Azione militare in Libia contro scafisti e Isis: due piccioni con una fava

Idee e dichiarazioni forti si animano, come sempre, dopo le grandi tragedie: la morte di circa 700 persone nelle acque del Mediterraneo il 19 aprile ha portato a varie reazioni nel mondo politico, mentre la reale conta dei cadaveri è ancora in alto mare. Il Governo promette reazioni immediate dell’Ue.

Il premier teorizza l’istituzione di un contingente militare autorizzato dall’Europa o dall’Onu che si occupi di fermare gli scafisti direttamente in Libia, impedendo i viaggi. Una tale opzione toglierebbe anche d’imbarazzo altri Stati, basandosi sulla prevenzione, piuttosto che sul ricollocamento dei migranti. Inoltre avere una presenza militare nello Stato africano è il desiderio di molti Paesi occidentali (Italia e Usa in primis), anche dal punto di vista del contrastare l’Isis, che ha detto chiaramente di voler utilizzare la situazione libica per attaccare l’Italia.

In una intervista ad Rtl questa mattina, Renzi ha detto che l’intervento militare in acque libiche non è facile, perché il diritto internazionale richiede una dichiarazione di guerra o un mandato internazionale, o un accordo con il governo libico, che tuttavia in questo momento è in una situazione caotica e frammentata. Varie questioni su come risolvere la questione sono al vaglio dei servizi segreti, ha detto il premier.

Per quanto riguarda l’intervento via terra, Renzi lo ritiene troppo rischioso.

Obama ha recentemente accettato l’idea che l’Italia abbia un ruolo di leader nel Mediterraneo, mentre il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva già proposto un contingente militare in Libia per fermare l’Isis.

LA TRAGEDIA

Ieri 19 aprile un barcone stracarico di migranti ha lanciato un sos. All’arrivo dei soccorsi, tuttavia, i migranti si sono affollati verso un lato del barcone, portando ad un disastroso naufragio, secondo Il Messaggero. Centinaia le persone finite in mare.

Su Twitter la Guardia Costiera parla di sole 28 persone salvate e di 24 cadaveri recuperati, con una marea di morti ancora affidati al mare. Le stime vanno dai 700 ai 950.

 
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