Giulio Regeni venduto dai sindacati. Al Sisi parla di «mele marce»

È ufficiale: Giulio Regeni è stato ‘venduto’ dal sindacalista Mohamed Abdallah. Lo ha ammesso direttamente Abdallah, e la cosa era nota agli inquirenti da settembre.

Il ricercatore italiano, ucciso e torturato in circostanze ancora non del tutto chiare, stava conducendo una ricerca sui sindacati egiziani, motivato anche da una forte passione, come è deducibile da alcuni suoi video rinvenibili in rete. Regeni aveva parlato di un possibile finanziamento a un progetto dei sindacati dei venditori ambulanti da parte dell’organizzazione britannica Antipodi, ma Abdallah – non è noto se per ripicca personale o per ‘senso civico’ – ha denunciato il ragazzo sostenendo che il suo comportamento e il suo interesse per i sindacati fosse sospetto: più da agente segreto che da studente.
I sindacati egiziani hanno avuto un certo ruolo nell’abbattimento del regime di Mubarak nel 2011, ed è noto che gli ambulanti, in Egitto, hanno generalmente un rapporto di collaborazione con la polizia, che garantisce loro i permessi in cambio di informazioni.

Da qui la conclusione più scontata è che il ragazzo sia stato torturato dalla polizia o dai servizi segreti egiziani che cercavano informazioni sulla sua presunta attività di agente segreto. Del resto, negli ultimi mesi persino il presidente egiziano Al Sisi ha smesso di negare del tutto le responsabilità della polizia e dei servizi, parlando di «mele marce» che vorrebbero far sfigurare l’Egitto di fronte alla comunità internazionale. Che poi si tratti davvero di mele marce o di ‘normale amministrazione’ è tutto da vedere.

In una intervista all’Huffington Post, Abdallah, tuttora convinto che Regeni fosse una spia, sostiene: «Quando io l’ho segnalato ai servizi di sicurezza, facendo saltare la sua copertura, lo avranno ucciso le persone che lo hanno mandato qua».

Secondo il Sole 24 Ore, il procuratore capo Giuseppe Pignatone, che si occupa delle indagini su Regeni per conto dell’Italia, avrebbe escluso che Regeni sia stato assoldato in prima persona da organizzazioni estere di intelligence, dal momento che non risulterebbero pagamenti di dubbia natura sui suoi conti correnti. Questo però non esclude a priori che il ragazzo possa essere stato assoldato con un sistema di pagamento meno tracciabile, oppure che fosse un agente a sua insaputa, vale a dire un normale studente che riceveva assegnazioni da parte dei suoi insegnanti, che però a loro volta erano richieste dai servizi segreti.
Secondo il Sole 24 Ore, l’Università di Cambridge ha rifiutato di rivelare alle autorità italiane i dettagli sulle ricerche di Regeni, cosa che può sembrare sospetta ma che è anche perfettamente legale e giustificabile (l’università potrebbe voler evitare responsabilità, problemi e interferenze).

Rimane comunque curioso che il cadavere del ragazzo sia stato fatto rivenire in strada il giorno della visita dell’ex ministro dello Sviluppo Federica Guidi a Il Cairo. Questo dettaglio è sintomo o di superficialità o di intenzionalità: i servizi segreti di altri Paesi potrebbero aver manipolato la situazione, usando Regeni per rovinare i rapporti tra Italia e Egitto, in vista dell’intervento in Libia? O è stata solo l’opera di un poliziotto dai metodi duri e sbrigativi?

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