Portogallo preferisce la medicina amara: confermato governo pro-austerity

Confermato in Portogallo il governo pro-austerity di centro-destra, al 37 per cento dei voti. Al secondo posto i socialisti con il 32, seguiti dal 10 per cento della sinistra ‘quasi estrema’ di Bloco de Esquerda e dall’8 per cento dei comunisti. Ma la maggioranza assoluta non c’è.

A fare la vittoria del centrodestra di Pedro Coelho sono stati probabilmente vari fattori. Dopo il governo socialista di Josè Socrates, il Paese era entrato nella sua fase di maggiore crisi e l’effetto Socrates – poi finito in prigione per corruzione – genera sfiducia da parte del pubblico nei confronti del Partito Socialista.

Con la pillola amara del centrodestra, invece, il Portogallo è uscito dalla fase più dura della crisi.

Un altro fattore che gioca a favore del centrodestra è l’astensione al 57 per cento. Il dato mostra il disinteresse verso la politica e mancanza di ampia fiducia nei partiti anti-austerity, tutti di sinistra radicale.

Il panorama politico del Portogallo non è cambiato più di tanto rispetto al pre-crisi, se lo si paragona all’Italia che ha visto sorgere il Movimento 5 Stelle, cambiare drasticamente la sinistra con Renzi e risorgere la Lega a scapito di Berlusconi.

Il governo di centrodestra manca tuttavia della maggioranza assoluta. Si esplora la possibilità di una alleanza con i socialisti, che accettano l’austerity ma chiedono delle modifiche e delle concessioni (similmente all’atteggiamento di Renzi nella campagna delle europee). Questa è, chiaramente, la soluzione che vorrebbe anche l’Europa. Un’altra possibilità è un governo di centrodestra con appoggio esterno. È probabile che si torni alle urne in un anno.

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