Il piano dell’Ue per contenere l’egemonia cinese

Di Reuters

BRUXELLES  ̶  Il 12 marzo la Commissione Europea ha definito un piano che in dieci punti mira a stabilire delle relazioni economiche più equilibrate con la Cina; la Commissione ha inoltre esortato i leader europei ad alzare la guardia contro le minacce alla sicurezza informatica.

Il piano d’azione rappresenta un cambio di posizione per l’Ue nei confronti della Cina. I contenuti verranno discussi in dettaglio durante il loro prossimo vertice a Bruxelles, nei giorni 21 e 22 marzo, prima del summit tra Ue e Cina del 9 aprile.

La Commissione (che è l’Esecutivo dell’Ue) ha affermato che l’Unione dovrebbe cooperare maggiormente con la Cina su temi come il cambiamento climatico e la pace, ma dovrebbe anche spingere per una relazione economica più equa, oltre che adottare misure per difendere la propria industria.

L’Unione Europea condivide molte delle preoccupazioni degli Stati Uniti in merito alle distorsioni del mercato cinese, alla sovraccapacità e al trasferimento di tecnologia, ma ha evitato di prendere posizione nella multimiliardaria guerra commerciale tra Washington e Pechino.

Inoltre, il senso di frustrazione dell’Ue è cresciuto sempre più davanti ai lenti passi della Cina nell’apertura della sua economia; altri motivi di disappunto sono poi l’ondata di acquisizioni cinesi nei settori europei più critici  ̶  con la conseguente pressione degli Usa affinché si eviti la Cina  ̶  e, soprattutto, le accuse di spionaggio rivolte al noto produttore di apparecchiature per le telecomunicazioni Huawei.

Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, ha dichiarato in conferenza stampa che i finanziamenti di Stato e le imprese di proprietà statale cinesi hanno distorto i mercati europei. Ad esempio ha spiegato che le normative europee limitano i sussidi che i governi dell’Ue possono fornire alle loro aziende in Europa, ma questo non si applica alle società straniere.

Un diplomatico tedesco dell’Ue ha definito il piano dell’Ue «completo e coraggioso» e capace di passare al vaglio ogni aspetto delle relazioni con Pechino, evidenziando una mancanza di reciprocità, il crescente protezionismo e le difficili questioni relative ai diritti umani in Cina.

Se sostenuto dai leader dell’Ue, il piano consentirebbe all’Unione Europea di sollecitare la Cina ad accettare le riforme nelle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, in particolare per quel che riguarda i sussidi e il trasferimento forzato della tecnologia, e di concludere un accordo sulle norme di investimento entro il 2020.

La Commissione ha sollecitato inoltre i Paesi europei a rilanciare una proposta in fase di stallo conosciuta come Strumento Internazionale degli Appalti, che richiederebbe alle nazioni straniere di aprire le loro gare pubbliche d’appalto in cambio dell’accesso al mercato europeo.
L’Esecutivo europeo ritiene che gli offerenti cinesi per gli appalti pubblici dell’Ue debbano soddisfare elevati standard nell’ambito lavorativo e ambientale, e vuole riadattare la legislazione Ue al fine di limitare le imprese statali e le sovvenzioni statali nel mercato europeo.
L’Ue ritiene inoltre che i Paesi debbano giungere a un comune accordo sulla questione della sicurezza legata alle già pianificate reti di telecomunicazioni 5G.

La Cina è la più grande fonte di importazioni per l’Europa e il suo secondo più grande mercato di esportazioni dopo gli Stati Uniti, con scambi nei due mercati che superano il miliardo di euro al giorno. Il surplus commerciale della Cina in beni con l’Unione Europea era di 177,7 miliardi di euro nel 2017.

 

Articolo in inglese: EU Sets Out 10-Point Plan to Balance China Economic Ties

 
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