Catalogna: la via di Artur Mas verso l’indipendenza è ancor più ripida

Dopo le elezioni regionali vinte da Artur Mas, leader della coalizione ‘Junts Pel Sì’ a favore dell’indipendenza della Catalogna e presidente del Governo catalano, ora ci si ritrova davanti ad una salita più ripida di quanto poteva essere due giorni fa. Le accuse legali e le sfide politiche sono il motivo principale.

A due giorni dalle elezioni regionali, l’Alta Corte di giustizia della Catalogna ha infatti accusato Artur Mas di reato di disobbedienza.

L’accusa includerebbe i presunti crimini di corruzione, abuso di potere, appropriazione indebita di fondi pubblici e non solo; il punto chiave sarebbe che il 9 novembre 2014 Mas aveva fissato un consultazione alternativa, con voto simbolico, al referendum per l’indipendenza catalana bocciato dall’Alta Corte spagnola.

Ma il presidente della Generalitat (il Governo della Catalogna, ndr), ha anche altri motivi di preoccupazione. Sebbene la sua coalizione, ‘Junts Pel Sì’, abbia vinto le elezioni per il Parlamento della Catalogna, non ha ottenuto abbastanza seggi per formare un governo, e tanto meno i voti per sentirsi sostenuto dalla maggioranza dei catalani.

Inoltre la chiave mancante per una governance è l’accordo con il Cup, l’altro partito favorevole all’indipendenza catalana. Il leader del partito, Antonio Banos, ha detto in un’intervista televisiva citata da La Vanguardia, che Mas è «una figura troppo connotata dai tagli, dalla chiusura delle aziende, dalle privatizzazioni e dai patti con il Partito Popolare», per cui non voterà il suo insediamento come presidente della Generalitat e sosterrà la secessione immediata. Nonostante ciò Banos ha anche affermato che non farà «un favore a Madrid» e continuerà la sua strada verso l’indipendenza della Catalogna. 

Da non dimenticare però le parole del premier Mariano Rajoy, il quale ha detto che nonostante sia disposto a parlare con il presidente secessionista Artur Mas, la comunicazione avverrà all’interno della legge spagnola e soprattutto contando nel fatto che «i sostenitori della rottura non hanno mai avuto l’appoggio della legge e da ieri sappiamo che non hanno neppure l’appoggio della maggioranza della società catalana», riporta Ansa.

In ogni caso da lunedì le formazioni politiche a favore dell’«indipendencia» hanno iniziato i primi contatti telefonici per cercare una strada comune. «Parleremo con tutti. Il processo è di tutti, non soltanto di Junts Pel Sì e di Cup. Comunque, senza alcun dubbio, questo (processo d’indipendenza) andrà bene», ha concluso Banos, citato da La vanguardia.

 
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