Mostra di cadaveri plastificati a Torino

TORINO – L’idea risale agli anni 70, i primi introiti agli anni 90, ma è nell’agosto del 1999 che viene aperto il primo stabilimento di trattamento dei cadaveri a Dalian, città della Provincia del Liaoning, nel nord-est della Cina. Oggi i cadaveri plastinati rappresentano un oggetto da mettere in mostra. In numerose parti del mondo musei ospitano questi corpi a puro scopo esibizionistico ed economico. Un facile accesso ai corpi dei prigionieri nel sistema extralegale di detenzione cinese favoriscono questo macabro business anche in Europa e Stati Uniti.

In Italia la mostra è stata ospitata a Milano e Torino. Ma da dove provengono i corpi plastinati? e a chi appartenevano questi corpi? Lo abbiamo chiesto agli organizzatori della mostra a Torino.

«Noi conosciamo la provenienza per quello che ci è stato detto e certificato, ovvero sono corpi che provengono soprattutto dalla Cina, sono corpi di donatori, sono persone che hanno ritenuto di donare i loro corpi alla scienza per varie finalità. So che ci sono tante polemiche dietro a questo tipo di esibizioni, non ritengo di dover dare una valutazione personale. Mi fermo al supporto documentale che abbiamo», ha detto Daniele Donati, Direttore generale del Palaolimpico di Torino.

Una società che gestisce negli Usa il milionario business dei corpi ha dato un’indicazione ai visitatori: «Quello che state per vedere può provenire da prigionieri perseguitati e giustiziati in Cina». In Cina l’accesso ai corpi è facilitato dalle norme che regolavano l’utilizzo dei corpi non-rivendicati.

Secondo l’articolo 348 della Legge di Procedura Criminale cinese «se la famiglia del criminale non rivendica il corpo dopo la data specifica, la Corte Popolare può avvisare le organizzazioni competenti perché prendano il corpo o i resti».

L’articolo 348 lascia campo libero a tribunali e funzionari della pubblica sicurezza nella gestione dei corpi non-rivendicati. I corpi dei praticanti del Falun Gong, monaci tibetani, religiosi di ogni confessione si prestano ad essere utilizzati liberamente in quanto spesso non-rivendicati.

Il noto ex-funzionario del Pcc Bo Xilai, allora governatore della Provincia del Liaoning, ha ampliato e costruito decine di campi di lavoro e centri di detenzione dopo l’inizio della persecuzione della pratica meditativa del Falun Gong il 20 luglio del 1999, sulla quale Bo ha fondato la propria carriera politica: i corpi dei praticanti rifornivano il fiorente mercato degli organi cinese. Nel lucroso mercato degli organi sono implicati funzionari di polizia, tribunali, ospedali militari e medici, che regolarmente cambiano le loro affermazioni su ciò che hanno fatto con i corpi.

La rivista Spiegel, nel 2004, a partire da un’intercettazione di mail, ha avanzato l’ipotesi che Gunther Von Hagens, inventore del processo di plastinazione dei cadaveri, avesse utilizzato dei corpi arrivati illegalmente dalla Cina. Il dottore ha ammesso di aver ricevuto dalla Cina corpi con i segni dell’esecuzione. La sua tecnica di “plastinazione” permette di conservare un corpo attraverso dei derivati del silicone.

La Abc News, ha affermato che in una mostra a San Francisco è stato trovato un liquido che fuoriusciva dai corpi. Ciò sottolinea il fatto che questi modelli contengono ancora i resti umani che si decompongono e hanno bisogno continuamente di essere reintegrati. Inoltre si ritiene che queste mostre necessitano il rifornimento continuo dei corpi cinesi.

I Cinesi non hanno però un programma di donazione di organi e credono nel seppellire o cremare i loro corpi intatti dopo la morte.

«L’uso dei cadaveri – con o senza permesso – è un insulto ai morti, non importa in quale cultura», ha detto Bettie Luke, vicepresidente della Luke Family Association. «Spero che le mostre “Human Exibition” vengano chiuse e che non traggano più profitto da questi cadaveri di Cinesi che non hanno mai dato il consenso ad essere mostrati».

Grazie agli attivisti dei diritti umani il 17 settembre 2010 la mostra dei corpi è stata vietata in Francia. In un articolo su france24.com si legge: «secondo il giudice che presiede, la mostra di cadaveri a fini commerciali va contro il codice civile francese, in cui si afferma che “I resti dei defunti devono essere trattati con rispetto, dignità e decenza”». I corpi sono stati confiscati e sepolti per il rispetto dovuto verso i defunti.

In diversi paesi del mondo simili mostre sono state bandite, come alle Hawaii, San Francisco, California, Germania, Russia e Venezuela.

A questo proposito viene spontaneo chiedersi perché l’Italia ha abbassato la testa e ha chiuso gli occhi di fronte a una mostra del genere. Le prime affermazioni sono state: «è una mostra straordinaria e scientifica», dimenticandosi dei principi etici e del diritto fondamentale.

Nel diritto romano vigeva il principio dell’incommerciabilità del corpo, e rigorose disposizioni riguardanti la sepoltura e la cremazione, suggerite da diffuse tradizioni religiose basate sul rispetto dovuto ai resti della persona defunta. L’attuale Codice Penale prevede diverse condanne per l’uso illegittimo di cadavere – distruzione o mutilazione.

 
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