Google e Youtube finanziano i fact checker per 13 milioni di dollari

Google e Youtube hanno fornito 13.2 milioni di dollari ad una rete globale di fact checker «in prima linea nella lotta contro la cattiva informazione».

Il fulcro dell’investimento è un ‘Fondo di verifica globale delle informazioni’ di 12 milioni di dollari, per supportare la ‘Rete internazionale del controllo dei fatti’ o International Fact-Checking Network (Ifcn), che include 135 organizzazioni di 65 Paesi in oltre 80 lingue. Il fondo aprirà nei primi del 2023.

Google e Youtube hanno dichiarato che questa è decisamente la loro più grande sovvenzione rivolta al fact checking.

«Il ‘Fondo di verifica globale delle informazioni’ aiuterà gli addetti allo scrutinio dei fatti a bilanciare le attuali operazioni o lanciarne di nuove, che migliorino le informazioni, valorizzino le fonti credibili e riducano il danno della mis– e dis-information in tutto il mondo», ha affermato Google in un post sul suo blog che annunciava l’iniziativa.

I soldi, secondo Ifcn, andranno principalmente a 96 organizzazioni che hanno adottato i principi di Ifcn sul controllo delle informazioni e che sono considerate in linea con essi. Tra loro vi sono PolitiFact, Reuters, Snopes e The Washington Post Fact Checker.

«Il mondo ha bisogno di uno scrutinio dei fatti più che mai. Questa collaborazione con Google e Youtube alimenta un sostegno finanziario ai verificatori delle informazioni globali ed è un passo verso la giusta direzione», ha affermato Baybars Örsek amministratore delegato dell’Ifcn. «E sebbene si debba fare ancora molto, questa alleanza ha suscitato una collaborazione costruttiva ed è una tappa importante».

L’International Fact Checking Network (Ifcn) è ospitato da ‘Poynter Institute’, una scuola di giornalismo non-profit, che si trova a St. Petersburg, Florida. Si descrive come un «leader globale nel giornalismo» e «leader del settore» e riceve fondi dall’ente conservatore-libertario Charles Koch Foundation, così come da molti altri gruppi progressisti, compresa la Open Society Foundations fondata e presieduta da George Soros.

Poynter ospita anche PolitiFact, un alquanto conosciuto periodico fact checker negli Stati Uniti. Vincitore del premio Pulitzer che ha notoriamente dato all’allora senatore dell’Illinois Barack Obama un ‘vero’ come voto alla sua promessa «You Can Keep [Your Health Care Plan]», da lungo tempo PolitiFact ha ricevuto critiche nell’assumere pregiudizi a favore della sinistra politica e contro la destra.

In base a una recente analisi dall’osservatorio di media conservativo Media Research Center (MRC), Politifact risulta essere «molto più sensibile» a chi fa dichiarazioni false su Biden, piuttosto che nei confronti di Biden stesso che afferma il falso.

L’analisi del MRC si è concentrata sul primo anno d’ufficio del presidente democratico, durante il quale è stato ‘verificato’ da PolitiFact 40 volte, mentre i suoi critici sono stati ‘esaminati’ 230 volte. È stato scoperto che il modello procede per i successivi otto mesi, dal 20 gennaio al 19 settembre 2022, in cui si sono visti 18 ‘controlli’ di PolitiFact su Biden e 108 verso i critici di Biden.

«Per più di 20 mesi d’ufficio, Biden è stato oggetto di 58 ‘scrutini sui fatti’, mentre i suoi critici sono stati ‘controllati’ 338 volte» ha affermato MRC. «In tutto ci sono state 5.8 ‘verifiche dei fatti’ dei critici di Biden per ognuna del presidente».

Oltre a questo, MRC ha dichiarato che Politifact è più propenso a dare un voto di ‘Abbastanza falso’ o peggio ai critici di Biden, mentre le affermazioni erronee di Biden, come quella che l’evacuazione delle forze armate statunitensi dall’Afghanistan fosse stata un «successo straordinario», che l’economia degli Stati Uniti avesse uno «zero percento di inflazione» nel luglio 2022, e che ha ricoperto il ruolo di «professore a pieno titolo» all’università del Pennsylvania, hanno ricevuto valutazioni meno severe.

Dal 2017, Google ha incorporato diverse funzioni di ‘verifica delle informazioni’ nei suoi servizi di ricerca, tra cui delle etichette mostrate accanto alle notizie dei risultati di ricerca, per dire agli utenti se la notizia è considerata vera o falsa.

«Per la prima volta, quando esegui una ricerca su Google che restituisce un risultato attendibile contenente il ‘controllo dei fatti’ per una o più dichiarazioni pubbliche, vedrai quell’informazione chiaramente nella pagina dei risultati di ricerca», aveva affermato il colosso della ricerca in quel momento.

 

Articolo in inglese: Google, YouTube Put $13 Million Into Partnership With Network of ‘Global Fact Checkers’

 
Articoli correlati