Perché Taiwan è importante per il Giappone e cosa diceva Shinzo Abe

Di Jessica Mao

Secondo un recente sondaggio, oltre il 90% degli adulti giapponesi ritiene che il Giappone dovrebbe prepararsi per una risposta di emergenza nel caso in cui Pechino decida di invadere Taiwan.

Rispondendo al sondaggio effettuato tra il 27 e il 29 maggio dal media giapponese Nikkei Asia, il 50% degli intervistati ha affermato che il Giappone dovrebbe fare il più possibile nell’ambito delle leggi esistenti; e il 41% ritiene che il Giappone dovrebbe migliorare la sua reattività, anche revisionando la Costituzione del Paese. Insieme, oltre il 90% dei giapponesi ritiene necessario che il Paesi si prepari in caso di emergenza a Taiwan, mentre il 60% ha anche espresso sostegno all’idea che il Giappone possieda le proprie capacità di contrattacco.

In caso di emergenza a Taiwan, il Giappone può intervenire in conformità con le disposizioni della Legge sulla pace e la sicurezza, che consente alle forze di autodifesa giapponesi (Jsdf) di fornire le necessarie attività di supporto in una situazione che ha un’influenza importante per la pace e la sicurezza del Giappone o che minaccia la pace e la sicurezza internazionale.

Anche l’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe (di recente assassinato) aveva espresso pubblicamente il suo sostegno a Taiwan.

In una videoconferenza con Tsai Ing-wen, presidente della Repubblica Cinese, il 22 marzo, Abe aveva dichiarato: «L’anno scorso, in un seminario tenuto da un think tank di Taiwan, ho detto che se Taiwan ha un problema, allora il Giappone ha un problema, e anche l’alleanza Giappone-Usa ha un problema. Naturalmente, questo era un modo per esprimere il mio senso di urgenza, e io stesso ho sostenuto il concetto di un Indo-Pacifico libero e aperto».

Tre motivi per cui il Giappone vuole aiutare Taiwan

Allora perché il Giappone sostiene fortemente Taiwan?

In un’intervista con Epoch Times il 1 giugno, Su Tzu-yun, ricercatore associato presso l’Istituto per la difesa nazionale e la ricerca sulla sicurezza di Taiwan, ha affermato che ci sono tre ragioni principali.

La prima è difendere il valore comune della democrazia, perché il sistema democratico è attualmente minacciato dall’autoritarismo del Pcc, ed è evidente che il Pcc sta tentando di espandere il suo governo autoritario. Il Partito Comunista Cinese (Pcc) «usa mezzi democratici per distruggere la democrazia e usa la libertà di parola per distruggere la libertà di parola. Proprio come aveva detto l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il Pcc distrugge il libero scambio attraverso il libero scambio; in altre parole, attraverso la concorrenza sleale. Pertanto, queste condotte malvagie del Pcc sono nella stessa linea, indipendentemente dal fatto che si tratti di aspetti economici, politici o militari». Su Tzu-yun ha inoltre indicato che il Pcc si è infiltrato in tutti i principali Paesi democratici, inclusa l’Unione Europea, i Stati Uniti e Australia.

Il Pcc sta anche esportando il suo modello di autoritarismo digitale, per esempio la sua tecnologia di sorveglianza in alcune monarchie del Medio Oriente. Nondimeno il Pcc agisce come un membro irresponsabile nella comunità internazionale. Vuole sovvertire la stabilità della società internazionale basata sulle regole creando un altro insieme di regole.

Su Tzu-yun prosegue ricordando che quando gli Stati Uniti hanno invitato la Cina ad aderire all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), inizialmente speravano che il Pcc avrebbe attuato riforme politiche dopo aver compiuto progressi nello sviluppo economico. Tuttavia, invece di intraprendere la strada giusta, il Pcc ha deviato sempre più lontano dalla democrazia, ponendo una minaccia alla civiltà umana: «La mia osservazione è che questa non è solo una questione dello Stretto di Taiwan, né è affatto una cosiddetta questione di riunificazione. La questione dello Stretto di Taiwan è una competizione tra democrazia e autoritarismo, e questa è la chiave».

La seconda ragione per l’atteggiamento di supporto del Giappone è in considerazione degli interessi di sicurezza nazionale, secondo Su. Il Giappone fa affidamento sull’acqua che va dal Mar Cinese Meridionale fino alle acque che circondano Taiwan per ottenere il 90% del suo petrolio greggio e il 76% del suo gas naturale. Le sue esportazioni in Europa dipendono ancora di più da questo corso d’acqua: «Ecco perché le élite politiche giapponesi credono che “se Taiwan ha un problema, allora il Giappone ha un problema”. La sua ancora di salvezza marittima dipende davvero dalla sicurezza di Taiwan».

Su crede che l’espansionismo militare del Pcc sia un altro motivo per cui il Giappone sostiene Taiwan, in quanto il Pcc è diventato una vera minaccia alla pace mondiale, perché ossessionato dall’espansione militare. Secondo Su, il Pcc pensa infatti che solo le espansioni militari garantiranno la sua sicurezza nazionale.

Il campo democratico ha ora formato un’alleanza più forte sotto la minaccia del Pcc: «L’invasione dell’Ucraina da parte di Putin è un’ottima analogia. Ha ottenuto ciò che né Trump né Biden possono fare, ovvero unire l’intera Nato», ha spiegato Su.

Meno controlli sulle esportazioni di attrezzature per la difesa

Un articolo del 28 maggio del The Japan Times ha rivelato che il governo giapponese sta discutendo un ulteriore allentamento delle misure di controllo delle esportazioni per l’equipaggiamento della difesa, sperando di rafforzare la cooperazione con gli alleati e la deterrenza contro il Pcc.

Nel 2014, il Giappone ha stabilito i tre principi sul trasferimento di attrezzature e tecnologia per la difesa come primo passo per allentare il divieto di esportazione, ma l’esportazione di armi letali era ancora vietata.

Secondo questi principi, le esportazioni verso Paesi che non sviluppano armi congiuntamente con il Giappone, sono limitate alle attrezzature per le missioni di salvataggio, trasporto, allerta, sorveglianza e sminamento.

Su ha detto a Epoch Times che attualmente non esiste una cooperazione militare diretta tra Taiwan e il Giappone. Supponendo che il Giappone alla fine allevi le sue regole di esportazione, Taiwan potrebbe prendere in considerazione l’acquisto di sottomarini dal Giappone: «Le prestazioni dei sottomarini giapponesi sono eccezionali e saranno uno strumento di difesa molto importante per Taiwan nella lotta a questa guerra asimmetrica [con il Pcc, ndr]. La seconda categoria da considerare per Taiwan è l’attrezzatura per la guerra elettronica, poiché anche la tecnologia elettronica giapponese è molto avanzata. C’è un’altra cooperazione che è relativamente facile da realizzare a breve termine, che è la cooperazione di intelligence strategica».

Su ritiene che Taiwan e Giappone possano iniziare prima con la cooperazione in materia di sicurezza economica, prima di procedere con quella militare: «Questo perché vogliamo assicurarci che la cooperazione bilaterale sia impostata su basi solide e stabili».

 

Articolo in inglese: Taiwanese Military Expert Sheds Light on Why Japan Treats Taiwan Emergency as Its Own

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