Investimenti cinesi in Italia, la reazione dell’Ue e di Washington

Il leader cinese Xi Jinping è arrivato a Roma il 21 marzo per una visita ufficiale della durata di tre giorni. Con una mossa che ha destato la preoccupazione degli Stati Uniti e dei suoi alleati, l’Italia dovrebbe siglare un accordo che la renderà il primo importante Paese democratico a partecipare alla mastodontica Nuova Via della Seta.

Nel frattempo i leader dell’Unione Europea stanno pianificando una strategia per difendersi dalla Cina, e il 9 aprile si svolgerà un summit Ue-Cina per discutere le preoccupazioni relative agli investimenti e le pratiche commerciali scorrette del ‘Dragone’. Per la prima volta l’Ue sta discutendo ai massimi livelli come fronteggiare il regime comunista.

Italia

Il 22 marzo il presidente Sergio Mattarella ha ricevuto Xi al Quirinale, mentre la firma del Memorandum d’Intesa con il premier Conte dovrebbe svolgersi durante la mattinata del 23, poco prima della sua partenza alla volta di Palermo.

Durante la visita in Italia dovrebbero inoltre essere siglati oltre 30 accordi, per un valore complessivo stimato intorno ai 7 miliardi di euro, che includono diversi settori chiave tra cui infrastrutture, macchinari industriali e finanza.

Tuttavia, la prospettiva dell’accordo sulla Via della Seta ha causato malumori sia all’interno della coalizione di governo che tra gli alleati dell’Italia, in particolare a Washington; infatti il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca ha esortato pubblicamente Roma a non «legittimare il vanaglorioso progetto infrastrutturale della Cina».

Alla vigilia della sua visita, Xi ha scritto un articolo pubblicato sul Corriere Della Sera intitolato Un patto strategico con l’Italia, che celebra l’accordo, rievocando i legami culturali e storici tra i due Paesi.

Il leader cinese ha scritto che l’accordo include il finanziamento a progetti italiani per la costruzione di porti, e il lancio di nuove iniziative «in settori come la marina, l’aeronautica, l’aerospazio e la cultura […] Italia e Cina possono sviluppare il potenziale di cooperazione in settori come la logistica portuale, il trasporto marittimo, le telecomunicazioni e il medico-farmaceutico».

Xi aveva già pubblicato il 17 marzo una lettera indirizzata a insegnanti e studenti del Convitto Nazionale, un liceo romano, incoraggiando gli studenti ad andare in Cina per inseguire i propri sogni e diventare futuri rappresentati delle relazioni tra Cina e Italia.

Sebbene Xi non abbia dichiarato quali porti rientrino nell’accordo, in precedenza Conte aveva indicato che Trieste e Genova, che ospita il più grande porto italiano, sono le principali candidate a ricevere i finanziamenti.
Il South China Morning Post ha riferito il 19 marzo che saranno quattro i porti italiani finanziati da Pechino: Genova, Trieste, Palermo e Ravenna.

Le reti dei trasporti italiane, che includono ferrovie e porti, sono considerate importanti da Pechino per completare il corridoio marittimo previsto dall’iniziativa, che dovrebbe collegare l’Europa meridionale con i porti dell’Africa Orientale, il sud-est asiatico e infine con la Cina.

Tuttavia, l’iniziativa di Pechino è sovente criticata per aver oppresso i Paesi in via di sviluppo con enormi debiti, impossibili da ripagare. Questa ‘trappola del debito’ è già scattata nello Sri Lanka e nelle Maldive, dopo l’avviamento dei progetti relativi alla Nuova Via della Seta.

Per saperne di più:

Monaco e la Francia

Xi Jinping visiterà Monaco il 24 marzo prima di recarsi in Francia nello stesso giorno. Monaco Telecom, il principale operatore telefonico della città-Stato, ha già firmato un Memorandum d’Intesa con il gigante cinese delle telecomunicazioni Huawei il 27 febbraio, impegnandosi a collaborare allo sviluppo della rete 5G di Monaco, e implementare l’Internet delle cose, i Big Data, e servizi cloud. Mentre il governo statunitense ha fortemente sconsigliato ai suoi alleati dell’Ue di usare apparecchiature Huawei nelle reti di nuova generazione, poiché potrebbero essere sfruttate da Pechino per fini spionistici.

A differenza del suo vicino meridionale, la Francia non apporrà la propria firma al progetto della Nuova Via della Seta, sebbene sia già pronta a firmare accordi con la Cina in settori come energia, trasporti, agricoltura e finanza.

Peraltro il presidente francese Emmanuel Macron aveva dichiarato a inizio marzo che la Cina avrebbe acquistato 184 Airbus A320 jet, per un valore complessivo di circa 16 miliardi di euro. E recentemente la stampa cinese ha confermato che il contratto con Airbus sarà siglato durante la visita.

L’Ue e la Cina

Lo stesso giorno dell’arrivo di Xi nel vecchio continente, i leader dell’Unione Europea a Bruxelles hanno discusso l’adozione di una strategia più difensiva nei confronti della Cina; infatti il 12 marzo avevano classificato la seconda potenza economica mondiale come ‘rivale sistemico’.

L’Unione Europea è sempre più contrariata dalla riluttanza della Cina ad aprire la propria economia, e dall’ondata di acquisizioni cinesi in settori critici per l’Ue; inoltre ha accusato Pechino di distorcere i mercati locali.

Secondo una bozza del comunicato del vertice di aprile visionata da Reuters, l’Unione Europea vuole ottenere la garanzia che il regime comunista metterà in pratica in tempi brevi gli accordi commerciali e sugli investimenti, la cui attuazione viene procrastinata da tempo.

 

Articolo in inglese: Xi Arrives in Italy to Sign Landmark Deal as EU Mulls Stronger Action Against China

 
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