Mozart, l’aria Zefiretti lusinghieri dall’opera Idomeneo re di Creta

L’aria Zefiretti lusinghieri fa parte dell’opera seria in tre atti Idomeneo re di Creta di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Giambattista Varesco. La prima rappresentazione avvenne il 29 gennaio del 1781 al Teatro Nuovo di Corte di Monaco di Baviera.

Nel seguente video, l’aria Zefiretti lusinghieri interpretata dal doprano Natalie Dessay:

L’opera fu commissionata a Mozart per il carnevale del 1781 dal principe elettore Carlo Teodoro di Baviera. Il testo è tratto dal libretto omonimo di Antoine Danchet per la Tragédie-lyrique Idoménée di André Campra, rappresentata nel 1712.

L’aria è cantata da Ilia, principessa troiana figlia di Priamo, prigioniera a Creta dopo la vittoria dei Greci a Troia. Idamante, figlio del re di Creta Idomeneo, se ne innamora ma lei in un primo momento non corrisponde i suoi sentimenti poiché il giovane fa parte del popolo che ha distrutto la sua patria. In seguito, ammirando il coraggio di Idamante, che per salvare Creta va a combattere un terribile mostro marino, se ne innamora e chiede ai venti di trasportare un messaggio di questi suoi rinnovati sentimenti per il giovane.

Zeffiretti lusinghieri,
Deh volate al mio tesoro:
E gli dite, ch’io l’adoro
Che mi serbi il cor fedel.
E voi piante, e fior sinceri
Che ora innaffia il pianto amaro,
Dite a lui, che amor più raro
Mai vedeste sotto al ciel.

Ilia per la prima volta fu interpretata da Dorothea Wendling nel 1781.Natalie Dessay, nata nel 1965, è un soprano francese. Ha studiato al conservatorio di Bordeaux e ha avuto il suo primo
ruolo da solista nel 1989. Da allora ha calcato le scene dei più importanti teatri del mondo. Attualmente vive con la sua famiglia a Parigi.

Wolfgang Amadeus Mozart compose l’opera Idomeneo re di Creta all’età di venticinque anni. Non fu la sua prima opera seria, ma fu la prima in cui apportò delle importanti innovazioni. «Idomeneo è un capolavoro sperimentale, ricco di inventiva musicale, stilistica ed espressiva, già in grado di offuscare i compositori contemporanei e ponte sull’immediato futuro del teatro d’opera, in cui la vita irrompe con la sua naturale immediatezza», scrive Ugo Malasoma su OperaClick.

 
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