Premier australiano: l’Oms «Non è immune da critiche»

Di Victoria Kelly-Clark

Il primo ministro Scott Morrison ha dichiarato che l’Australia continuerà a sostenere l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ma ha aggiunto che l’ente «non è immune da critiche», e che dovrebbe fare meglio il suo lavoro.

I commenti di Morrison del 15 aprile alla radio 6PR sono arrivati ​​mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sospendeva il sostegno finanziario dell’America all’autorità sanitaria, in attesa di un’indagine sulla sua «cattiva gestione, sugli insabbiamenti e i fallimenti» durante l’epidemia del virus del Pcc.

La Casa Bianca ha affermato che l’Oms ha ripetutamente sostenuto le teorie del regime cinese, secondo cui il coronavirus non si stava diffondendo tra gli umani, nonostante gli avvertimenti di medici e operatori sanitari che sostenevano il contrario.

Nel corso dell’intervista, Morrison ha inoltre ricordato che, a gennaio, l’Australia aveva fatto affidamento sulle valutazioni dell’Oms, e ha aggiunto: «Quindi sospetto che avremmo subìto lo stesso destino di quei Paesi che attualmente sono alle prese con l’epidemia».
Ha continuato sottolineando che l’Australia aveva segnalato la pandemia settimane prima dell’Oms.

Il 14 gennaio, l’Oms avvertiva i Paesi che non vi era alcuna trasmissione da uomo a uomo del virus del Pcc, comunemente noto come nuovo coronavirus.

Tuttavia, ora si è appreso che, non solo questa informazione era sbagliata, ma già a metà dicembre il Pcc era consapevole che, nella Cina continentale, stava avvenendo la trasmissione da uomo a uomo. Questo ha permesso al virus di radicarsi e di diffondersi meglio. Eppure, il Pcc non lo ha ammesso fino al 20 gennaio, dopo che oltre 5 milioni di persone avevano lasciato Wuhan.

L’Australia non ha seguito i consigli dell’Oms, ed ha chiuso i confini con Cina, Iran e Italia. L’Australia ha un numero di casi molto inferiore rispetto ad altri Paesi, con 6.458 casi confermati (fino al 16 aprile).

La partnership tra Australia e Oms

L’Australia collabora a stretto contatto con l’Oms su importanti progetti nella regione del Pacifico, per questo motivo Morrison ha detto al 6PR che non ha voluto «buttare via il bambino con l’acqua sporca».

Attualmente, l’Australia e l’Oms lavorano al loro primo progetto congiunto, che durerà fino al 2022. Per L’Oms, l’obiettivo principale di questa cooperazione è sostenere gli sforzi dell’Australia per migliorare la salute di tutti, non solo in Australia ma anche nella regione del Pacifico occidentale, che include un certo numero di isole del Pacifico. Nell’accordo di cooperazione è scritto che l’Australia aiuterà l’Organizzazione a diventare più trasparente e responsabile.

L’Oms ha inoltre attività di collaborazione con 46 centri australiani di diverse istituzioni, tra cui governi statali e università.

Sempre il 14 gennaio, il tesoriere Josh Frydenberg ha affermato che l’Australia non sempre è d’accordo con l’Oms, e che «renderemo noti questi punti di vista», in modo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità possa svolgere meglio il proprio lavoro.

Problemi di trasparenza nell’Oms

Circa la metà dei fondi dell’Oms proviene dai Paesi membri. Gli Stati Uniti sono stati il ​​più grande sostenitore finanziario, contribuendo con 400 – 500 milioni di dollari (636-795 milioni di dollari australiani) ogni anno, che rappresentano circa il 15 percento del bilancio totale dell’Organizzazione.

In una conferenza stampa, Trump ha dichiarato che la decisione di sospendere i finanziamenti in attesa di una revisione, è derivata dal fatto che l’Oms «ha fallito nel proprio dovere fondamentale, e deve essere ritenuta responsabile», precisando che tale revisione richiederebbe probabilmente tre mesi circa.

La trasparenza non è un problema nuovo per l’Oms. Infatti, un rapporto pubblicato nel 2018 sulla rivista Globalization and Health, rileva che l’Organizzazione ha avuto gravi problemi di trasparenza e responsabilità riguardo alle proprie finanze. Lo stesso rapporto ha sollevato preoccupazioni sul fatto che l’Organizzazione potesse «stabilire un processo decisionale imparziale».

Nel 2018, l’Australia ha dato all’Oms oltre 70 milioni di dollari (44 milioni di dollari Usa), e per il 2020, ha già contribuito con circa 8,3 milioni di suoi dollari.

A tale proposito, il fondatore del partito liberale David Sharma ha dichiarato su Twitter che i finanziamenti dovrebbero essere subordinati alle riforme: «Il continuo finanziamento australiano all’Oms dovrebbe dipendere dalle riforme necessarie: dobbiamo dare uno sguardo sotto l’aspetto giuridico, non solo alle cause di questa crisi, ma al comportamento stesso delle istituzioni che hanno giocato in essa un ruolo chiave».

 

Articolo in inglese: World Health Organisation ‘Not Immune From Criticism’: Australian PM

 
Articoli correlati