Cosa c’è al centro del conflitto tra Cina e Stati Uniti?

È indiscutibile che la Cina e gli Stati Uniti siano passati dalla cooperazione allo scontro, nella loro relazione. Il commercio, l’economia, la scienza, la tecnologia, la finanza e l’esercito sono tutti settori coinvolti nella lotta.

La questione del 5G da sola ha scosso il mondo, e l’infiltrazione nel Mar Cinese Meridionale è ancora più evidente; eppure non sono queste le cose fondamentali per le quali le due parti stanno lottando. Cosa c’è quindi al centro della lotta tra il Partito comunista cinese (Pcc) e gli Stati Uniti?

La risposta è semplice: quegli 1,4 miliardi di cinesi.

Il Pcc ha sempre rivendicato il popolo cinese come proprio e sostiene di rappresentarlo incondizionatamente. Lo fa dicendo cose come: «XX sta ferendo i sentimenti del popolo cinese», «il popolo cinese non promette mai XX», «XX è un vecchio amico del popolo cinese», «XX è un figlio del popolo cinese», «XX è la scelta del popolo cinese». Tuttavia, il Pcc non ha mai chiesto al popolo cinese cosa ne pensasse.

Qualsiasi critica degli Stati Uniti alla Cina, comprese le critiche relative ai diritti umani, viene considerata dal Pcc come «gravemente lesiva dei sentimenti del popolo cinese». Condannare le violazioni dei diritti umani da parte del regime e sostenere la libertà di parola e di credo, nonché i diritti dei cittadini, non è solo parlare a nome delle vittime, ma di tutti i cittadini cinesi. Come si possono definire le azioni degli Stati Uniti come un «ferire i sentimenti del popolo cinese»?

Il motivo di tutto questo è che gli Stati Uniti non hanno inizialmente fatto una distinzione tra il Pcc e la Cina, il che ha lasciato una scappatoia al Partito, che ha potuto trasformare con un gioco di prestigio la condanna della «Cina» da parte dell’America, nella condanna del «popolo cinese».

Ora che gli Stati Uniti cominciano a capire che «il Pcc non è la Cina», si stanno rivolgendo al Pcc stesso, perché si prenda le responsabilità per le sue azioni illecite.

Il 23 luglio, il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha tenuto un discorso intitolato «La Cina comunista e il futuro del mondo libero» alla Nixon Presidential Library in California, l’ultimo di una serie di discorsi sulla politica cinese tenuti nelle ultime settimane rispettivamente dal consigliere per la sicurezza nazionale Robert O’Brien, dal direttore dell’Fbi Christopher Wray e dal procuratore generale William Barr.

Questa serie di discorsi è stata progettata per promuovere l’idea centrale del pensiero diplomatico del presidente Trump. Vale a dire: invertire decenni di consolidata politica cinese dell’«abbracciare e dell’accogliere il Pcc», per iniziare ora a «respingere il Pcc». In questi discorsi si dichiara apertamente che il Pcc non è uguale alla Cina o al popolo cinese, che il Pcc è anche un nemico del popolo cinese, mentre il popolo americano e quello cinese sono alleati nella stessa trincea.

Nel suo discorso Pompeo ha spiegato: «I comunisti mentono quasi sempre. La bugia più grande che dicono è pensare di parlare per 1,4 miliardi di persone che sono sorvegliate, oppresse e spaventate dal parlare. Al contrario, il Pcc teme più di ogni altro nemico le opinioni oneste del popolo cinese […] Dobbiamo anche coinvolgere e responsabilizzare il popolo cinese, un popolo dinamico, amante della libertà, completamente distinto dal Partito Comunista Cinese».

Ma in questa battaglia per conquistare il popolo cinese, il Pcc ha un vantaggio intrinseco. Gli 1,4 miliardi di cinesi sono tenuti in ostaggio dal Pcc, chiusi all’interno del Grande Firewall (il meccanismo di censura di internet), strettamente monitorati con telecamere, big data, intelligenza artificiale, riconoscimento facciale, blocco della rete, censura dell’informazione e altre tecnologie. Al popolo è stato fatto il lavaggio del cervello con una vampata di propaganda anti-americana e sono agitati da un nazionalismo di vedute ristrette. Il Pcc tiene saldamente in pugno il popolo cinese, mentre resiste agli Stati Uniti e al mondo fino alla fine.

Gli Stati Uniti considerano il popolo cinese come loro amico e combattono per la loro libertà, ma i 1,4 miliardi di cinesi apprezzano questo atteggiamento? Questa rimane una sfida per gli Stati Uniti e il mondo. La preoccupazione per i diritti umani in Cina è facilmente comprensibile perché sostiene direttamente il popolo cinese. Altre questioni che coinvolgono gli Stati Uniti – come il blocco di Huawei, la repressione dei furti di proprietà intellettuale del Pcc, il sostegno alla libertà di Hong Kong, la vendita di armi a Taiwan, il mantenimento della libertà di navigazione nel Mar Cinese Meridionale e il contrasto all’iniziativa del Pcc «One Belt, One Road» – che sembrano tutti «includere la Cina», sono facilmente usate dal Pcc per promuovere la propaganda antiamericana e fomentare il nazionalismo. È importante che gli Stati Uniti e il mondo libero facciano vedere al popolo cinese la verità e capiscano che non è la «Cina», ma il «Pcc» che stanno cercando di frenare.

Pompeo sottolinea: «Se il mondo libero non cambia, la Cina comunista ci cambierà sicuramente». Se il Pcc distruggesse le istituzioni democratiche e liberali delle società cinesi come Hong Kong e Taiwan, se espandesse l’autoritarismo al mondo intero attraverso la sua «One Belt, One Road», se usasse l’infrastruttura 5G di Huawei per controllare la linfa vitale delle comunicazioni occidentali, e se facesse il prepotente con i piccoli Paesi vicini, allora un colosso mondiale del dispotismo comunista prenderebbe davvero forma.

Questa non sarebbe una benedizione per il popolo cinese, perché le più grandi vittime del dispotismo sono proprio i cinesi che vivono nella terraferma. Senza i vincoli del mondo esterno, il Pcc non farà altro che sopprimere il proprio popolo più liberamente. «Contenere il Pcc» non è «contenere la Cina». A breve termine, il popolo cinese può fare certi sacrifici; ma a lungo termine, abbandonare il Pcc permetterà al popolo cinese di tornare alla libertà e alla prosperità. Questa è una vera forza e ascesa.

Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno aperto un nuovo capitolo nella loro rivolta contro il Pcc, ma molto resta ancora da fare. È necessario rimuovere il Grande Firewall del Pcc, in modo che il popolo cinese possa vedere la verità, aiutare e incoraggiare il popolo cinese a rompere i suoi legami con il Pcc, affrontare le spie oltreoceano del Pcc e i circoli politici, commerciali, accademici e mediatici del fronte unito, così come aumentare la propaganda dell’opinione pubblica per conquistare il popolo cinese. Chi riuscirà a conquistare il popolo cinese sarà il vincitore finale.

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: What’s at the Core of the China-US Conflict?

 
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