Austerity alla portoghese

C’è aria di calma in Portogallo. Come Grecia e Spagna, il Portogallo è stato salvato dai creditori internazionali dalla bancarotta e si è sottoposto a misure di austerità come aumento delle tasse e tagli ai salari nel settore pubblico. Ma l’effetto politico qui è stato decisamente diverso.

La Grecia ha avuto cinque elezioni politiche negli ultimi sei anni e ha visto rafforzarsi la sinistra anti-austerità di Syriza, e anche la Spagna ha a sua volta visto l’ondata di popolarità dell’analogo fenomeno di Podemos.

Il Portogallo, invece, ha goduto di una certa continuità. Le elezioni politiche del quattro ottobre, infatti, sono precedute da sondaggi in cui – contro il partito Socialista di centro sinistra – risulta largamente favorita l’attuale maggioranza di governo di centro-destra dei Social Democratici e dei Cristiani Democratici, che ha attuato le misure di austerità e le riforme strutturali. Un vero e proprio dietrofront rispetto ai sondaggi di gennaio, in cui i socialisti risultavano primi.

Un fattore centrale nella stabilità dell’elettorato portoghese sono le condizioni dell’economia. Senza dubbio, l’austerità prescritta in conseguenza del salvataggio e la conseguente recessione hanno duramente colpito la popolazione del Portogallo. Ma, come mostrato dal grafico seguente, non ha avuto gli effetti drammatici sul Pil riscontrati in Grecia, che ha perso il 25 per cento tra il 2008 e il 2014.

La Spagna, invece, non ha sperimentato un così drastico calo del Pil, ma ha subito un crollo del settore edilizio, tanto più grave se paragonato al precedente ed altrettanto imponente boom, che era stato importante sia in termini di produzione economica che di occupazione (vedere grafici seguenti).

Uno sguardo più accurato dell’economia portoghese spiega meglio perché non abbia subito perché l’impatto delle politiche di austerity non sia stato violento come in Spagna e Grecia: il Portogallo non aveva sperimentato le stesse impennate di crescita degli altri due Paesi mediterranei, prima della crisi finanziaria. Infatti, l’entrata nell’euro aveva già subito stroncato l’elevata crescita portoghese fin dalla seconda metà degli anni novanta: per i portoghesi la crisi non è iniziata nel 2011. E questo è stato un fattore decisivo nel fermare grossi ribaltamenti di fronte nell’elettorato.

LA POLITICA DELLA SINISTRA

Un altro importante aspetto della particolarità dell’elettorato portoghese rispetto a quello spagnolo e greco, è stata la politica della sinistra. In Portogallo, il Partito Comunista domina  l’azione di protesta della sinistra attraverso un patto elettorale con i Verdi di cui è l’artefice e il dominatore. Il partito cerca poi di monopolizzare la mobilitazione contro il governo servendosi dello stretto legame con il maggiore sindacato, il Cgtp, per mantenere l’8-10 per cento dei voti che normalmente riceve.

Mantenendosi forte in questo modo, il Partito Comunista continua a presentarsi come legittimo rappresentante elettorale della protesta di sinistra. E in questo  è diverso rispetto al Partito Comunista greco, che non è stato in grado di portare una presenza incisiva in parlamento a causa delle sue politiche elettorali di scarso impatto.
La forza dei comunisti in Portogallo, comunque, significa anche che non c’era – come invece era in Grecia e Spagna – lo stesso grado di vuoto politico ‘anti-austerità’ da occupare. Questo è quanto mi è stato spiegato – con sorprendente regolarità – da esponenti di alto livello del governo di centrodestra portoghese mentre ero in missione a Lisbona in estate.

La forza dominante del Partito Comunista in Portogallo rispetto alle altre forze progressiste – il tipo di movimenti che hanno prodotto Syria e Podemos – è stato un altro fattore decisivo nello smorzare l’impatto dei nuovi movimenti sociali contrapposti all’austerity.

La grave contrazione economica in Grecia ha messo vasti strati della popolazione nella condizione di dover lottare per la sopravvivenza, nel tentativo di soddisfare i bisogni umani più basilari. Questo ha dato luogo alla nascita di movimenti di solidarietà come le cliniche sociali, che forniscono assistenza medica gratuita ai bisognosi. Ma la risposta di questi volontari alla crisi umanitaria non è considerata ‘carità’, quanto piuttosto una risposta politica nella direzione di un progressivo cambiamento.

Lo sviluppo di questi gruppi è stato un fattore importante nella crescita  elettorale di Syriza, che lo ha portato dal quattro per cento di pochi anni fa a diventare ora il maggior partito in Grecia.

Anche in Spagna è successo qualcosa di simile. Di fronte a una gravissima crisi degli alloggi, un movimento chiamato ‘Piattaforma per le persone colpite dal mutuo’ (Pah) ha aiutato le persone afflitte dal maggiore problema nazionale.
Come per la Grecia, questo movimento di massa e la politica che ha prodotto hanno rappresentato delle solide fondamenta per la crescita di Podemos. Cosa tanto più evidente nelle recenti elezioni amministrative di Barcellona e Madrid,  i cui due nuovi sindaci hanno stretti legami con Podemos (il sindaco di Barcellona è stato proprio uno dei fondatori del movimento Pah).

L’ANALOGIA DEL DEBITO FAMILIARE

Mentre le politiche di sinistra dimostrano varie carenze, i partiti di centrodestra al potere hanno lavorato bene sul fronte della loro popolarità. In particolare, si sono efficacemente presentati come economicamente responsabili servendosi dell’analogia del debito familiare per spiegare la situazione economica portoghese.

L’intuitiva analogia, descrive il bilancio nazionale come simile alle finanze di una famiglia. La spiegazione è che il governo avrebbe vissuto al di sopra dei propri mezzi, e che – come succede in una famiglia – quando arrivano i momenti brutti non c’è altro da fare che tirare la cinghia e riprendere il controllo delle finanze. Questo non è affatto il modo in cui funzionano le finanze di una nazione, ma la potenza intuitiva con cui questo ragionamento viene recepito dalla comprensione dell’economia propria dell’uomo comune, è servita al governo portoghese a realizzare l’austerità.

Il parallelismo con la politica della Gran Bretagna è incredibilmente simile: la coalizione di governo guidata dal Partito Conservatore, ha lavorato nello stesso modo con l’analogia del bilancio familiare, per indebolire il Partito Laburista di centrosinistra a causa delle sue le politiche economiche.

E se il risultato delle elezioni politiche britanniche ha senso in questo caso, il Portogallo vedrà restare al potere il Partito Social Democratico di centrodestra.

Jamie Jordan è ricercatore in Relazioni internazionali del Economic and Social Research Council dell’Università di Nottingham in Gran Bretagna.

Le opinioni espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista di Epoch Times

Articolo in inglese: ‘Austerity: Portugal is on a different path to Greece and Spain heres why’

Originariamente pubblicato su: theconversation.com

 
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