La bontà del cielo è la chiave: «L’angelo che lega Satana»

Di Eric Bess

Chiudiamo gli occhi e immaginiamo la versione migliore di noi stessi. Che aspetto ha per noi? Come ci comportiamo?

Molto probabilmente, ognuno di noi ha una visione diversa quando esegue questo esperimento mentale. Alcuni possono immaginarsi con molti soldi, fama o potere; si potrebbe pensare che questi attributi siano necessari per rendere il proprio io migliore.

Tuttavia, è importante ricordare che le persone con denaro, fama e potere possono essere buone, generose e compassionevoli o comunque distruttive e maligne. Dobbiamo quindi chiederci: possiamo essere la migliore versione di noi stessi se ci comportiamo come persone cattive? Naturalmente, la risposta è un sonoro no!

Indipendentemente da ciò che possiamo guadagnare nella vita, dobbiamo essere buoni per diventare la migliore versione di noi stessi. Di recente mi sono imbattuto in un dipinto del pittore romantico Philip James de Loutherbourg, intitolato L’angelo che lega Satana, che mi ha ricordato la lotta interiore che dobbiamo sopportare per diventare il nostro io migliore.

«The Angel Binding Satan», circa 1797, di Philip James de Loutherbourg. Olio su tela, 17,75 pollici per 14,76 pollici. Yale Center for British Art, Connecticut. (Dominio pubblico)

«L’angelo che lega Satana»

Il dipinto di Loutherbourg è una rappresentazione colorata di un angelo che schiaccia il corpo di Satana. Tipicamente, è l’Arcangelo Michele che viene raffigurato mentre sconfigge Satana in questo modo (come nell’esempio di Guido Reni), e quindi ci riferiremo all’angelo come Michele.

«L’Arcangelo Michele calpesta Satana», tra il 1630 circa e il 1635 circa, di Guido Reni. Olio su tela, 115,3 pollici per 79,5 pollici. Madonna della Concezione dei Cappuccini, Roma. (Dominio pubblico)
«The Angel Binding Satan», circa 1797, di Philip James de Loutherbourg. Olio su tela, 17,75 pollici per 14,76 pollici. Yale Center for British Art, Connecticut. (Dominio pubblico)

Michele è il punto focale del dipinto. Il panno rosa pastello che scorre intorno ai grigi freddi della sua armatura lo aiuta a risaltare sullo sfondo illuminato dal cielo.

La sua posa è dinamica: la sua gamba destra è ferma su una roccia dietro di lui mentre la sua gamba sinistra blocca a terra il corpo di Satana. Le sue ali spiegate integrano sia il colore che l’attività del tessuto che gli scorre intorno; i suoi riccioli fluenti e dorati imitano il colore della chiave del cielo che tiene nella mano destra; e la sua mano sinistra afferra le catene che ora legano Satana.

Satana è raffigurato in una posa di sconfitta. Il suo corpo si contorce per la pressione del piede di Michele, mentre cerca di liberarsi dalle catene che l’arcangelo gli ha messo al collo. L’altra mano afferra un serpente che si avvolge intorno al suo braccio e la sua testa, (che Loutherbourg dipinse come un teschio), e si gira a guardare Michele.

Satana non si distingue molto dal suo ambiente. Se socchiudiamo gli occhi sull’immagine, noteremo che la parte superiore del suo corpo è quasi indistinguibile dallo sfondo. È interessante notare che il corpo di Satana si distingue maggiormente dal suo ambiente intorno all’area in cui Michele pianta il piede.

I colori complementari (contrastanti) del verde tenue e del rosso intenso avvolgono la metà inferiore della composizione. Le gambe di Satana si trasformano in code di serpenti verdi, una delle quali scende nel fuoco feroce e rosso dell’inferno sotto di lui. L’altra gamba si avvolge in lontananza, sul lato sinistro della composizione.

Controllare la distruzione

In cosa potrebbe contribuire questa immagine a farci diventare il meglio di noi stessi?

È facile pensare che questa immagine rappresenti una battaglia del bene e del male tra il paradiso e l’inferno e che questa battaglia esista in un luogo «là fuori», separato da noi. Tuttavia, prendiamoci un momento per volgere il nostro sguardo all’interno e considerare che questo dipinto rappresenta una lotta che avviene dentro di noi.

Loutherbourg dipinse Satana con un teschio al posto della testa. In genere, i teschi nelle belle arti rappresentano la morte o la distruzione. Una delle gambe serpentine di Satana scende all’inferno e l’altra gira in lontananza; tiene anche un serpente nella mano sinistra. Questi elementi serpentini rappresentano la tentazione. Quindi, possiamo concludere che Satana rappresenta la morte, la distruzione, la tentazione o anche una relazione tra questi elementi: morte e distruzione derivanti dalla tentazione. Queste tentazioni si diffondono nel mondo intorno a noi e ci collegano all’inferno, come le gambe serpentine di Satana.

Se Satana rappresenta gli elementi malvagi, allora, secondo il dipinto che stiamo analizzando, il male corrisponderebbe a quelle tentazioni che provocano morte e distruzione. Come possiamo migliorarci e controllare le tentazioni distruttive in noi?

Michele rappresenterebbe il controllo della tentazione che causa morte e distruzione. Controlla Satana con il piede e le catene: Michele, un angelo che rappresenta la bontà del cielo, può legare Satana, l’incarnazione del male. Tiene una chiave illuminata dalla luce del cielo. È  con questa chiave che incatena Satana e lo tiene prigioniero? Questo suggerisce che è attraverso il cielo che il male viene sconfitto?

La chiave potrebbe non essere solo quella che rinchiude Satana e le sue tentazioni, ma potrebbe anche essere il simbolo della chiave che ci libera dalla prigione della tentazione.

All’inizio di questo articolo, ci siamo impegnati in un esperimento mentale. Abbiamo chiesto quale sarebbe stata la migliore versione di noi stessi. Secondo la saggezza che questo dipinto potrebbe fornire, potrebbe essere la bontà del cielo a formare la migliore versione di noi stessi? La bontà del cielo è la chiave con cui rinchiudiamo le nostre tendenze distruttive e ci liberiamo dalla tentazione?

 

Le arti tradizionali contengono spesso rappresentazioni e simboli spirituali i cui significati possono essere persi per le nostre menti moderne. Nella nostra serie «Guardarci dentro: cosa l’arte tradizionale offre al cuore», interpretiamo le arti visive in modi che possono essere utili per noi oggi. Non presumiamo di fornire risposte assolute alle domande con cui le generazioni hanno lottato, ma speriamo che le nostre domande ispirino un viaggio riflessivo verso il nostro diventare esseri umani più autentici, compassionevoli e coraggiosi.

L’autore dell’articolo, Eric Bess, è un artista figurativo ed è un dottorando presso l’Institute for Doctoral Studies in the Visual Arts (Idsva).

 

Articolo in inglese: The Goodness of Heaven Is Key: ‘The Angel Binding Satan’

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