Cittadino cinese rilasciato con solo una multa dopo aggressione a praticante del Falun Gong in Corea

Di Sophia Lam

Il 17 dicembre, in ​​una famosa attrazione turistica della Corea del Sud, un giovane cinese ha aggredito dei praticanti del Falun Gong (una disciplina spirituale perseguitata in Cina) e vandalizzato i loro manifesti informativi.

In un video fornito a Epoch Times da un praticante del Falun Gong, si vede un uomo cinese che prende a calci tutti gli stand informativi finché gli striscioni non cadono, e che poi spintona e urla contro il praticante del Falun Gong che cerca di fermarlo più volte. Un altro giovane, apparentemente complice del turista cinese, ha filmato l’intera operazione utilizzando il suo cellulare.

La violenza è avvenuta a Sunrise Peak (Seongsan Ilchulbong), nell’isola meridionale di Jeju, nella Corea del Sud.

I praticanti sudcoreani del Falun Gong riferiscono che questo è il secondo attacco in un mese da parte di turisti cinesi che li prendono di mira al Sunrise Peak.

«Sfacciato e intenzionale»

Il Sunrise Peak, un cono di tufo archetipico formato da eruzioni idrovulcaniche, è stato designato patrimonio naturale dell’umanità dall’Unesco per le sue strutture geologiche uniche. È un punto panoramico popolare in Corea del Sud e accoglie numerosi turisti da tutto il mondo.

Nel pomeriggio del 17 dicembre, due giovani cinesi che sembravano turisti, sono entrati nell’attrazione scenica verso le 15:30.

L’uomo che ha vandalizzato i manifesti è stato successivamente identificato come un cittadino cinese di cognome Wang.

Jung Yong, uno dei praticanti del Falun Gong presenti sulla scena, sostiene che gli atti dei due uomini cinesi fossero intenzionali: «I due avevano compiti diversi: uno era lì per strappare i manifesti, e l’altro per filmare e scattare foto».

Jung ha cercato invano di impedire a Wang di danneggiare gli stand informativi. Wang lo spintonava e gli urlava contro.

Jung ha avvertito Wang che vandalizzare la proprietà altrui è un crimine in Corea del Sud, ma Wang si è avvicinato a lui e ha alzato il cappello, chiedendo al suo complice di fare una bella foto a Jung.

Jung ha ripetuto a Wang che non si trova in Cina, ma sul suolo coreano.

«Chiama la polizia! Vai avanti e chiama la polizia! Se hai il coraggio, chiama la polizia!», si sente urlare Wang nel video fornito da Kim Jung Gon, un altro praticante del Falun Gong che era presente sulla scena e stava filmando con il suo cellulare.

A differenza dei precedenti aggressori, questi due giovani non sembravano aver paura della polizia sudcoreana e, secondo il signor Jung, il giovane che ha girato il video dell’aggressione ha chiesto alla polizia della stazione di polizia locale l’accesso Wi-Fi.

Jung ritiene che l’uomo volesse inviare il suo video alle autorità cinesi in Corea del Sud come prova che avevano attaccato i praticanti del Falun Gong e danneggiato le loro proprietà.

«Si tratta di un attacco sfacciato e intenzionale, e a loro non importava affatto di essere stati arrestati. Sembravano prenderlo come una visita amichevole», ha riferito Jung.

Il giovane cinese che ha effettuato la registrazione video è stato immediatamente rilasciato, e Wang è stato rilasciato dopo 36 ore di detenzione e accusato di tre reati penali di danni alla proprietà, aggressione e violazione di assemblea e corteo.

Secondo la vittima, la decisione finale del tribunale è attesa entro la fine del mese.

L’aggressione/percossa è un  reato grave in Corea del Sud e la pena per un semplice reato di aggressione può essere una multa o la reclusione per alcuni mesi. Per i reati di aggressione più gravi la pena può essere la reclusione da pochi anni a oltre 10 anni.

Epoch Times ha contattato l’ufficio del procuratore del distretto di Jeju il 27 dicembre, ma il pubblico ministero incaricato del caso ha rifiutato di commentare.

Jung è preoccupato che incidenti simili possano ripetersi: «Se la sanzione è troppo leggera, incidenti simili accadranno per la terza o quarta volta, e ci troveremo ad affrontare una situazione ancora più difficile».

