Huawei e la creazione dello Stato orwelliano cinese

Nel 1949, lo stesso anno in cui il Partito Comunista Cinese ha preso il potere in Cina, George Orwell ha pubblicato 1984, il noto romanzo che prospetta lo scenario futuristico di uno Stato guidato dal Grande Fratello e controllato da una onnipresente ‘psicopolizia’.

Quasi 70 anni dopo, oggi, il Partito Comunista Cinese (Pcc) ha realizzato la maggior parte delle atrocità previste dall’incubo distopico di Orwell. Contando sull’appoggio di compagnie di tecnologia e telecomunicazione per sorvegliare il popolo cinese, ha costruito una vera e propria psicopolizia del tempo presente, attraverso la creazione di sistemi di controllo e gestione urbana digitalizzati, presentati al pubblico col nome di ‘Rete dal Cielo’ e ‘Città Sicura’.

Huawei, la più importante compagnia di telecomunicazioni cinese, ultimamente finita al centro dell’attenzione mediatica a causa dell’arresto in Canada della sua direttrice finanziaria Meng Wanzhou, ha svolto un ruolo significativo nel progetto Rete dal Cielo, così come negli altri progetti orwelliani attraverso i quali il Pcc è per la prima volta riuscito a sorvegliare 1,4 miliardi di cinesi, reprimendo al contempo gli oppositori politici e perseguitando le minoranze etniche del proprio Paese.

La ‘Città sicura’ senza libertà personale

Il programma Città Sicura, guidato dal Ministero della Sicurezza Pubblica Cinese, si basa su un volume imponente di informazioni e telecomunicazioni di sorveglianza, che non sono altro che il risultato del progetto Rete dal Cielo. Fa parte della politica del Pcc di «mantenimento della stabilità del Paese», che in realtà è un eufemismo per ‘sorveglianza e repressione del popolo’.

A settembre del 2017, il programma Tv ‘Cina Gloriosa’, della statale Televisione Centrale Cinese (Cctv), ha descritto come il Pcc abbia costruito la rete più grande al mondo di sorveglianza, vantandosi di avere più di 20 milioni di telecamere in un sistema interconnesso con l’intelligenza artificiale (AI) e i big data. Nel 2018, altre 170 milioni di telecamere sono state montate come parte del programma della ‘Città sicura’, e più di 400 milioni di telecamere dovranno ancora essere installate nei prossimi tre anni in tutta la Cina, nelle città e persino nelle campagne.

La tecnologia di identificazione facciale è la colonna portante di Rete dal Cielo, che è stata sviluppata da Huawei in stretta collaborazione con altre piccole aziende come Yitu, SenseTime e Megvii.

Nel novembre del 2017, il giornalista della Bbc John Sudworth ha sperimentato sulla propria pelle l’alta ‘efficienza’ del progetto Rete dal Cielo nella città di Guiyang, nel Sud della Cina: è stato arrestato dalla polizia locale solo sette minuti dopo aver scattato una foto dal suo cellulare.

Il mese precedente, Huawei e SenseTime hanno lanciato insieme una soluzione integrata per il software ad alta capacità di identificazione facciale. Qiu Long, allora vice capo della linea di prodotti IT di Huawei, ha affermato: «Città Sicura è l’obiettivo principale per Huawei […] l’avanzato algoritmo e le applicazioni di SenseTime nell’ambito della AI hanno rinforzato le video soluzioni analitiche di Huawei».

Anche se è stato pubblicizzato come uno strumento per rilevare e prevenire i crimini, il sistema Rete dal Cielo è riconosciuto comunemente come un mezzo per spiare i comuni cittadini cinesi e mantenerli così sotto controllo.

I critici hanno ricordato un caso di infanticidio del 2013 in cui, sebbene vi fosse un’abbondanza di telecamere di sicurezza di Stato sul posto e il monitoraggio assistito dall’AI del sistema Rete dal Cielo, non è stato possibile risolvere il caso e risalire all’assassino. A seguito  delle numerose proteste dei cittadini, i media di Stato hanno cambiato la giustificazione addotta fino a quel momento per l’esistenza di Rete dal Cielo, dichiarando che il suo obbiettivo è «semplicemente di mantenere la stabilità sociale, non quello di colpire più severamente il crimine».

Huawei e lo Stato sorvegliato del regime cinese

Huawei ha un ruolo centrale nel programma Città Sicura del Pcc; è stata anche profondamente coinvolta nei due progetti Rete dal Cielo e Cielo Azzurro, e quest’ultimo è un altro programma di sorveglianza usato dalle autorità comuniste.

Il rapido sviluppo della tecnologia di sorveglianza si è ripercosso pesantemente, e tristemente, sul monitoraggio e sulla repressione dei diritti umani da parte del Pcc, specialmente ai danni dei sostenitori della pacifica pratica spirituale del Falun Gong, bandita dalle autorità del governo, e dei membri della minoranza etnica musulmana degli Uiguri, che vivono nella provincia dello Xinjiang nel Nord-ovest della Cina.

Secondo i documenti dalla Commissione per gli Affari Politici e Legali del Pcc (Plac), la missione principale del progetto Rete dal Cielo è aiutare nella repressione del Falun Gong.

Nel frattempo, lo Smart City White Paper 2014 di Huawei ha affermato che Rete dal Cielo è stato sviluppato dal precedente progetto Scudo D’Oro, un sistema di monitoraggio e censura di Internet lanciato per la prima volta nel 1998.

Il Falun Gong, una disciplina di meditazione tradizionale cinese, ha scatenato l’ira del Partito alla fine degli anni ‘90, quando il numero dei praticanti della disciplina era cresciuto fino ad arrivare a decine di milioni. Sotto ordine dell’allora capo del Pcc, Jiang Zemin, il Falun Gong è diventato oggetto di una totale e onnicomprensiva campagna di persecuzione da parte delle autorità, che non si è mai fermata e continua ancora oggi.

