Cinesi di tutte le classi sociali cercano rifugio nei Paesi europei

Di Nicole Hao

Un documento trapelato rivela che diversi politici, miliardari e criminali cinesi hanno ottenuto passaporti ciprioti investendo più di 2 milioni di dollari nel Paese.

Di fatto, i cinesi di diverse classi sociali stanno cercando di fuggire dalla Cina. Oltre all’immigrazione tramite visti familiari o di lavoro, i cinesi più facoltosi investono denaro all’estero per ottenere determinati status, mentre quelli con meno risorse finanziarie prendono sovente la via dell’immigrazione clandestina.

Per dare un’idea, l’Istituto statunitense di politica migratoria ha riferito che 2,5 milioni di cinesi sono immigrati legalmente negli Stati Uniti nel 2018.

Secondo le Nazioni Unite, sempre più cinesi del continente sono emigrati in Canada, Giappone, Australia, Corea del Sud, Singapore, Paesi europei e in molti Paesi in via di sviluppo.

In una recente intervista con Epoch Times, il commentatore statunitense Tang Jingyuan ha commentato: «In effetti, dalle informazioni che ho ricevuto dalla Cina, negli ultimi anni sia i ricchi che i poveri della Cina continentale stanno cercando di immigrare all’estero, sia legalmente che illegalmente. I cinesi della Cina continentale condividono le stesse paure».

Tang ha spiegato che il sistema di credito sociale del regime cinese e le rigide restrizioni su internet hanno reso la vita in Cina sempre più soffocante: «Possiamo vedere che i cinesi non hanno nemmeno i diritti umani fondamentali».

Il regime cinese ha installato un gigantesco sistema di sorveglianza che utilizza il riconoscimento facciale e altre tecnologie per assegnare a ogni persona un ‘punteggio sociale’. Chi ha un punteggio basso può essere punito con restrizioni sui trasporti pubblici o può venire impedito ai suoi figli di andare a scuola.

Allo stesso tempo, l’ economia cinese è in cattive condizioni, come riconosciuto anche dal leader cinese Xi Jinping e dal premier Li Keqiang: «Abbiamo visto che il regime cinese ha usato il nome di riforma o sviluppo di una nuova regione come scusa per portare via le case, le fabbriche e così via, dei ricchi e della classe media. Le persone temono che le loro proprietà potrebbero essere portate via dal regime dall’oggi al domani».

Negli ultimi mesi, il governo municipale di Pechino ha trasferito i legittimi proprietari fuori dalle case che avevano acquistato oltre dieci anni prima, e il governo provinciale dello Shanxi ha confiscato negozi e magazzini ai proprietari, sostenendo che la terra apparteneva al governo.

«Sentendosi minacciati dal governo e dallo stato dell’economia, molti cinesi scelgono di lasciare [la Cina, ndr]», ha concluso Tang.

Jiang Semniao, 18 anni, titolare del visto d’oro, mentre mostra i suoi premi e diplomi nel centro di Atene il 31 ottobre 2019. (ARIS MESSINIS / AFP via Getty Images)

Visti e passaporti d’oro

Dal 2010, sempre più Paesi europei hanno lanciato programmi ‘Golden Visa’, che concedono permessi di soggiorno a residenti non appartenenti all’Unione Europea se investono una certa somma di denaro nel Paese. I cittadini cinesi sono uno dei principali gruppi che usufruiscono di questi programmi di visto.

Nel sito del visto d’oro portoghese, si legge che il suo programma ‘permesso di soggiorno d’oro’ è stato lanciato per la prima volta nell’ottobre 2012 ed è il più popolare in Europa. Tramite questo programma una famiglia può ottenere un permesso di soggiorno, valido anche per i figli a carico, dopo aver investito una somma compresa tra i 350 mila e i 500 mila euro in immobili in Portogallo. Il visto d’oro può essere poi rinnovato ogni due anni soddisfacendo determinati requisiti.

Inoltre, una persona può richiedere un permesso di soggiorno permanente o un passaporto, dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno per cinque anni.

