Nuovo special set alla mostra d’Arte di ‘Zhen, Shan, Ren’

FIRENZE – Esposta nella culla del Rinascimento, l’Arte di Zhen Shan Ren ha la missione di far rivivere l’arte classica e i valori morali tradizionali. Ospitata a pochi passi da Ponte Vecchio a Firenze, l’esposizione è ora composta di più di 50 opere, grazie all’inaugurazione del nuovo special set.

The Art of Zhen Shan Ren (L’Arte di Verità, Compassione e Tolleranza), è stata pensata per la prima volta nel 2003 dallo scultore e pittore cinese Zhang Kunlun, ed è nata dall’insieme delle sue toccanti esperienze durante la sua incarcerazione in Cina come prigioniero di coscienza. Il professor Zhang, che insegna e ha studiato arte per 54 anni, ha riunito altri artisti che, come lui, condividono dei principi di benevolenza e di ricerca del bene all’interno dell’arte, oltre alla denuncia di atrocità che avvengono in Cina.

Durante la cerimonia d’inaugurazione, il professore Zhang Kunlun ha espresso la sua profonda ammirazione per le Belle Arti che, ancora oggi, rappresentano un modello artistico globale: «Cinquecento anni fa, Dio ha mandato Michelangelo, Leonardo Da Vinci, Raffaello e altri artisti per insegnare alla gente come creare l’arte. Essi hanno stabilito la gloria artistica dell’umanità». E ora, «come un raggio di luce che rappresenta la rinascita dell’arte classica» la mostra d’Arte di Zhen Shan Ren «splende in questa galleria», mostrando le azioni rette di compassione e di bontà che caratterizzano i cuori dei praticanti della disciplina spirituale del Falun Gong, raffigurati in vari dipinti.

Mentre «la maggior parte della società si trova in un labirinto di confusione» ci sono ancora coloro che sono in grado di unirsi e connettersi a questa mostra d’arte e a questi valori. Il professore ha voluto ringraziare dal profondo del cuore ogni ospite all’evento, valorizzando ciò che, per la cultura cinese, viene vista come la base del destino: le relazioni predestinate (Yuan Fen) «che ci hanno portato qui oggi».

Un avvenimento artistico unico dato che Firenze diventa il luogo in cui tre nuove tele vengono mostrate e descritte per la prima volta in tutto il mondo. Pioniere di quest’occasione speciale è diventato il dipinto ad olio Punire il male collettivamente, nato dalla cooperazione tra le artiste cinesi Jing Wang e Xiaoping Chen, sotto richiesta e coordinazione del professor Zhang Kunlun.

Viene rappresentata un’ipotetica conferenza sui diritti umani, nella quale i partecipanti scoprono le atrocità commesse in Cina e si scagliano quindi contro il rappresentante del governo cinese, mostrando delle forti reazioni. Tra gli attori di questa scena vi sono anche i canadesi David Matas e David Kilgour, tra i primi a pubblicare indagini private che condannano il prelievo forzato di organi perpetrato dal Pcc nei confronti dei prigionieri di coscienza.

Lo sdegno, le espressioni visive e le petizioni contro il traffico d’organi appoggiate sul tavolo avvalorano la forza emotiva che questo dipinto vuole esprimere. La condanna comune diventa uno sforzo positivo nel portare il Pcc alla giustizia.

L’unicità dell’opera si compone di due parti: la modalità tecnica della composizione e il modo in cui la tela è stata dipinta. Per quanto riguarda le tecniche, il professor Zhang ha voluto dare maggior rilievo, piuttosto che alla regola dei terzi, al punto focale incarnato dal rappresentante del Partito Comunista Cinese, in basso a sinistra. La maggior parte delle direzioni che arrivano dal dipinto portano infatti a quell’unico punto, che per lo spettatore diventa ciò su cui far cadere l’occhio.

Per quanto riguarda il processo di creazione del dipinto la signorina Xiaoping ha detto come «all’inizio miss. Wang ha usato uno schema di colori freddi per il lato sinistro, rispetto ai colori relativamente più caldi che io stavo usando per il lato destro. Così abbiamo cercato di aggiustare noi stesse provando a cooperare, in modo che risultasse creato da un artista solo».

Secondo il professor Zhang un dipinto così grande avrebbe occupato circa un anno di tempo di un artista, ma con questa cooperazione le due artiste cinesi hanno impiegato soltanto 4 mesi. Per di più Zhang ha ammesso di aver scelto loro due «non soltanto perché sono due straordinarie artiste, ma perché le loro menti sono pulite, chiare, e possono portare standard morali elevati. Se gli artisti sono brave persone i dipinti porteranno l’energia stessa degli artisti e del messaggio, così chiunque lo guarderà riceverà questa energia positiva».

Le due artiste hanno rifiutato di esporre nel dipinto il proprio ego ma piuttosto hanno lavorato come un corpo unico, secondo quanto detto dalla Xiaoping. Condividendo le loro comprensioni esse hanno imparato l’una dall’altra e hanno beneficiato entrambe dalla missione che questa mostra d’arte porta con sé.

 
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