Nel 1998 il primo progetto di sorveglianza e repressione, il Progetto Scudo d’Oro, era guidato da Jiang Mianheng, il figlio maggiore di Jiang Zemin, che è una figura importante anche nel settore delle telecomunicazioni. Con la stretta partecipazione di Huawei, il progetto è stato costruito in due fasi: la prima fase è durata dal 1999 al 2002, e la seconda dal 2002 al 2004. A settembre del 2002, Li Runsen, il direttore dell’ufficio del Progetto Scudo d’Oro, è venuto a conoscenza del ruolo attivo di Huawei nella costruzione del progetto dopo aver visitato la sede di Huawei. Durante la realizzazione del progett, tanti prodotti Huawei sono stati addottati dal regime cinese per l’uso pratico. Ad esempio, nel dicembre 2000, l’A8010 Refiner di Huawei è stato applicato ai server del governo.

Nel 2005, in seguito al completamento del progetto, il Plac e le autorità della Commissione dell’Amministrazione della Sicurezza Pubblica (la polizia cinese), hanno proposto di espandere la rete di sorveglianza. Questo ha portato all’inizio delle attività per Rete dal Cielo e Città Sicura. Dall’anno corrente è iniziata la costruzione del sistema Città Sicura in 31 province, regioni autonome e comuni.

Sempre secondo lo Smart City White Paper 2014 di Huawei, l’azienda si è vantata del suo ruolo attivo di sorveglianza a beneficio del Partito, sostenendo di essere il migliore servizio di network nonché fornitore di strumenti della Cina e che, in quanto tale, avrebbe potuto sicuramente fornire soluzioni integrate per il programma Città Sicura. Il White Paper elenca alcuni esempi del coinvolgimento di Huawei ai progetti Città Sicura in città come Hefei, Tianjin e Changsha.

Huawei presta la sua influenza nel mercato dell’IoT (internet delle cose), per facilitare una maggiore penetrazione della sorveglianza del regime nella vita di tutti i giorni, utilizzando il cloud computing e il comando e il controllo integrati per la gestione dei contenuti video (Vcm). Nel caso del giornalista della Bbc, il reporter è stato tracciato proprio dal sistema Rete dal Cielo della città di Guiyang, grazie alla tecnologia OceanStor, la quale è, appunto, fornita da Huawei.

Nel quartiere Longgang della città di Shenzhen, l’ufficio di sicurezza locale ha stabilito un Cloud data center nella città. La piattaforma dei big data di Huawei fornisce un’archiviazione quotidiana in tempo reale e l’analisi di centinaia di milioni dati, per un volume di più di 4TB tra immagini di targhe di autoveicoli, visi di persone e altre informazioni.

Controllo delle città e delle campagne, finanche nelle case

Mentre Rete dal Cielo copre principalmente le zone urbane, le zone extraurbane sono sorvegliate dal progetto fratello Cielo Azzurro, che, come estensione di Rete dal Cielo, è stato sviluppato con la scusa di creare «paesaggi sicuri e protetti», e consiste in un monitoraggio video in tempo reale di tutte le persone che possiedono una Tv o un telefono cellulare.

Nel 2016, le versioni di prova di Cielo Azzurro sono state applicate nelle provincie di Shandong e Sichuan, su una popolazione totale di 200 milioni di cittadini. L’anno successivo il progetto ha raggiunto altre 29 provincie e città.

Nel corso di una riunione sui lavori edili tenutasi a giugno, Chen Yixin, il segretario del Plac ha asserito che il progetto Cielo Azzurro dovrebbe raggiungere il suo obbiettivo finale di «copertura globale, condivisione tramite network, disponibilità a tempo pieno e controllo totale» nel 2020.

Huawei nel 2016 ha fornito la tecnologia Vcm per la costruzione della prima città ‘demo’ per Cielo Azzurro a Wuxi nella Cina orientale.

Huawei e la trasformazione dello Xinjiang

Lo stretto controllo da parte del Pcc della regione autonoma dello Xinjiang si è intensificato ulteriormente negli ultimi anni. Le incarcerazioni arbitrarie di più di un milione di uiguri musulmani, e la profusione di telecamere di sorveglianza, oltre che la presenza costante della polizia militarizzata, hanno trasformato questa regione autonoma in un autentico campo di concentramento all’aria aperta.

Come nel caso della videosorveglianza in tutto il resto del Paese, Huawei ha contribuito significativamente alla situazione dello Xinjiang, le cui condizioni sono diventate più dure che mai. Nell’agosto del 2016 Huawei ha riferito della sua cooperazione strategica con le autorità provinciali del regime e, già da prima del 2011, il suo sistema di elaborazione dati del cloud (cloud computing) veniva usato dalla polizia nella città di Karamay.

Nel relazione della National Information Infrastructure del 2014, è stato notato che il router ATN950A di Huawei è stato scelto dalla Xinjiang Telecom per facilitare il sistema locale di sorveglianza Safe City. La serie ATN950A è stata sviluppata con successo per costruire una rete di sorveglianza che copre tutte le strade principali, le zone commerciali e residenziali.

A maggio del 2018, il Dipartimento di Sicurezza Pubblica dello Xinjiang ha firmato un accordo di cooperazione strategica con Huawei per uno «Xinjiang pacifico e intelligente». Fan Linxin, vice direttore del Dipartimento, ha riferito che Huawei ha fornito un supporto tecnico ‘affidabile’ per le autorità della regione autonoma.

 

Articolo inglese:  Huawei and the Creation of China’s Orwellian Surveillance State

 
Articoli correlati