Aspettando il referendum: la crisi greca vissuta dall’interno

Tra i supermercati a corto dei prodotti di base, le banche chiuse e un diffuso senso di incertezza, la Grecia attende l’esito del referendum. Il presidente del Paese ha assicurato un accordo entro 48 ore dal referendum, ma la situazione è ancora difficile per la popolazione.

Il Paese, in questi giorni, tra un affanno e l’altro continua a respirare, e i cittadini, a seconda della loro condizione sociale, età ed istruzione, reagiscono alla crisi e si preparano al voto ognuno come meglio crede. Nonostante i sondaggi abbiano cercato di fare chiarezza sulla prevalenza di una posizione, i pareri appaiono piuttosto discordanti.

Come ha raccontato una ragazza ad Askanews è importante studiare prima di votare perché «la gente non sa cosa vuol dire sì o no dato che non hanno letto le proposte, andranno a votare ma non sanno… gli anni più importanti della mia vita sono stati nell’unione europea, non ricordo come era prima… oggi apparteniamo a qualcosa, è Tsipras che deve decidere, è lui il primo ministro, devo andare a votare, cosa voterò non lo so ancora ma tutti devono votare»

Votare sì o no non significa restare o meno nell’unione europea ma riguarda l’accettazione o non accettazione delle trattative proposte dai creditori alla Grecia. Sembra però che diverse persone nel Paese non abbiano ben chiaro ancora questo punto, e nel frattempo la campagna per il ‘no’ da parte di Tsipras e Varoufakis continua. Continua anche la campagna per il sì, come riporta Il fatto quotidiano infatti la compagnia telefonica Wind avrebbe promesso 1.500 minuti gratis dal 1 al 7 luglio a chi invia sms con scritto ‘1.500 sì’.

«Io sono farmacista, in tutti questi 5 anni la mia vita è stata molto difficile, però io voto ‘no’, di non essere nell’Europa, perché l’Europa non pensa al popolo», ha detto una signora ad Askanews.

La pensa diversamente questo signore pensionato che riferisce a Il Fatto quotidiano di essere «obbligato a votare sì per restare nell’euro ma io non sono uno di quelli che sogna che un giorno… io ho 73 anni e tra un po’ non sarò più qui ma mio nipote avrà la propria moneta avrà la dracma, ma ora voterò con dieci dita come diciamo in greco per restare nell’euro».

Ad ogni modo l’apprensione per la situazione attuale resta tanta e se da una parte c’è chi cerca di sdrammatizzare pensando che la storia delle banche chiuse e dell’impossibilità di prelevare sia solo temporanea, e che sia inutile fare scorte ai supermercati come se ci si trovasse in procinto «di una guerra» ? secondo la definizione di una signora intervista da Euronews ? dall’altra c’è chi è veramente preoccupato per il futuro economico del Paese: «siamo in caduta libera, spero solo che arrivi qualcuno a salvarci nell’ultimo minuto», ha dichiarato un signore a Euronews.

Secondo il Corriere, la stampa greca riporta che molti supermercati in Grecia sono a corto di prodotti base come pasta e legumi, lo stesso vale per gli ospedali che hanno difficoltà a reperire medicinali e le isole a rifornirsi di carburante.

Anche le aziende potrebbero cominciare ad avere problemi nel pagare gli stipendi senza un accordo al più presto, come ha riferito un ragazzo ai microfoni di Euronews; «qui le cose sono molto difficili» ha aggiunto.

Quando era ancora possibile prelevare infatti c’era addirittura chi faceva la fila per svuotare tutto il suo conto in banca e mettersi al riparo per ogni evenienza; poi dopo la chiusura alcuni hanno cominciato a perdere la pazienza, come diversi anziani che non riuscivano a ritirare la loro pensione; una signora è stata molto dura con il governo Tsipras e ha dichiarato al tg2: «Sembra una situazione da regime comunista, ci hanno portato al punto che neanche puoi andare a prendere i tuoi soldi in banca».

«Il governo avrebbe dovuto fare molte cose prima… perché adesso la situazione è critica, siamo in una situazione di forte stress e la gente potrebbe prendere un sacco di decisioni sbagliate», ha aggiunto un altro anziano signore intervistato da Il Fatto quotidiano.

Un altro anziano invece al contrario, davanti alle telecamere dello stesso media, con il pugno chiuso inneggiava al premier Tsipras mentre ritirava i contanti che poteva.

Questa situazione delle banche chiuse ha creato problemi anche ai turisti ? i tanti turisti che si recano in vacanza in Grecia ogni anno. Una signora ha raccontato a Il Fatto quotidiano che era costretta a ritornare in Australia poiché in Grecia «si fa tutto con i contanti» e lei solitamente era abituata a pagare con carta di credito, quindi non poteva rimanere. A questo riguardo l’Associazione ellenica delle imprese del settore turismo, ha fatto sapere secondo il Corriere che si sta verificando una caduta consistente nelle prenotazioni giornaliere agli alberghi, 50 mila in meno ogni giorno.

Ma rimangono comunque molti i turisti, anche Italiani, che quest’anno si recheranno nelle Isole greche senza badare troppo alla crisi, e non manca chi è del tutto ignaro alla faccenda, come delle turiste asiatiche intervistate da Il Fatto che si domandavano sgomentate chi fosse Varoufakis. Perlomeno il turismo estivo, che è sempre stato il punto forte della Grecia, è un settore che seppure anch’esso in crisi può continuare a dare un bel contributo in questo momento di difficoltà.

E proprio per questo come suggerisce questa signora a Il Fatto, la cosa migliore ora è non farsi prendere dal panico: «Non è una situazione facile, non è una buona situazione, siamo tutti molto ansiosi, non riusciamo a capire cosa succederà esattamente nei prossimi giorni… cercheremo di restare calmi, credo che tutti i greci debbano rimanere calmi».

 
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