Quando non ci si può fidare di scuola e tribunali

Di Brad Johnson

Può essere difficile da credere, ma a volte è lecito domandarsi se i sistemi adottati oggigiorno dalla scuola e dalla medicina psichiatrica facciano più bene che male alla vita dei bambini, e se, addirittura, non rischiano di metterli in pericolo.

In Canada, un padre ha passato l’inferno con la scuola e i tribunali, mentre sua figlia ha pagato un prezzo terribile. Il padre in questione è chiaramente un brav’uomo, non schierato politicamente e interessato solo al benessere della figlia, senza pregiudizi.

Il problema è nato quando sua figlia, di soli 12 anni, ha iniziato a riscontrare problemi a scuola per via di alcuni disturbi mentali di cui soffriva. Così, come molti farebbero, padre e figlia hanno chiesto l’aiuto di uno psicologo/counselor scolastico.

Questo psicologo scolastico ha immediatamente affermato che la figlia dodicenne fosse transgender. La scuola l’ha aiutata quindi a scegliere un nome da maschio e ha cominciato a trattarla come un maschio, per giunta senza avvisare il padre.

Quando il padre lo ha saputo, non era sicuro di cosa pensare o fare, come è naturale, ma era aperto alla possibilità che la figlia esplorasse questa via.

La scuola ha quindi consigliato un incontro con lo psicologo e autore lgbt Wallace Wong.

Il dottor Wong ha concluso che la bambina soffrisse di disforia di genere e ha consigliato di prendere ormoni sessuali quando aveva ancora 13 anni. Il dottor Wong lavora di concerto con il sistema locale di cura degli orfani e delle adozioni, tuttavia è stato criticato per aver diagnosticato ad addirittura il 20 percento dei bambini una qualche forma di disforia di genere.

La famiglia è stata messa in contatto con l’ospedale, che le ha spiegato che se la figlia avesse subito le iniezioni, le sue ossa avrebbero smesso di crescere, provocando gravi problemi di salute a lungo termine, oltre a sterilità permanente, tra le altre cose.

I dottori ci hanno tenuto a precisare che nessuno conosce tutte le implicazioni a lungo termine per la salute, dato che queste procedure sono nuove. Il padre, dunque, ritenendo che la radice del problema fosse probabilmente la storia clinica di malattie mentali della figlia (e non la disforia di genere) non ha voluto concedere il permesso per i trattamenti ormonali. Ha ritenuto che fosse più responsabile nei confronti di sua figlia aspettare che crescesse, prima di prendere decisioni irreversibili, come il divenire sterile.

Poco dopo il 14esimo compleanno della figlia, però, il padre è stato informato da un medico dell’Ospedale Pediatrico della British Colombia in Canada che il suo consenso non era più richiesto perché la figlia era divenuta capace di decidere personalmente.

Secondo il papà, la figlia è stata portata fuori strada e plagiata dal personale scolastico e dagli attivisti di sinistra, che hanno cominciato a trattarla da maschio transgender a scuola quando aveva 12 anni, senza informare i genitori.

Il padre ha quindi portato subito la cosa in tribunale, nel tentativo di fermare il tutto.

A febbraio 2019, il giudice Gregory Bowden della Corte Suprema della British Colombia ha dato torto al padre e ha stabilito che la ragazza 14enne potesse assumere ormoni sessuali in base alla propria scelta. Il tribunale è andato anche ben oltre: ha sentenziato che se un genitore si fosse rivolto a lei usando pronomi femminili o il suo nome di battesimo, sarebbe stato passibile del reato di ‘violenza familiare’.

Quella stessa sera, il padre è stato intervistato da The Federalist e ha definito sua figlia una ragazza. A causa di questo, è stato condannato per ‘violenza familiare’ ad aprile del 2019. Anche in questo caso, il giudice, Francesca Marzari, si è spinta persino oltre e ha emanato un ordine che autorizzava l’arresto del padre senza mandato, da parte di un qualunque agente di polizia, in presenza di prove ragionevoli del fatto che avesse definito sua figlia una ragazza o usato un pronome femminile per riferirsi a lei.

Il tribunale ha anche imposto un ordine di bavaglio: il padre non può parlare pubblicamente di sua figlia o del suo caso. Va ricordato, comunque, che non esistono leggi, in Canada, che permettano ai tribunali di emanare questo tipo di ordine bavaglio che impediscano ai genitori di parlare dei figli, o anche che rimuovano i genitori dal processo decisionale per il trattamento sanitario dei figli.

Il processo d’appello ha leggermente alleggerito la sentenza, rimuovendo la parte secondo cui il padre avrebbe commesso ‘violenza familiare’ solo per via dei suoi commenti. Tuttavia, il bavaglio e altri aspetti della sentenza originale rimangono validi; la figlia ha cominciato a prendere le iniezioni di ormoni a marzo 2019. A 15 anni è sterile e dovrà continuare a subire questo trattamento per il resto della sua vita; non si sa quali problemi di salute avrà come conseguenza. I medici stessi ammettono di non saperlo.

Come si è finiti in questa situazione oscura e pericolosa? Come potrebbe un/una ragazzino/a di quella età sapere per certo se vale la pena perdere la fertilità o no? È incredibile che sia divenuto un problema politicizzato e che la sinistra americana supporti queste tendenze.

Da tempo si è stabilito che per prendere la maggior parte delle decisioni autonomamente bisogna avere 18 anni, e anzi, qualcuno potrebbe sostenere che sia persino troppo presto.

Come minimo, non andrebbero presi in considerazioni tutti i possibili tipi di terapia mentale prima di operare una scelta così drastica, per assicurarsi che la radice del problema non sia un’altra? Negli Stati Uniti, il fatto che una ragazza di 13 o 14 abbia dato il proprio consenso non rende un uomo adulto immune dall’essere processato per abusi sessuali; seguendo questa logica, la stessa ragazza dovrebbe, a maggior ragione, essere considerata troppo giovane per poter decidere se sottoporsi o meno a un operazione di sterilizzazione.

 

L’autore dell’articolo, Brad Johnson, è un ex agente della Cia e presidente della Americans for Intelligence Reform.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente le idee di Epoch Times.

Articolo in inglese: Are the School and Court Systems the Enemy of the People?

 
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