L’Italia si rialza, arrivano le prime azioni legali contro Pechino e l’Oms

Dopo le denunce e le richieste di risarcimento danni al regime cinese da parte di diversi Stati negli Usa, adesso anche l’Italia si fa coraggio e sembra prendere una posizione più chiara sulle responsabilità da attribuire per la pandemia.

La più recente azione legale del Paese contro Pechino, o perlomeno il più recente annuncio di tale intenzione, arriva infatti proprio dalla Regione Lombardia (la più colpita dalla pandemia), che secondo quanto reso noto il 29 aprile dal deputato Lega Paolo Grimoldi «chiederà, e in tempi brevissimi, il conto dei danni alla Repubblica Popolare Cinese: siamo pronti a mandare all’ambasciatore cinese un acconto di richiesta danni da 20 miliardi».

Mentre il primo ente coraggioso in Italia era stato l’Hotel de la Poste di Cortina d’Ampezzo, che il 20 aprile ha citato per danni il Ministero della Sanità della Repubblica Popolare Cinese al Tribunale di Belluno, per non aver segnalato tempestivamente il virus all’Oms, cosa che ha fatto saltare in aria la stagione sciistica e portato a danni economici incalcolabili.

Ma anche l’Oms avrebbe probabilmente potuto far di più. È quello che ipotizza il Codacons, il secondo ente in Italia ad aver alzato la voce dopo l’Hotel de la Poste. L’associazione dei consumatori infatti, sebbene non denunciando direttamente il Partito Comunista Cinese, il 24 aprile ha presentato alla Procura di Milano una denuncia contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per concorso in epidemia colposa.

Sull’Oms infatti graverebbero responsabilità di ritardi ed errori per «aver sottovalutato l’emergenza e fornito suggerimenti sbagliati circa le norme di comportamento da adottare», si legge sul sito del Codacons che cita l’esposto tramite askanews. Così, dall’avere il compito di tutelare la salute pubblica mondiale, il capo dell’organizzazione «Tedros Adhanom Ghebreyesus, potrebbe avere avuto invece possibili responsabilità contribuendo alla diffusione dell’epidemia all’origine, impedendo di salvare migliaia di vite e creando danni economici in tutto il mondo».

Epoch Times ha quindi intervistato il presidente e fondatore del Codacons, l’avvocato Carlo Rienzi, per un commento sulla questione.

Potete spiegare nel dettaglio le motivazioni che hanno spinto il Codacons a denunciare l’Oms?

Abbiamo denunciato l’Oms perché c’erano gravi sospetti su ritardi e omissioni, che erano stati denunciati tra l’altro da stampe internazionali e da alte autorità internazionali; quindi abbiamo cercato di ricostruire anche i rapporti tra presidente dell’Oms e altre strutture, altre situazioni, altri Paesi del mondo, per capire… e chiediamo che la magistratura milanese adesso vada ad approfondire e accerti se quel ritardo che c’è stato sicuramente nella dichiarazione di pandemia dell’Oms  ̶  e che forse se non ci fosse stato si sarebbero potute salvare tante persone, tante vite umane  ̶  sia stato dovuto a un comportamento colpevole e quindi passibile di indagine penale.

C’è stata un’affermazione se non altro discutibile da parte dell’Oms nella circolare arrivata il 5 gennaio in Italia. Una cosa è dire “non riteniamo necessarie le restrizioni ai voli” e un’altra è dire “raccomandiamo di evitare qualsiasi restrizione ai viaggi”. Sembra proprio un consiglio a non fare…

Certo, è stato tutto un comportamento scorretto secondo noi e quindi vanno accertate le motivazioni di questo comportamento. Perché venendo da un’autorità così elevata ovviamente è stato seguito, ed essendo stato seguito, nonostante già a novembre c’erano stati casi anomali di polmonite dappertutto e nessuno aveva segnalato niente, si è quindi continuato a rimanere mesi…

Con i voli con la Cina che sono rimasti operativi a pieno regime fino al 30 gennaio…

Certo, i voli diretti, poi i voli indiretti anche, quindi un macello…

Come funziona in questo caso la denuncia dato che l’Oms è un organismo transnazionale?

Non ha nessuna importanza perché il codice di procedura penale prevede che quando un reato è commesso all’estero ma ha come vittima un italiano, cosa che è ovvia, ne abbiamo troppe di vittime, può indagare la magistratura italiana. Deve solo essere informato il ministro di Grazia e Giustizia, cosa che abbiamo fatto ovviamente.

Ritenete sia necessario o avete intenzione di denunciare anche il Partito Comunista Cinese?

No nessuna denuncia contro il Pcc, ma si sta studiando con degli avvocati americani se è possibile, cosa abbastanza difficile, fare una class action negli Stati Uniti, oppure un’azione collettiva, non class action, in Italia, di tutti i danneggiati, e sul nostro sito ci sono anche i moduli per segnalare la propria posizione di danneggiato, perché quando avremo deciso se si può fare possiamo partire rapidamente. Non è facile però.

Perché avrebbe l’immunità come Stato la Cina…

C’è lo Stato sovrano sì…

A meno che non si tratti il Partito come un’organizzazione e non uno Stato.

Beh insomma, però noi non possiamo fare questa ipotesi, non abbiamo elementi per questa ipotesi…

 
Articoli correlati