Gli astronomi e il polso delle stelle

Gli astronomi che studiano l’immagine della remotissima galassia ellittica M87, hanno scoperto dei «battiti cardiaci stellari» che rivelano che ogni galassia ha un suo ‘polso’. Una scoperta utile, fra l’altro, a determinarne l’età. «Sotto diversi aspetti, le stelle sono come degli esseri viventi: nascono, vivono, muoiono. E hanno anche un battito cardiaco», riporta uno studio del Centro per Astrofisica di Harvard-Smithonian del 16 novembre.

Gli scienziati hanno spiegato che finora non erano stati considerati gli effetti delle luce delle stelle di tipo pulsar proveniente dalle galassie più lontane. La M87, che si trova a 53 milioni anni luce dalla Terra, si trova nella costellazione della Vergine. La seguente immagine della M87 proviene dalle fotografie del telescopio Hubble tra il 2003 e 2006:

In questa galassia, la luce di ogni stella pulsante è mescolata alla luce di molte altre stelle che non sono di luminosità variabile. Considerando tutti e due i tipi, stelle pulsar e non pulsar, si somma la luce che si accende e di spegne e che costituisce ‘il polso’ della galassia.

«Ci siamo resi conto che queste stelle sono così brillanti e le loro pulsazioni così forti che sono difficili da nascondere», afferma Charlie Conroy, uno dei responsabili della ricerca.

«Abbiamo deciso di vedere se le pulsazioni di queste stelle potessero essere rilevate, anche se non siamo riusciti a separare la loro luce dal mare di stelle immutabili che sono loro vicine», ha aggiunto. Coroy è assistente professore presso la Harvard University e astronomo dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA).

Esaminando le fotografie scattate con il telescopio spaziale Hubble nel corso di tre mesi del 2006, gli astronomi hanno trovato che «sorprendentemente, uno su quattro pixel dell’immagine cambia nel tempo», ha spiegato Pieter van Dokkum, professore e presidente del dipartimento di astronomia all’Università di Yale, sottolineando che non tutte le stelle hanno una luce costante nel cielo. Per l’astronomo un pixel equivale a circa 270 giorni. Per Conroy, «i cambiamenti regolari della luminosità ricordano il battito cardiaco. È come se stessimo sentendo il polso della galassia».

Gli astronomi hanno concluso che «la forza e la velocità del battito cardiaco di una galassia varia a seconda dell’età» (nel caso della galassia M87, erano già a conoscenza – grazie ad con altre tecniche – che ha un’etá di circa 10 miliardi di anni).

Mentre gli scienziati si preparano a studiare altre galassie, Jieun Choi, co-autore dello studio, ha detto che i modelli suggeriscono che «le pulsazioni sono più forti in galassie più giovani». Qualcosa che naturalmente non vedono l’ora di poter verificare.

Riguardo alla vita della M87, sembrerebbe che «l’arresto cardiaco non sia previsto prima di diversi miliardi di anni da oggi», ha ipotizato van Dokkum.

Le stelle non sono stabili e immutabili e subiscono trasformazioni significative con il tempo. Per gli astronomi di Harvard, con l’età diventano molto luminose con onde di dimensioni enormi, capaci di inglobare i pianeti che si trovano a poca distanza.
Poi, alla fine della loro vita, cominciano a pulsare, aumentando e diminuendo la luminosità a distanza di poche centinaia di giorni. Le pulsazioni sono dovute alla dilatazione e alla contrazione periodica. E questo succede anche in molte stelle della nostra galassia, la Via Lattea.

 
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