Questa è la seconda aggressione contro i praticanti del Falun Gong al Sunrise Peak dal 18 novembre. L’autore dell’attacco del 18 novembre è stato rilasciato con una multa di 500 mila Skw (350 euro)

Una fonte legale sudcoreana, che ha richiesto l’anonimato, ha affermato che durante il processo di gestione di questo incidente, l’avvocato incaricato dall’uomo cinese gli ha detto che questi individui cinesi avevano ricevuto una formazione per minare il sistema di esecuzione della legge sudcoreana. È stato detto loro che «se portati alla stazione di polizia, purché ribaltassero i tavoli o gridassero, la polizia sudcoreana non sarebbe stata in grado di gestire la situazione», ha riferito la fonte a Epoch Times.

Invito al governo sudcoreano ad agire

Negli ultimi due mesi si sono verificati oltre una decina di attacchi contro i praticanti coreani del Falun Gong e i loro manifesti informativi, da parte di presunti cittadini cinesi in visita in Corea del Sud, in varie città della Corea del Sud, tra cui la capitale Seul.

Oh Se-yeol, segretario generale dell’Associazione sudcoreana della Falun Dafa, è preoccupato per l’ondata di violenza contro i praticanti del Falun Gong da parte dei turisti cinesi in Corea del Sud, che secondo lui potrebbe essere collegata alle attività dell’ambasciata cinese in Corea del Sud e la polizia segreta del Pcc: «Se ci fossero solo sanzioni leggere, le violazioni cinesi della sovranità coreana verrebbero ulteriormente aggravate. Quando ci sono casi in cui i diritti di libertà dei cittadini coreani vengono ripetutamente violati da stranieri, se il nostro governo (sudcoreano) non li affronta adeguatamente, i cittadini sudcoreani non avranno nessun posto dove cercare giustizia, e il problema dell’infiltrazione da parte dei cittadini coreani peggiorerà. La situazione del Partito Comunista Cinese in Corea del Sud peggiorerà. Il governo dovrebbe convocare l’ambasciatore cinese in Corea del Sud e protestare con forza e chiedere alla Cina di adottare misure per evitare che incidenti simili si ripetano».

Secondo Safeguard Defenders, un’organizzazione non governativa per i diritti umani con sede in Spagna, il Pcc ha istituito stazioni di polizia all’estero e a Seul, e ha assunto «rappresentanti di cinesi e studenti stranieri» in Paesi come la Corea del Sud, gli Stati Uniti e l’Australia «come ufficiali di collegamento all’estero per cooperare con gli ufficiali nazionali sia internamente che esternamente».

Epoch Times ha contattato il Ministero degli Esteri della Corea del Sud, il quale ha risposto che dopo aver «consultato le divisioni competenti, non possiamo fornire alcun commento».

La persecuzione del Falun Gong da parte del Pcc si estende oltreoceano

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un’antica credenza spirituale basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza e prevede cinque esercizi delicati e lenti. È stato diffuso al pubblico in Cina nel 1992 e si stima che il numero di persone che lo praticavano fosse compreso tra 70 e 100 milioni, al luglio 1999.

Tuttavia il Partito Comunista Cinese (Pcc) temendone la popolarità, nel luglio 1999 ha iniziato a perseguitare il Falun Gong, diffamandolo in Cina e all’estero. Le abominevoli atrocità commesse dal Pcc contro il Falun Gong, compreso il prelievo forzato di organi su praticanti vivi, sono state paragonate al «genocidio dell’era nazista».

Anche al di fuori della Cina, il Pcc ha utilizzato vari mezzi per mettere a tacere i dissidenti cinesi e i credenti religiosi, tra cui la creazione di stazioni di polizia a lungo raggio e l’impiego di attori su suolo straniero.

Zheng Buqiu  di Flushing, New York, è stato arrestato il 15 febbraio 2023, per aver ripetutamente danneggiato gli stand informativi dei praticanti del Falun Gong nel quartiere di Flushing. La polizia ha accusato Zheng di un crimine d’odio e di atti criminali di quarto grado, secondo quanto ha riferito un agente a Epoch Times. Entrambi i reati sono punibili con la reclusione fino a un anno.

Zhao Kang, un cittadino cinese che l’anno scorso ha aggredito un praticante del Falun Gong nella capitale australiana di Canberra, è stato arrestato dalla polizia dopo aver tentato di lasciare il Paese nel dicembre 2022. Si è dichiarato colpevole delle accuse di aggressione comune, danni alla proprietà e deturpazione di proprietà. Zhao ha chiesto scusa alla sua vittima ed è stato multato di 3.000 dollari australiani (2.045 dollari) dalla Corte dei magistrati dell’Act.

 

Articolo in inglese: Chinese National Released With a Fine After Assaulting Falun Gong Practitioner in South Korea

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