A settembre, il Servizio portoghese per gli stranieri e le frontiere (Sef — Serviço de Estrangeiros e Fronteiras) ha pubblicato le ultime statistiche sul suo programma ‘Visto d’oro’, secondo cui 9 mila e 15 persone hanno ottenuto permessi di soggiorno permanenti portoghesi tramite investimenti, da ottobre 2012 a luglio 2020. Tra questi, 4.652 – ovvero il 51,6 per cento – provengono dalla Cina, seguiti dai 956 dal Brasile, 433 dalla Turchia, 370 dal Sud Africa e 340 dalla Russia.

Cipro ha una politica d’immigrazione attraente per le persone facoltose che risiedono fuori dall’Unione Europea. Offre la possibilità di ottenere direttamente la cittadinanza a fronte di determinati investimenti.

Per ottenere un passaporto cipriota, un richiedente deve investire due milioni di euro in beni immobili e fare una donazione di 100 mila euro al fondo di ricerca e sviluppo del governo, più 100 mila euro all’Organizzazione per lo sviluppo del territorio.

Mentre, per ottenere il permesso di soggiorno permanente a Cipro, valido per tutta la famiglia (inclusi i genitori del richiedente e del coniuge e i figli a carico fino all’età di 25 anni), il richiedente deve investire 300 mila euro in proprietà immobiliari.

Cipro è un Paese dell’Unione Europea. Dunque i suoi cittadini possono lavorare e vivere in tutti i paesi dell’Ue, e i suoi residenti permanenti possono viaggiare liberamente nell’area Schengen senza visto.

Questo è vero dal 14 giugno 1985, quando 26 Paesi europei hanno aderito all’accordo di Schengen per facilitare i viaggi transfrontalieri. Così i Paesi membri hanno di fatto abolito i loro confini nazionali e permesso ai loro cittadini di viaggiare liberamente senza dover ottenere un visto.

Foto della spiaggia mediterranea di Kourion lungo la baia di Episkopi, a ovest di Limassol, nel sud-ovest di Cipro, il 25 agosto , 2020. (AMIR MAKAR / AFP tramite Getty Images)

Cipro Papers

L’agenzia di stampa Al Jazeera, con sede in Qatar, ha annuciato il 26 agosto di aver ottenuto i dati sulle domande di passaporti ciprioti nell’ambito di una lunga inchiesta giornalistica chiamata ‘Cyprus Papers’.

Al Jazeera sostiene che più di 500 cittadini cinesi e 350 arabi hanno ottenuto la cittadinanza cipriota tramite il programma Golden Passport. Ma i giornalisti hanno anche scoperto che alcuni dei beneficiari hanno precedenti penali.

Tra i 500 cinesi, Li Jiadong è stato accusato il ​​2 marzo per il riciclaggio di oltre 100 milioni di dollari (circa 90 milioni di euro) in cripto-valuta negli Stati Uniti. Anche il Dipartimento del Tesoro statunitense ha imposto sanzioni nei suoi confronti.

Li, 33 anni, è originario della provincia di Liaoning. Secondo il Dipartimento di Giustizia, alcuni hacker nordcoreani hanno fatto breccia in un servizio di cambio valuta virtuale nel 2018 e hanno rubato quasi 250 milioni di dollari (circa 225 milioni di euro) in valuta virtuale, per poi riciclare la cripto-valuta tramite diverse transazioni.

Li e un altro cittadino cinese, Tian Yinyin, hanno ricilcato criptovaluta tra dicembre 2017 e aprile 2019. Hanno anche fatto affari negli Stati Uniti, ma non si sono registrati presso il Dipartimento del Tesoro, come richiesto dalla legge, secondo quanto sostenuto dai procuratori statunitensi.

Nonostante ciò, Li ha ottenuto la cittadinanza cipriota nel 2018 investendo nel mercato immobiliare locale.

Anche alcuni membri dell’elite cinese con precedenti penali sono riusciti a ottenere passaporti ciprioti. Zhang Keqiang, 60 anni, è un ex membro del Parlamento fantoccio del regime cinese, nonché miliardario della città di Guangzhou, nella provincia meridionale del Guangdong. Lui e sua moglie hanno ottenuto il passaporto cipriota nel 2018.

Zhang era stato arrestato nel gennaio 2011 in Cina, con l’accusa di aver acquisito in modo fraudolento una società mineraria statale. È stato condannato a quattro anni di prigione. Ha perso il suo status di parlamentare nel 2011.

