Gli ‘anziani’ del Partito trattengono Xi Jinping per la manica

Gli influenti ex leader del Partito contrari alle concessioni commerciali agli Usa

«Gli anziani del Partito Comunista Cinese hanno rigettato le ampie concessioni che Xi Jinping ha fatto in Argentina». Lo afferma un sito di notizie di Hong Kong, che specifica che gli ‘anziani’ sarebbero contrari a tutte le concessioni nei confronti degli Stati Uniti nel contesto delle negoziazioni commerciali.

La rivelazione è contenuta in un articolo pubblicato l’8 febbraio dall’Information Center for Human Rights & Democracy. Per ‘anziani del Partito’ si intende dei funzionari che in passato rivestivano cariche molto importanti e che ora sono in pensione: alcuni esempi sono gli ex capi del Partito Jiang Zemin e Hu Jintao e gli ex premier Li Peng, Zhu Rongji e Wen Jiabao.

L’Information Center ha affermato – citando sempre delle fonti confidenziali – che gli anziani si sono opposti anche al fatto che Xi incontrasse Trump prima del 1 marzo, data di scadenza nelle negoziazioni, perché non volevano che facesse altre concessioni. E persino le promesse già fatte in Argentina potrebbero non essere mantenute.

Nello specifico, il 1 dicembre 2018, Xi ha promesso che la Cina avrebbe acquistato una maggiore quantità di prodotti statunitensi e avrebbe aumentato i controlli e le limitazioni sul fentanyl, un oppioide sintetico e mortale spesso prodotto in Cina e portato illegalmente negli Stati Uniti.
Finora, la Cina ha in effetti ripreso ad acquistare i semi di soia statunitense.

Opposizione interna

Dei sintomi della scarsa armonia interna al Partito erano stati già notati nel recente passato.

Il 18 dicembre 2018, per esempio, il Pcc ha organizzato una conferenza a Pechino per il 40esimo anniversario delle riforme economiche introdotte durante il periodo di Deng Xiaoping. Xi Jinping ha tenuto un discorso dinanzi ai membri del Partito e a importanti quadri come Li Keqiang, Wang Yang e Wang Qishang; tuttavia, stranamente, non era presente nessuno degli ‘anziani’ del Partito.
Quando invece, dieci anni fa, l’allora leader Hu Jintao ha tenuto una conferenza simile, per commemorare il 30esimo anniversario delle stesse riforme, l’ex leader Jiang Zemin e anziani come Li Peng e Li Ruihuan vi hanno partecipato.

Spesso, la partecipazione dei precedenti leader a questo genere di conferenze, è un indicatore di quanto sia unita la leadership del Pcc.

Jiang Zemin è a capo di una fazione che si oppone a Xi Jinping, ma nonostante lui non sia stato presente al discorso di Xi, l’attuale leader del Pcc ha nominato Jiang per nome, così come altri membri del Partito che hanno contribuito all’era delle riforme. Questo suggerisce che Xi sia in una situazione tale da non voler infastidire troppo la fazione di Jiang.

Shi Shi, un esperto di Cina che vive negli Usa, ha dichiarato all’Epoch Times cinese che Xi potrebbe anche aver fatto in modo che gli anziani fossero assenti, allo scopo di zittire l’opposizione e impedire che si intromettesse nelle sue decisioni.

Il dissenso nel Partito è anche palese se si osserva il fatto che la Quarta Sessione Plenaria del 19esimo Comitato Centrale – un’importante conferenza in cui l’élite del Partito dovrebbe decidere sulle politiche future – viene continuamente rinviata: si sarebbe già dovuta tenere nell’autunno del 2018.

Invece, gli annuali Lianghui, ovvero le due riunioni rispettivamente del Parlamento-fantoccio del regime (il Congresso Nazionale del Popolo) e della Conferenza Consultiva Politica (un organo di consulenza) cominceranno il prossimo mese.

Secondo l’opinionista Zhou Xiaohui, il fatto che la sessione plenaria non sia stata confermata è un altro indice del fatto che le élite non siano in accordo sulle questioni chiave, come la ‘guerra commerciale’ tra Usa e Cina, le riforme economiche e le promozioni dei funzionari.

Chen Pokong, un commentatore politico cinese che vive negli Usa, ha dichiarato a Voice of America che, secondo le sue fonti, da quando il Partito ha modificato la propria Costituzione a marzo del 2018, «le lotte nel Partito hanno superato quello che le persone possono immaginare. In alcune riunioni – ha aggiunto – ai funzionari non è permesso nemmeno prendere appunti».

Wu Qiang, un ex professore di Scienze Politiche dell’Università Tsinghua, in un’intervista a Radio Free Asia ha dichiarato che Xi potrebbe ritrovarsi di fronte a una crisi politica che minacci la sua autorità, qualora non riuscisse a ottenere un accordo soddisfacente con gli Usa prima del 5 marzo, quando inizieranno i Lianghui: «Penso – ha affermato Wu – che quelli che sono dentro e fuori il Congresso dubiterebbero seriamente dell’autorità di Xi […] Questo è lo scenario peggiore e costituirebbe un grosso ostacolo al dominio del Partito».

 

Articolo in inglese: Party Elders Said to Oppose Chinese Leader Xi’s Concessions in Trade Negotiations: Hong Kong Media

 

 
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