aveva affermato a Err Urmo Soonvald, caporedattore di Eesti Päevaleht. «Prendiamo decisioni basate sui valori e non vogliamo contribuire alla propaganda che ignora e sopprime i diritti umani più elementari».

Postimees, quotidiano estone con una storia di oltre 150 anni, ha sempre resistito con forza agli articoli pro-Pechino. Mart Raudsaar, il caporedattore di Postimees, ha affermato che, nonostante il loro amore per la cultura cinese, non avrebbero mai pubblicato articoli di propaganda per difendere le politiche di repressione e persecuzione del Pcc sulla questione dei diritti umani: «Non pubblichiamo questa propaganda comunista. Come Paese, abbiamo anche determinati valori».

Raudsaar ha rivelato che un’agenzia diplomatica del Pcc una volta li ha contattati per lo stesso scopo, ma senza successo. E l’articolo che avrebbero voluto pubblicare era lo stesso che è apparso su Eesti Päevaleht a febbraio.

Presidente estone: crescente sfida dalla Cina

Il 15 aprile, il primo ministro dell’Estonia e presidente del Partito riformista, Kallas, ha dichiarato a Err che le attività degli organi del Pcc rappresentano una sfida crescente per l’Estonia, come per altri piccoli Paesi e per le democrazie nel loro insieme.

Mentre era a capo dell’opposizione nel luglio 2020, Kallas ha accusato il Pcc di violazioni dei diritti umani nello Xinjiang. A quel tempo, ha invitato l’allora governo estone a prendere una posizione dura contro Pechino. La repressione della Cina nei confronti della sua minoranza uigura «ricorda uno degli orrori che la Germania nazista ha inflitto agli ebrei», aveva dichiarato Kallas all’epoca, sottolineando l’importanza della coerenza nella politica estera del Paese e sostenendo che se l’Estonia rimprovera la Russia per le sue violazioni dei diritti umani, deve allora trattare la Cina allo stesso modo.

Anche l’Ue è stata anche criticata da Kallas per la sua incapacità di delineare una strategia coordinata contro la Cina e per la ricerca di investimenti al di fuori del regime comunista.

Agenzia di intelligence: il Pcc è una delle principali minacce alla sicurezza nazionale

Per tre anni consecutivi, la Cina comunista è stata evidenziata dall’Agenzia estone di intelligence come una delle principali minacce al Paese.

Il rapporto annuale dell’agenzia per il 2021 ha menzionato in particolare le operazioni di influenza all’estero del Pcc, nonché le minacce dalla Russia. In risposta, il 14 febbraio l’ambasciata cinese in Estonia ha respinto il rapporto con una forte protesta, richiedendone la revisione.

Tuttavia secondo Vision Times, il ministro degli esteri estone, Urmas Reinsalu, non si è smosso davanti le critiche del Pcc.

 

Articolo in inglese: Editor-in-Chief of Estonian Newspaper Apologizes for Running CCP Propaganda on Xinjiang



 
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