Il regime cinese non consente la doppia cittadinanza e richiede anche che delegati, alti funzionari e leader chiave di aziende statali siano titolari di passaporto cinese. Tuttavia, secondo l’inchiesta Cyprus Papers, diversi attuali delegati cinesi e presidenti di società statali hanno la cittadinanza cipriota.

Al Jazeera ha elencato alcuni politici cinesi, tra cui il delegato della città di Chengdu al Parlamento fantoccio del regime, Lu Wenbin, l’attuale membro dell’organo consultivo politico del distretto di Huangpi (situato nella città di Wuhan) Chen Anlin, l’attuale membro dell’organo consultivo politico della città di Binzhou, Zhao Zhenpeng e il vice presidente del centro di sviluppo economico Zheshang, Fu Zhengjun, con sede nella provincia dello Zhejiang.

Nella lista c’erano anche l’azionista di maggioranza e co-presidente della società immobiliare Country Garden Holdings, Yang Huiyan, e suo marito Chen Chong. Nel 2007 la rivista Forbes ha identificato Yang come la cinese più ricca del Paese, mentre la ha posizionata al quinto posto nel 2020 con un patrimonio netto di 20,3 miliardi di dollari. Chen è attualmente membro dell’organo consultivo politico provinciale del Guangdong.

Uno dei problemi evidenziati da Al Jazeera è che la concessione di un passaporto dell’Ue a persone con precedenti penali, o che si nascondono dalle autorità, rappresenta una violazione delle normative dell’Ue.

Sul caso, un portavoce della Commissione europea ha risposto a Epoch Times via e-mail il 31 agosto, affermando che ogni stato dell’Ue deve seguire le leggi dell’Unione e che «la commissione ha spesso sollevato le sue preoccupazioni sui programmi di cittadinanza tramite investimenti e i loro rischi intrinseci, in particolare per la sicurezza, il riciclaggio di denaro, l’evasione fiscale e la corruzione».

Il portavoce ha detto che la commissione aveva sollevato preoccupazioni direttamente con le autorità cipriote a seguito dei documenti trapelati, perché «tali schemi hanno implicazioni per l’Unione nel suo insieme». Il governo cipriota aveva annunciato che avrebbe riesaminato tutte le precedenti domande.

Un viaggiatore al telefono nella hall dell’aeroporto internazionale di Larnaca a Cipro, il 1° agosto 2020. (IAKOVOS HATZISTAVROU / AFP tramite Getty Images)

Il cinese ordinario

Anche I cinesi comuni stanno cercando di immigrare nei Paesi occidentali. E negli ultimi mesi è diventato popolare un nuovo canale.

La signora Sun e suo figlio di 11 anni sono fuggiti dalla Cina e ora si trovano in un piccolo paese dell’Europa sudorientale. Loro sono originari del Guangdong, una delle regioni più sviluppate della Cina.

«L’economia cinese è pessima. Anche i giovani sono disoccupati», ha spiegato Sun per telefono a Radio Free Asia (Rfa) ad agosto. «[Il regime cinese, ndr] sta raccogliendo la ricchezza del popolo [senza una valida ragione, ndr]».

Sun ha poi fatto un esempio: «Uno dei miei amici è un ricco uomo d’affari nella città di Foshan. Ha tre fabbriche. Due sono state congelate [usurpate, ndr] dalle autorità. Anche la ricchezza che aveva trasferito a Hong Kong gli è stata prelevata».

«Non ho intenzione di tornare [in Cina, ndr]. Sto programmando il mio futuro qui. Anche i miei amici ricchi hanno intenzione di scappare».

La Cina ha un accordo che agevola l’ottenimento di un visto con diversi piccoli paesi nei Balcani, come Serbia, Bosnia ed Erzegovina e Albania per i viaggi effettuati durante la stagione turistica.

Conoscendo questa politica, la Sun ha lasciato la Cina il 30 giugno in aereo. All’aeroporto, lei e suo figlio sono stati fermati dalla dogana cinese. Hanno mentito e hanno detto che avrebbero visitato i Balcani come turisti.

«Più di dieci cinesi sono arrivati ​​in questa città prima di noi [a giugno, ndr]. Da quanto ne so, un gran numero di cinesi arriverà presto. La nostra destinazione finale sono i paesi dell’Europa occidentale».

