Free China arriva al Cinema Massimo di Torino

Un documentario che rimarrà nella storia, per la sua eccezionale capacità di commuovere lo spettatore e di lasciarlo con un profondo senso di speranza nel cuore.

Free China: il Coraggio di Credere racconta una tragedia dei nostri tempi, sconosciuta ai più, che ha luogo tuttora in quella lontana terra d’oriente, teatro degli scenari più meravigliosi della civiltà umana e oggi governata in modo oppressivo dal Partito Comunista Cinese.

Il film, prodotto dall’emittente internazionale Ntd Television e diretto dal pluripremiato regista Michael Pearlman, dopo la sua prima uscita al pubblico in giugno a Los Angeles e New York, sarà presentato stasera 12 novembre alle 20:30 in anteprima per una serata unica al Cinema Massimo di Torino. La proiezione aperta al pubblico è promossa dall’Associazione per il Tibet e i Diritti umani ed è patrocinata dal Consiglio della Regione Piemonte e dal Museo Nazionale del Cinema.

Già vincitore di cinque film festival internazionali, Free China sta esplodendo nelle sale di tutto il mondo con più di 400 proiezioni private, tra cui anche al Congresso degli Stati Uniti, al Parlamento Europeo e al quartier generale di Google.

LA TRAMA

Il destino di una donna di Pechino e di un uomo di New York diventano inestricabilmente legati a causa di una fede comune. Madre e cittadino modello, Jennifer Zeng viene imprigionata per la sua fede. Mentre sopporta torture fisiche e mentali, deve fare una scelta: tenere duro e languire in prigione o rinnegare il proprio credo in modo da poter raccontare la sua storia al mondo intero.

A un mondo di distanza, Charles Lee, un imprenditore sino-americano, vuole fare la sua parte per fermare la persecuzione in Cina. Tuttavia, non appena sceso dall’aereo a Guangzhou, viene trascinato via dalla polizia cinese e condannato a tre anni di rieducazione in un campo di lavoro.

Nel raccontare le coraggiose storie di Jennifer Zeng e Charles Lee, che sono stati perseguitati dal governo cinese per il loro credo nell’antica pratica di meditazione del Falun Gong, il film espone le diffuse violazioni dei diritti umani che ancora oggi hanno luogo in Cina. Esamina le condizioni nelle prigioni di ‘rieducazione’ cinesi, la brutalità di uno Stato autoritario contro cento milioni di praticati del Falun Gong, e l’impegno di persone di coscienza in tutto il mondo per fermare la persecuzione.

 

 
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