In Cina la prima casa diventa speculazione

Negli ultimi due mesi il mercato immobiliare cinese è diventato un tema caldo. Gli investimenti nel mattone del mese di maggio non sono solo aumentati in maniera significativa rispetto allo stesso periodo del 2017, ma da aprile a maggio 2018 hanno fatto un balzo improvviso: dal 15 al 70 per cento in più. Le ragioni dietro a questa esplosione sono le nuove politiche edilizie del Pcc.

Il 5 giugno, il quotidiano finanziario cinese Securities Times ha riportato che, secondo le statistiche immobiliari, prendendo in considerazione il monitoraggio di 25 città nel mese di maggio, l’area immobiliare totale venduta è aumentata del 18,08 per cento rispetto ad aprile, e del 12,45 per cento rispetto al maggio 2017.
Dalle cifre di aprile 2018 si nota che 20, su 25 città, sono aumentate. In particolare, la città di Nanning ha raggiunto il primo posto con l’aumento dell’aera venduta del 166,42 per cento, la seguono in ordine Shaoguan, Lian Yungang e Pechino con un aumento superiore al 70 per cento. Rispetto alle cifre del maggio 2017, 14 su 25 città mostrano un incremento notevole, specialmente la città di Chengdu che ha avuto una crescita rapidissima nell’ultimo anno, seguita a breve distanza da Wenzhou.

Dalle analisi risulta che nelle città di ‘primo livello’ (come vengono definite le città più grandi ad alta densità di popolazione) l’aumento dell’area venduta da aprile a maggio è cresciuta del 33,91 per cento. Pechino ha vissuto un aumento del 77,04 per cento.
Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, solo Shanghai ha avuto un calo, mentre Guangzhou, Shenzhen e Pechino hanno raggiunto un aumento del 10 per cento complessivo. Nelle città di ‘secondo livello’ rispetto ad aprile 2018, l’area venduta a maggio è aumentata del 11,27 per cento e del 28,48 per cento rispetto al maggio 2017. Per le città di ‘terzo livello’ c’è stato invece un aumento del 31,97 per cento da aprile a maggio 2018, ma nel confronto tra maggio 2018 e lo stesso mese del 2017 c’è stato un calo del 14,68 per cento.

LE POLITICHE CONTRADDITTORIE DEL PCC

Dai dati di Cric China, un fornitore di servizi dati per l’immobiliare cinese, maggio è stato in generale per il mercato dell’immobiliare «un mese caldo». Cric China ne spiega le ragioni affermando che l’aumento è dovuto alla grande differenza di prezzo tra le case nuove e quelle ‘usate’.
La politica governativa di «limitare il prezzo dell’immobiliare nuovo», ha causato il conseguente abbassamento del prezzo delle case nuove, creando nel marcato immobiliare la tendenza  «compra subito e guadagna». La seconda ragione è nell’altra politica governativa di «limitare la quantità degli acquirenti delle case». I
infatti attualmente in Cina vige una normativa che prevede che per comprare casa debba uscire un «numero fortunato», che il governo estrae periodicamente (proprio come l’estrazione del lotto) per decidere a chi permettere l’acquisto della casa (che in ogni caso rimane nel possesso dell’acquirente solo per 40 anni, per poi ritornare allo Stato/Pcc).

Come risultato di questa nuova politica del Pcc, si è scatenata una specie di frenesia dell’acquisto: in un mercato in cui le abitazioni sono poche e le persone tante, i cinesi sono preoccupati di perdere l’occasione di comprare casa, e si buttano nel tentativo di comprare casa appena possono.

SPECULAZIONE SULLA ‘PRIMA CASA’

Il 3 giugno i media del regime comunista cinese annunciavano che il «mercato dell’immobiliare si sta scaldando di nuovo». Infatti  grazie alle differenza di prezzo tra case nuove e quelle di vecchia costruzione, il fortunato a cui esce  il numero del ‘lotto del governo’ si precipita all’acquisto di un immobile nuovo per sfruttare il beneficio del prezzo scontato rispetto alla media del mercato. Per poi rivenderlo ‘usato’ a un prezzo molto più alto, e guadagnando in pochissimo tempo un minimo  di un milione di yuan. Un fenomeno inaudito, che non si può definire una ‘corsa alla casa’, quanto piuttosto una semplice speculazione.

Questa speculazione immobiliare in salsa cinese è diventata un fenomeno comune in tutta la Cina.
Secondo la stampa cinese, l’estrazione avrebbe dovuto essere un espediente del Pcc per far rallentare la corsa all’acquisto della casa. Ma, in combinazione con la politica del limite del prezzo sulla casa nuova, ha avuto un effetto contrario.

FAR GIRARE IL DENARO ATTRAVERSO GLI IMMOBILI?

Il 18 maggio, il noto imprenditore immobiliare cinese Ren Zhiqiang ha fatto notare che la causa del fenomeno  della corsa all’acquisto della casa è proprio il Partito Comunista Cinese: l’intento è semplicemente di ‘drogare’ l’immobiliare attraverso questo banale quanto efficace trucco, che fa leva sulla proverbiale avidità di denaro che caratterizza la cultura moderna cinese.

Il mercato interno cinese, attualmente sta infatti affrontando varie difficoltà: il rallentamento dell’economia, il peggioramento delle condizioni finanziarie degli enti locali, l’insolvenza delle aziende pubbliche e private e, non ultimo, la guerra commerciale con gli Stati Uniti.
Gli economisti del Pcc operano sul filo del rasoio, per tentare di far ripartire un sistema complesso che comincia a dare pericolosi segnali di cedimento. Questa ultima (se si vuole, ‘infantile’) mossa sul mercato immobiliare potrebbe essere uno di questi stratagemmi. Se funzionerà o se sarà solo l’ennesima bolla, lo si vedrà molto presto.

 
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