Le scoperte del cacciatore di antimateria sulla stazione spaziale

Positroni e antiprotoni sono le particelle di antimateria che costituirebbero una buona parte dell’universo, secondo le teorie attuali. Le quantità osservate dall’Alpha Magnetic Spectrometer (Ams), installato nel 2011 a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, sono in notevole eccesso rispetto alle previsioni. I risultati – presentati in un comunicato stampa – sono ora al vaglio del Cern di Ginevra.

Rolf Heuer, direttore del Cern, ha dichiarato che sono risultati «di stimolo per la comunità scientifica, tanto per i fisici teorici quanto per gli sperimentali. Questo significa che potremmo essere alle porte di una nuova scoperta, oppure di un nuovo mistero». La difficoltà che gli scienziati si troveranno ad affrontare nascono dal fatto che i dati presentati dall’Ams «non possono essere spiegati alla luce dei modelli attuali sul comportamento dei raggi cosmici».

Nei prossimi tre giorni verranno confrontati i recenti risultati dell’Ams con gli esperimenti e le teorie più accreditate nel campo della fisica delle particelle. In primis verrà affrontata l’inaspettata abbondanza dell’antimateria nei raggi cosmici di alta energia, che secondo l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), potrebbe essere dovuta ad un nuovo fenomeno fisico. Dai dati sono infatti fornite osservazioni importanti sui meccanismi di produzione e propagazione dei raggi cosmici.

il progetto dello Spettometro, al quale l’Italia partecipa in prima linea con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare a braccetto con l’Asi, è l’unico esperimento di fisica delle particelle presente sulla Stazione Spaziale Internazionale. La sua tecnologia in quattro anni ha permesso la rilevazione di più di 60 miliardi di eventi di raggi cosmici.

«Quando 20 anni fa ho fondato assieme al premio Nobel Sam Ting l’esperimento Ams ero sicuro che avremmo scoperto qualcosa di interessante ma non avrei mai immaginato gli straordinari risultati che abbiamo presentato oggi al Cern – queste le parole di Roberto Battiston, Presidente dell’Asi – L’eccesso di antiprotoni presentato oggi al CERN si aggiunge a quello di positroni pubblicato in precedenza da Ams, rendendo sempre più plausibile l’ipotesi che stiamo osservando un nuovo processo fisico fondamentale».

 
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