Google rischia una maxi multa dall’Europa per abuso posizione dominante

Riparte il braccio di ferro tra Bruxelles e Google. L’antitrust europeo dovrebbe formalizzare una accusa di abuso di posizione dominante nei confronti del gigante californiano nelle prossime settimane. È solo l’ultima partita di uno scontro che va avanti da quasi 5 anni.

La rivelazione del Wall Street Journal prende spunto da una fonte interna nella Commissione europea, che parla di come la Ue stia «chiedendo a tutti i soggetti che hanno presentato reclami contro Google in via confidenziale il permesso di pubblicare le loro dichiarazioni. Un segnale chiaro che si sta preparando una accusa formale», si legge sul quotidiano americano.

Il procedimento potrebbe portare Google a vedersi rifilare una maxi multa, nell’ordine del 10 per cento delle proprie entrate annuali, secondo il Wsj. Il conto totale, attingendo alle stime del 2014, sarebbe di circa 6 miliardi di dollari. Big G avrebbe però la possibilità di rifarsi in appello presso la Corte europea, facendo slittare un verdetto finale di anni.

La nuova Commissaria alla concorrenza, la danese Margrethe Vestager, ha però più volte dichiarato che in casi come questi sia preferibile negoziare, arrivando a un accordo, che ritrovarsi in tribunale. Non è da escludere però, il caso ricorda molto da vicino quanto successo con Microsoft, che nel 2012 sborsò circa 1,8 miliardi di dollari per saldare la multa comminata dall’Europa: l’accusa era di non aver permesso agli utenti Windows di poter scegliere autonomamente il proprio browser per navigare su internet, ‘imponendo’ Explorer.

L’azienda diretta da Eric Schmidt è sotto la lente d’ingrandimento per il ruolo che gioca nelle ricerche online, racimolando quote pari al 90 per cento del totale – contro il 75 per cento negli Usa, fa notare il Wsj.

Un simile vantaggio rispetto ai concorrenti ha fatto storcere il naso ad altri big player del mondo digitale: Amazon, Yelp e Tripadvisor hanno denunciato a metà marzo alla Commissione Federale americana per il commercio di essere stati penalizzati da Google nelle ricerche. Un articolo del Guardian ha riportato come i loro link fossero esclusi dalle prime visualizzazioni, un «danno reale per i consumatori e per l’innovazione nelle ricerche online, così come per il mercato pubblicitario».

L’immagine è concessa da Shutterstock

 
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