Sun non ha specificato come intendeva entrare nell’Unione Europea da questo piccolo paese extra-Ue. Ha detto che le spese di soggiorno erano relativamente basse, ma che vuole comunque vivere all’interno dell’Ue.

«I ricchi cinesi stanno immigrando negli stati membri dei Five Eyes [Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti, ndr]. I cinesi della classe media stanno cercando di vivere nell’area Schengen in Europa. Anche i cinesi meno ricchi come me, stanno scappando dalla Cina», ha concluso Sun.

Come Sun, molti cinesi delle classi medie e inferiori hanno lasciato la Cina, pur non avendo uno status legale all’estero.

La vecchia area storica di Mostar, Bosnia-Erzegovina, 8 maggio 2020. (ELVIS BARUKCIC / AFP tramite Getty Images)

Immigrazione clandestina

Arnold Song (alias) è un cuoco in un ristorante di Parigi. Nel 2018 è entrato clandestinamente in Francia partendo dalla sua città natale di Gongzhuling, nella provincia dello Jilin, nella Cina nordorientale. L’ingresso clandestino nell’Unione Europea gli è costato complessivamente circa 180 mila yuan (circa 23 mila euro). Song ha deciso di lasciare la Cina per guadagnare più soldi per i suoi genitori anziani e la giovane figlia.

Il 29 agosto in una telefonata con Epoch Times, Song, padre single, ha raccontato le difficoltà del suo viaggio clandestino.

Il viaggio è iniziato nella città di Shenzhen, Guangdong, che confina con Hong Kong. Il trafficante ha fatto in modo che Song e più di dieci cinesi si recassero all’aeroporto di Hong Kong in autobus, dopo averli aiutati a ottenere un permesso di viaggio dalla Cina continentale a Hong Kong.

All’aeroporto di Hong Kong, il contrabbandiere ha consegnato a ciascuno di loro un passaporto giapponese. Song ha detto che il passaporto che gli è stato dato aveva la sua foto con un nome giapponese sopra. Ore dopo, hanno preso un volo per Kiev, in Ucraina.

All’aeroporto di Kiev, un uomo ha preso Song e gli altri viaggiatori e ha ritirato i loro passaporti giapponesi. Sette o otto ore dopo, sono stati portati in una casa situata in una foresta.

«L’autista era cinese. Ha chiesto a tutti noi di sederci nel retro di un camion. Ci è stato permesso di scendere dal camion solo una volta durante il lungo viaggio. Era difficile respirare perché c’erano più di dieci persone all’interno ed è stata una corsa accidentata».

Ma i veri problemi sono arrivati dopo. Song ha detto che la casa era a circa un’ora di macchina dal confine con la Polonia e non c’erano altri edifici nei dintorni. Quando sono arrivati, all’interno della casa c’erano otto o nove cinesi, che gli hanno raccontato di essere lì già da quindici giorni.

I giorni seguenti sono stati molto noiosi: «Niente cibo fresco, niente acqua calda, niente letto, niente connessione internet, niente da leggere o guardare. […] L’autista inviava del pane secco ogni tre o quattro giorni. Ho vissuto lì per un mese».

Infine, Song e altri quattro uomini sono stati prelevati da uno sconosciuto, un cinese, che li ha accompagnati ad attraversare il confine camminando attraverso la foresta. «Abbiamo trascorso circa una settimana nella foresta […], non voglio menzionare i dettagli. È troppo difficile. In Polonia, un altro autista ci è venuto a prendere e ci ha portato in Slovacchia. Poi un altro ci ha portato in Ungheria».

Song ha detto che il trafficante aveva promesso di portarlo in Olanda, ma lo ha lasciato a Budapest dopo aver ricevuto tutto il pagamento. Quindi, Song ha assunto un cinese per accompagnarlo a Parigi.

All’interno dell’area Schengen, gli agenti di frontiera controllano ancora i passaporti e i visti dei passeggeri che viaggiano in autobus o in treno, ma non l’identità di chi viaggia in un’auto privata.

Song ha ammesso che se le cose fossero state più facili in Cina, non sarebbe scappato: «Ritornerò sicuramente se il regime cinese potrà prendersi cura dei giovani e degli anziani».

 

Articolo in inglese: People of All Classes Try to Flee China’s Repressive Society, Seek Refuge in European Countries

 
Articoli correlati