Libro denuncia sul prelievo forzato di organi umani in Cina

Da dove vengano gli organi che riforniscono il redditizio settore dei trapianti cinese, è la domanda spinosa affrontata in Organi dello Stato: l’abuso dei trapianti in Cina.

Scritto dall’avvocato dei diritti umani di Winnipeg, David Matas e dal dottor Torsten Trey, direttore esecutivo di Doctors Against Forced Organ Harvesting, Organi dello Stato (State Organs) è composto da dei saggi sulla pratica del prelievo forzato e illegale di organi dai prigionieri in Cina, tra cui i prigionieri di coscienza che praticano un’antica disciplina meditativa chiamata Falun Gong.

Da quando è stato pubblicato lo scorso luglio, ci sono stati vari eventi per il lancio del libro, allo scopo di sensibilizzare sul problema. Il lancio a Victoria (Australia) si terrà il 4 giugno, presso la filiale nel centro della Greater Victoria Public Library.

La spiegazione ufficiale per la fonte degli organi trapiantati in Cina — Paese che non ha un programma nazionale di donazione degli organi — è che vengono dai prigionieri condannati a morte.

Tuttavia, Trey mostra i buchi in questa teoria, facendo notare come non molto tempo dopo che il Falun Gong (anche noto come Falun Dafa) è stato messo al bando dal regime cinese nel luglio 1999 e decine di migliaia di praticanti sono stati imprigionati, questi praticanti «sono stati resi una riserva di donatori viventi ma non consenzienti».

«Una volta che sangue e tessuto sono in accordo con chi chiede il trapianto, il praticante della Falun Dafa abbinato viene ucciso e i suoi organi prelevati», scrive Trey nel suo saggio.

Sebbene non esistano dati ufficiali, Matas stima che per fornire 10 mila trapianti, ogni anno mille prigionieri condannati a morte verrebbero uccisi per i loro organi; 500 trapianti verrebbero da parenti vivi che donano, 500 da Uiguri, Tibetani e Cristiani del Fulmine d’Oriente, e 8 mila dai praticanti del Falun Gong.

La storia del prelievo forzato di organi dai praticanti del Falun Gong in Cina è emersa per la prima volta a marzo 2006, quando un medico militare cinese, un operatore sanitario di un ospedale e un giornalista hanno rivelato che i praticanti venivano uccisi a migliaia per i loro organi, nei campi di lavoro e negli ospedali in tutto il Paese.

Verso la fine di quell’anno, Matas è stato coautore di un rapporto investigativo che mostra l’ampia sottrazione di organi ai danni dei praticanti del Falun Gong. Il rapporto concludeva che tra il 2000 e il 2005 c’erano stati 41 mila 500 trapianti la cui unica spiegazione, quanto alla fonte degli organi, erano i praticanti del Falun Gong.

I saggi contenuti in State Organs forniscono fatti, statistiche, testimonianze e considerano che l’uccisione di prigionieri per ottenere i loro organi viola l’etica medica più basilare.

Gli autori condividono anche la loro opinione sui modi per combattere la pratica e influenzare il cambiamento, allo scopo di portare al termine il prelievo forzato di organi in Cina.

«Chiunque sia interessato a fare medicina in modo etico, rimarrà agghiacciato ma anche rincuorato da questo libro. Agghiacciato per il fatto che in Cina i prigionieri, tra cui i prigionieri di coscienza, continuano a essere uccisi in gran numero per i loro organi e rincuorato dal fatto che importanti membri della professione medica si stanno facendo avanti per combattere questa violazione», ha detto Matas in un comunicato stampa.

Il lancio di “State Organs: Transplant Abuse in China” a Victoria avrà luogo presso la Greater Victoria Public Library Central Branch, 735 Broughton St., martedì 4 giugno, dalle 5 alle 7 p.m nella Central Meeting Room. L’evento includerà una proiezione di “Free China: The Courage to Believe”. L’entrata è libera.

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Articolo in inglese: Book Exposes Grisly Organ Harvesting Practice in China
 
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