Decine di migliaia di persone si radunano a Washington per chiedere integrità elettorale

Decine di migliaia di persone provenienti da tutta la nazione si sono riunite sabato davanti al Campidoglio e alla Corte Suprema degli Stati Uniti, per prendere parte a manifestazioni che chiedono maggiore trasparenza nelle elezioni del 2020.

Vestite di rosso, bianco e blu, a suon di trombe e sventolando bandiere americane, le folle si sono recate a Washington per mostrare il loro sostegno al presidente Donald Trump.
Molti partecipanti alla manifestazione ritengono che il processo elettorale sia stato gestito in modo improprio e fraudolento.

Dinanzi al pubblico è intervenuto anche l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn: «Non sono i tribunali a decidere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti – ha specificato Flynn – Abbiamo ancora delle carte in gioco. Siamo in un momento cruciale per la storia degli Stati Uniti d’America».

Venerdì, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la causa intentata dal Texas per contestare i risultati delle elezioni del 2020 in quattro Stati. I giudici hanno affermato che il Lone Star State mancava di legittimazione – o capacità – di citare in giudizio altri Stati su come abbiano gestito le loro elezioni.

Parlando davanti alla Corte Suprema e più tardi alla Freedom Plaza, Flynn ha affermato che il caso stesso per cui il generale è divenuto noto, è «il risultato di un sistema ingiusto» e che l’attuale battaglia per le elezioni «riguarda il tessuto della costituzione degli Stati Uniti d’America». Chiede quindi che venga mostrata «un po’ di trasparenza». «Perché non raccontare? Perché non guardare le firme, perché non guardare dentro queste macchine [per il voto, ndr]. Perchè no? Di cosa hanno paura?», ha chiesto il generale.

Il 25 novembre Trump ha graziato Flynn, in un caso durato anni relativo alle indagini sulla Russia: il generale a tre stelle in pensione si era infatti dichiarato colpevole di aver mentito all’Fbi sull’aver parlato con un diplomatico russo durante il periodo di transizione di Trump del 2016, per poi ritirare la sua colpevolezza prima della sentenza.

Le manifestazioni

Le manifestazioni che sono in corso prima della scadenza del 14 dicembre per il voto del Collegio elettorale, sono iniziate alle nove e mezza del mattino con diversi eventi, marce e raduni durati tutto il giorno. I partecipanti spesso gridavano «Stop the Steal», (fermare il furto, uno slogan comune tra i sostenitori di Trump) e anche il nome di alcuni movimenti popolari che hanno organizzato l’evento.

La mattina su Twitter, Trump aveva scritto: «Wow! Migliaia di persone si radunano a Washington (Dc) per Stop the Steal. Non lo sapevo, ma li vedrò!». Infatti, mentre si dirigeva a nord verso West Point per partecipare alla partita annuale Army-Navy, intorno a mezzogiorno Trump ha sorvolato Freedom Plaza sul Marine One, assistendo all’evento.

Secondo Sebastian Gorka, che è stato vice assistente e stratega di Trump nel 2017, la posta in gioco è più di una singola elezione: «Se non fermiamo il furto di queste elezioni, non avremo mai più elezioni libere e trasparenti in America», ha riferito a Epoch Times. «C’è un marciume al centro delle istituzioni americane e sta a noi fare la differenza».
Gorka, che ha parlato a Freedom Plaza, crede che i legislatori statali ora svolgano il ruolo più grande e significativo: «La Costituzione è chiara: non è la Cnn, non sono i governatori, non è la Corte Suprema. Sono le Camere statali in America. Le Camere dello Stato non possono certificare un’elezione chiaramente fraudolenta».

Cause legali

Attualmente sono in corso una serie di cause legali su presunte frodi elettorali.

Ad esempio, l’avvocato Lin Wood ha presentato ricorso alla Corte Suprema chiedendo ai giudici di riesaminare il suo caso, sostenendo che le elezioni presidenziali della Georgia del 2020 sono state «illegali». La sua richiesta è stata depositata martedì, poco dopo che la Corte d’Appello degli Stati Uniti per l’11° Circuito confermasse l’archiviazione del suo caso per via della mancanza di legittimazione ad agire. Venerdì la Corte Suprema ha messo in programma la petizione di Wood per un atto di certiorari (la richiesta di riesaminare il caso).

Inoltre, recentemente la Corte Suprema del Wisconsin ha accettato di ascoltare un appello dello staff della campagna di Trump, relativo alla contestazione del risultato del riconteggio delle elezioni presidenziali nelle contee di Milwaukee e Dane.

Anche il rappresentante dello Stato della Georgia, Vernon Jones, un democratico pro-Trump, ha esortato i suoi colleghi nella legislatura statale a prendere una posizione: «Devono sostenere le elezioni libere, eque e trasparenti. Devono essere espliciti al riguardo. Non si tratta di certificazione. Si tratta di rettifica. Chiedo al segretario di Stato [della Georgia, ndr] di farlo bene, e dobbiamo anche tenere una sessione speciale».

Il 7 dicembre, dopo un riconteggio, la Georgia ha ricertificato i suoi risultati elettorali per il candidato democratico Joe Biden, anche se la contea di Coffee ha ammesso di non poter certificare i propri, poiché non è stata in grado di replicare il risultato ufficiale delle macchine per il voto.

Mike Lindell, fondatore e Ceo di MyPillow, ha implorato le persone di farsi coraggio e parlare delle loro preoccupazioni riguardo alle elezioni, durante le manifestazioni a Freedom Plaza: «Oggi dobbiamo spargere la voce sulla realtà di questa frode. Siamo in una battaglia spirituale per difendere il Paese». Lindell ha poi ha esortato le persone a non perdere la speranza dopo la sentenza della Corte Suprema di ieri, affermando che ci sono molti altri casi legali in corso, volti a contestare i risultati delle elezioni negli Stati campo di battaglia: «Lo vedranno tutti. Il mondo intero lo vedrà», ha esclamato, riferendosi alle prove della frode elettorale presentate in queste cause.

Il repubblicano Doug Mastriano, un senatore dello Stato della Pennsylvania, che ha ospitato la prima udienza pubblica per quanto riguarda l’integrità delle elezioni, ha spiegato a Epoch Times che il suo ufficio ha sentito le testimonianze di migliaia di persone in tutta Pennsylvania, sulle varie irregolarità che hanno subito ai seggi elettorali, dove sarebbe stato loro negato l’ingresso, o veniva loro detto che avevano già inviato una scheda elettorale, anche se in realtà non l’avevano fatto. Secondo Mastriano, il Partito Repubblicano nel suo insieme ha bisogno di più coraggio per andare avanti: «Siamo dalla parte della rettitudine, e dobbiamo andare avanti a combattere politicamente, e non solo farci calpestare». Ma ha fede che la situazione stia cambiando: «Stiamo assistendo all’aumento del coraggio. E non è troppo tardi. Non è mai troppo tardi».

 

Articolo in inglese: Tens of Thousands Rally in Washington to Demand Election Integrity

 
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