No, negli Stati Uniti non c’è razzismo sistemico

L’autore dell’articolo, Stephen Moore, è un giornalista d’economia, autore e editorialista. L’ultimo di molti libri di cui è coautore è «Trumponomics: Inside the America First Plan to Revive Our Economy». Attualmente, Moore è anche il capo economista dell’Institute for Economic Freedom and Opportunity.

 

Dal 1950 al 2000, il reddito dei neri ha visto un maggior incremento rispetto a quello dei bianchi, negli Stati Uniti.

Il gruppo che ha tratto maggior beneficio, nello specifico, è stato quello delle donne di colore, il cui reddito complessivo è quasi raddoppiato (al netto dell’inflazione). Il divario razziale persiste, ma è molto più basso oggi di quanto non fosse nel 1950. Partendo da questo dato, come si può sostenere che gli Stati Uniti siano un Paese sistematicamente razzista?

I Black Lives Matter, insieme a circa l’80 per cento dei professori universitari e i loro amici nei media, sostengono che il presidente Donald Trump sia un razzista. La Cnn lo ripete quasi ogni notte. Ma è sempre saggio giudicare un uomo dalle sue azioni, e non dalle sue parole o promesse.

Il rapporto del Census Bureau pubblicato all’inizio di questo mese rileva che, dal 2016 al 2019, i redditi dei neri sono aumentati in misura maggiore rispetto a qualsiasi altro periodo di tre anni nella storia degli Stati Uniti. Il reddito familiare medio per i neri è ora di 45.438$ (circa 40.000 euro).

I tassi di povertà nera sono scesi al livello più basso mai registrato, anche se restano ancora molto più alti di quelli dei bianchi. Il progresso economico dei neri sotto Trump (pre-coronavirus) è stato quindi quasi miracoloso. Alla luce di questo, si può davvero sostenere che il presidente sia razzista?

Una delle affermazioni più fantasiose da parte del gruppo Blm, è che l’America discrimini tutte le minoranze, o le «persone di colore». Con questo, al giorno d’oggi, intendono le persone che sono nere, ispaniche o di qualsiasi altra razza che non sia bianca; tuttavia gli ultimi dati del censimento sui redditi contraddicono apertamente quest’accusa, almeno per quanto riguarda le finanze familiari e le opportunità economiche.

Oggi il gruppo col più alto reddito in America, non sono i lavoratori dalla pelle bianca, ma gli asiatici. Sorprendentemente, il reddito familiare medio degli asiatici americani ha raggiunto quasi i 100.000$ (circa 90.000 euro) l’anno. In altre parole, la famiglia asiatica media ha un reddito molto alto. Una delle meraviglie dell’America come terra di opportunità è che un immigrato può arrivare in America povero, provenendo magari dalla Cina o dall’India, e entro 20 anni entrare nella classe media o addirittura diventare ricco.

In che modo gli asiatici, molti dei quali sono immigrati di prima o seconda generazione da Giappone, Corea, India, Cina, Pakistan, Taiwan, Filippine, Indonesia eccetera, hanno superato i bianchi? Forse hanno una cultura del lavoro che enfatizza la determinazione in modo maggiore. Forse è più probabile che intraprendano occupazioni nel campo delle scienze, dell’ingegneria o della medicina, dove gli stipendi sono alti. Forse è l’effetto «mamme tigre» (ovvero delle madri molto severe ed esigenti con i figli). Chi lo sa. Ma ciò che è indiscutibile, stando a queste prove, è che questo non sarebbe potuto accadere se l’America fosse stata una nazione xenofoba, che odia le minoranze etniche.

E gli ispanici? Trump ha effettivamente detto cose molto brutte sui messicani che vengono negli Stati Uniti illegalmente e commettono crimini, ma gli ispanici stanno andando molto bene in America. La famiglia ispanica media guadagna oggi più di 56.000$ (circa 50.000 euro) l’anno. Non è da ricchi, per gli standard americani, ma è un enorme balzo in avanti rispetto a quanto guadagnano in Messico, El Salvador o Cuba. I guadagni dei latinos negli ultimi tre anni sono stati straordinari. Gli ispanici sono stati anche preziosi nel mantenere operativi gli ospedali, le case di cura, i negozi e i sistemi di consegna durante questa pandemia, grazie alla loro determinazione ed etica del lavoro incredibile.

Da tutto questo si può determinare che l’America non è la nazione più razzista, ma semmai la meno razzista sulla Terra, quando si tratta di mobilità economica ascendente.

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: No, the United States Is Not Systemically Racist

 
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